Proprio sul finire del terribile 2020, anno che di certo non verrà ricordato per la sua clemenza, è apparso sul necrologio il nome di Flash Player, il software di casa Adobe ricordato da tutti poiché utilizzato per la creazione di simpatici giochi sul web.

La notizia della “fine del ciclo vita”, come si dice in ambito informatico, circolava già da un po’: a partire da luglio del 2017, infatti, un messaggio di errore era visualizzabile al momento del download sulla piattaforma di Adobe. Ma cos’era esattamente Flash Player, e perché la sua scomparsa dall’internet non sarà pianta proprio da tutti?

LE ORIGINI Nato nel 1996 sotto Macromedia, e poi divenuto prodotto ufficiale Adobe nel 2005, Flash Player era un software che consentiva la creazione e la visualizzazione di contenuti multimediali, come immagini, caselle di testo, e persino documenti audio e video.

Questo semplice ma efficace programma spopolò a partire dai primi anni del 2000 grazie alla capacità di creare pagine web accessibili da ogni browser: la stessa piattaforma di condivisione video YouTube raggiunse grande fama proprio grazie all’aiuto di Flash Player.

Ma la sua utilità non si limitava al solo mondo dell’intrattenimento: le grandi aziende seppero sfruttare saggiamente questo tool, per offrire ai clienti un’esperienza online più piacevole.

GLI UTILIZZI SUL WEB Per ogni iscritto di Facebook deve essere stato difficile non imbattersi in svaghi online come FarmVille: il simpatico simulatore di vita agricola divenuto popolare sulla piattaforma social per le particolari feature di cooperazione. Ebbene, questo, come molti altri giochi, sono nati proprio grazie alle innovazioni introdotte da Flash Player. Purtroppo, a causa della “morte” di quest’ultimo, anche i suddetti passatempi hanno trovato la loro fine con l’inizio del 2021, nonostante alcuni di essi siano ancora accessibili per vie non convenzionali. Ma perché, nonostante le gioie che Flash ci ha regalato nei suoi 24 anni di servizio, è un bene che non ci sia più?

LA FINE DI FLASH A partire dal 2010, il software di Adobe cominciò lentamente a cadere in disuso. Un duro colpo fu inflitto dall’allora CEO di Apple, Steve Jobs, che in una lettera aperta (intitolata “Thoughts on Flash”, cioè “Pensieri su Flash”) spiegava come tutti i dispositivi Apple, sia mobili che fissi, non avrebbero più supportato Flash in seguito a diversi errori e problemi presentatisi nell’ultimo periodo. Inoltre, molti altri servizi che fino a quel momento si erano affidati proprio a Flash, come YouTube, annunciarono che sarebbero presto passati ad HTML5, il linguaggio che oggi rappresenta lo standard per la creazione di contenuti nel web.

Questa comune mozione di sfiducia nei confronti del software era dovuta a numerosi rischi legati alla privacy degli utenti: consentiva, infatti, all’ingresso nel dispositivo di file potenzialmente pericolosi e immuni ai programmi anti-virus: nel 2015, Adobe fu costretta ad annunciare che i rischi che esso comportava non erano arginabili in nessun modo. Questo portò Flash a divenire oggetto di critica (persino il fondatore di Facebook, John Stamos, si espose pubblicamente in materia), e di conseguenza ad essere disattivato da milioni di utenti in tutto il mondo.

Ad ogni modo, va riconosciuto l’impatto che Flash ha avuto sul mondo del web: è grazie ad esso che molti elementi della navigazione su internet sono come li conosciamo oggi. Nonostante le tristi disavventure che lo hanno colpito nel corso degli anni, dobbiamo ringraziare Adobe Flash Player.

Fonti: Wikipedia, Ionos.it, Eclipse Media Solutions.

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