Possibile che la caduta di una mela sulla testa di uno scienziato faccia venire a quest’ultimo un’intuizione così grande da rivoluzionare completamente il mondo fino ad allora conosciuto? La risposta è semplicemente no, ci troviamo infatti davanti ad una delle tante fake news che andavano di moda all’epoca e che vanno di moda tutt’oggi, in questo caso ideata da Voltaire.

Lo scienziato in questione è Newton che non arrivò certamente alle sue scoperte per la fatalità del destino, ma tramite il perfezionamento continuo di esperimenti suoi e di suoi predecessori, ma andiamo con ordine. 

Isaac Newton nacque a Woolsthorpe, Regno Unito, il 4 gennaio 1643, in una famiglia di allevatori di modeste condizioni. Il padre, chiamato anch’esso Isaac, morì circa tre mesi prima della nascita del figlio, e dopo la sua morte la madre di Newton sposò un agiato chierico di sessant’anni che fu tanto odiato dal piccolo Isaac quanto utile per il suo futuro, perché sarà grazie alla sua eredità che potrà pagarsi gli studi.

(casa d’infanzia di Newton)

Studi che iniziarono nel 1661 al Trinity College di Cambridge, dove fu allievo del celebre filosofo e matematico Isaac Barrow. Dopo essere tornato nella sua città natale a causa della peste e ritornato in seguito a Cambridge si laureò e prese la cattedra di matematica. Nelle aule del College si insegnavano più o meno le stesse nozioni da sempre, prendendo come unico e vero modello di ispirazione il grande filosofo Aristotele, che era visto come il più grande sapiente della storia, colui che aveva ideato tutti i teoremi della fisica che dovevano essere studiati e che soprattutto non potevano essere contestati, vista l’autorità sacrale del loro ideatore.

Newton, però, non era tanto interessato agli studi del filosofo di Stagira, ma bensì a studiosi più moderni come Copernico, Galilei, Keplero e Cartesio, che avevano in realtà una grande caratteristica comune: erano tutti pensatori della cosiddetta “Rivoluzione Scientifica”. La Rivoluzione Scientifica nacque circa a metà del 1500 nel momento in cui l’uomo si rese conto di essere intrinsecamente ignorante e di non conoscere tutto fin dal principio, come invece sostenevano gli Aristotelici e la Chiesa; c’era il bisogno di dimostrare matematicamente un concetto perché esso fosse universalmente valido, senza prendere come verità assoluta nessun “Ipse dixit”, tranne ovviamente quello di Dio dove nemmeno la scienza poteva arrivare.

Newton si fece quindi portavoce di questa corrente di pensiero, prendendo soprattutto come modello Copernico, e anzi la portò a compimento nel 1687 con la sua opera più famosa “Principi matematici della filosofia naturale”, in cui ha dimostrato con una legge matematica, e quindi inequivocabile perché “scritta nello stesso linguaggio dell’universo” (Galileo), contemporaneamente il fenomeno che determina la caduta dei corpi sulla superficie terrestre e quello che tiene i pianeti nelle loro orbite e, quindi, come il cosmo fosse unico e non doppio (uno perfetto e uno imperfetto) come invece sostenevano gli Aristotelici e la Chiesa. La formula in questione è F=m1m2/r2 ,dove m sta per massa dei pianeti e/o dei corpi interessati e r è la loro distanza al quadrato.

Questa formula dimostra anche come il corpo centrale intorno a cui girano gli altri pianeti sia il Sole e non la Terra come invece si credeva in precedenza.

Grazie al suo prestigio anche nel campo dell’ottica, nella quale ha scoperto la scomposizione della luce nei colori primari, oltre che in quello della gravitazione e della matematica, nella quale, tra l’altro, è considerato il padre del calcolo infinitesimale grazie alla determinazione del metodo per calcolare derivate ed integrali, è riuscito ad ottenere cariche e titoli incredibilmente importanti come ad esempio quello di difensore del College in Parlamento, diventando così un deputato, dal 1689 al 1690. Nel 1694 diventò inoltre ispettore della Zecca di Londra, della quale divenne, successivamente, direttore. Nel 1699 fu nominato membro straniero dell’Accademia delle scienze di Parigi e nel 1703 fu eletto presidente della Royal Society di Londra (è un’associazione scientifica britannica fondata il 28 novembre 1660 allo scopo di promuovere l’eccellenza scientifica come viatico per il benessere della società). Morì il 20 Marzo 1727 in seguito ad un attacco di calcolosi, malattia di cui soffriva fin da ragazzo.

Ciò che sicuramente proietta Newton nell’Olimpo di tutti i più grandi pensatori della storia è che questi non ha scoperto la cosa più utile al mondo o all’umanità, ma ha completamente cambiato il modo di vedere il mondo stesso, e ha posto le basi per centinaia di migliaia di scoperte future che non sarebbero nemmeno state pensate nel modello di realtà precedente, dimostrandosi non anni avanti rispetto ai tempi, ma bensì secoli.

Non deve essere stato facile andare contro il senso comune dell’epoca, non deve essere stato facile lavorare ad una teoria mentre tutti lo additavano come un pazzo, non deve essere stato facile combattere contro un pensiero così radicato nei secoli e nella vita delle persone da essere ben più forte della realtà. Non deve essere stato facile, ma a Newton poco importava, aveva un obiettivo in testa e ci sarebbe arrivato con o senza l’aiuto degli altri. Poco importa se le sue tesi al tempo sono state considerate come un qualcosa di poco conto, lui sapeva che era giusto e che il tempo futuro gli avrebbe dato ragione; e così è stato.  

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