Il calcio è entrato in guerra. Dodici tra i club più prestigiosi d’Europa annunciano la creazione di una nuova competizione: la Super League. Florentino Perez, primo presidente della nuova società e attuale presidente del Real Madrid, ha dichiarato: “Aiuteremo il calcio ad ogni livello e lo porteremo ad occupare il posto che a ragione gli spetta nel mondo. Il calcio è l’unico sport davvero globale con più di quattro miliardi di appassionati e la responsabilità di noi grandi club è di rispondere ai loro desideri”. E’ iniziata una nuova era per il mondo del pallone.

I dodici club fondatori sono: Chelsea, Manchester City, Liverpool, Arsenal, Tottenham, Manchester United, Real Madrid, Barcellona, Atletico Madrid, Juventus, Inter, Milan. Delle grandi del calcio europeo mancano solo PSG, Bayern Monaco e Borussia Dortmund che hanno rifiutato l’invito a partecipare e sperano in una riforma della Champions. La UEFA in un comunicato congiunto con le Leghe e le Federazioni di Italia, Spagna e Inghilterra ha criticato la nuova competizione e minaccia gravi conseguenze per i club che vi aderiranno: espulsione da campionati e coppe, divieto ai calciatori delle squadre partecipanti di essere convocati in nazionale, e cause da 60 miliardi di euro. Si tratta solamente di minacce, ma che sanciscono l’inizio di una grande scissione. Anche la FIFA ha condannato i dodici club, e si augura che questi possano collaborare con la UEFA per il bene del calcio.

Ma perché tutto questo? Dal punto di vista dei 12 club, la Super League è essenziale per salvare il calcio dopo la pandemia e dopo la gestione ritenuta pessima della UEFA. Le grandi squadre immerse nei debiti fino al collo in questo modo possono risollevarsi. Ormai è tutta una questione di business, ma questo lo sapevamo già. Se si vanno a guardare tutte queste squadre, sono società gravemente indebitate.

Il nuovo torneo, con grandi partite ogni settimana, assicura ai team ricavi maggiori rispetto alla Champions League. Le squadre fondatrici assicurano un supporto al calcio europeo mediante un impegno di lungo termine con il versamento di contributi di solidarietà senza tetto massimo. Secondo le stime i contributi supereranno i 10 miliardi. I team fondatori riceveranno come contributo una tantum pari a 4,2 miliardi di euro per bilanciare le perdite causate dalla pandemia. Il finanziatore principale sarà la grande banca americana JP Morgan.

Da oggi partiranno discussioni e trattative, la UEFA spera in un compromesso perché le conseguenze possono essere disastrose: l’assenza dei top team nella Champions League. La Super lega spera invece di ottenere il consenso per le squadre fondatrici a partecipare ai campionati nazionali. Una serie A senza Juventus, Inter e Milan non è immaginabile (lo stesso vale per i campionati inglesi e spagnoli). Le coppe europee continuerebbero a essere giocate ma con l’assenza di grandi squadre perderebbero appeal (considerando che Champions e Super League saranno in contemporanea). L’unica certezza è che i prossimi giorni saranno tesissimi, ricordiamo che l’attuale edizione della Champions League è ancora in corso, e che tra due mesi dovrebbe esserci l’Europeo, ma ormai niente è più sicuro.

Quale potrebbe essere il compromesso? I club fondatori potrebbero rinunciare alla Super lega se la UEFA gli coinvolgesse nella stesura del nuovo formato della Champions, tuttavia la nuova formula è già stata presentata e partirà dalla stagione 2024/2025.

Andrea Agnelli (presidente della Juventus) è sempre stato un sostenitore dell’ipotesi Super Lega, il patron bianconero, diventato vicepresidente della nuova associazione, ha dichiarato: “I 12 Club Fondatori hanno una fanbase che supera il miliardo di persone in tutto il mondo e un palmares di 99 trofei a livello continentale. In questo momento critico ci siamo riuniti per consentire la trasformazione della competizione europea, mettendo il gioco che amiamo su un percorso di sviluppo sostenibile a lungo termine, con un meccanismo di solidarietà fortemente aumentato, garantendo a tifosi e appassionati un programma di partite che sappia alimentare il loro desiderio di calcio e, al contempo, fornisca un esempio positivo e coinvolgente”. Nella giornata precedente al comunicato l’ECA, European Club Association, aveva preso le distanze dalla possibile creazione di una Super Lega. Fino a poche ore fa il presidente dell’ECA era proprio Andrea Agnelli, il quale si è dimesso poco prima della comparsa del documento ufficiale della Super League sul sito della Juventus. In seguito alla decisione ci sarebbe stato un animato confronto telefonico tra il patron bianconero e Ceferin, presidente della UEFA, che ha accusato Agnelli di tradimento.

Agnelli e Ceferin

Il formato della Super League

Parteciperanno alla competizione 20 squadre, di cui 15 fondatrici e 5 che si qualificheranno mediante meccanismi ancora sconosciuti. La manifestazione inizierà ad agosto con le squadre divise in due gironi da dieci squadre che si affronteranno in partite infrasettimanali di andata e ritorno continuando a partecipare ai campionati nazionali. Le prime tre di ogni girone si qualificheranno ai quarti di finale. Il formato prevede scontri a eliminazione diretta giocati tra andata e ritorno fino alla finale in campo neutro. Ogni squadra disputerà quindi minimo 18 partite, per un massimo di 25 in caso di arrivo in finale.

Le reazioni della politica

La notizia è stata commentata da diverse personalità politiche che hanno criticato la nuova competizione. Il primo ministro britannico, Boris Johnson, ha attaccato la possibilità che sei club inglesi possano entrare a far parte di questa competizione, ”I piani per una Super lega europea sarebbero molto dannosi per il calcio e sosteniamo l’azione delle autorità calcistiche” ha commentato su Twitter. Posizioni critiche prese anche da Emmaneul Macron, il quale ha ringraziato i club francesi per avere rifiutato l’invito. Enrico Letta, segretario del PD, insieme Mario Draghi, Presidente del Consiglio, ha condannato la Super League dicendo che il bello del calcio sono le belle storie come Atalanta, Ajax e Leicester. Inoltre anche molti giocatori, uno su tutti l’ex difensore del Manchester United, Gary Neville, hanno dimostrato il loro dissenso nei confronti della Superlega.

Le reazioni sui social sono molto critiche, i tifosi urlano la morte del calcio. In Inghilterra molti gruppi di tifosi stanno mostrando il loro disprezzo verso la nuova competizione. I sostenitori del Liverpool stanno appendendo striscioni di protesta davanti ad Anfield Road, il loro stadio. I tifosi si sono sentiti traditi dalle loro squadre che, dopo avere diramato il documento ufficiale, sono rimaste nel silenzio.

Striscioni appesi a Liverpool

La Nuova Champions, un’incognita

Nella giornata seguente alla notizia, il comitato esecutivo ha validato la nuova formula della Champions. Le squadre partecipanti aumenteranno a 36 e saranno riunite in un unico girone dove giocheranno 10 partite ciascuna. Le prime 8 passeranno alla fase a eliminazione diretta, mentre quelle dal nono posto al ventiquattresimo parteciperanno a degli spareggi per accedere alla fase finale. La nuova “Super Champions” tenta di porre rimedio al fatto che alcune squadre possono arrivare in semifinale senza aver mai affrontato top team. Andrea Agnelli aveva espresso soddisfazione per la nuova formula, ma dall’incontro con Florentino Perez le idee sono cambiate.

La Super League prevederà grandi partite quasi ogni settimana, e no due o tre volte all’anno come l’attuale Champions. Ma è davvero meglio? Non lo possiamo sapere, ma si tratta di uno stravolgimento epocale al quale non siamo preparati e probabilmente del quale non abbiamo bisogno.

Tra le reazioni contrastanti del mondo del pallone ha colpito la storia Instagram di Ander Herrera, centrocampista del Paris Saint-Germain, uno dei club che non ha firmato l’ingresso nel club elitario. Herrara ha tuonato: “Mi sono innamorato di un calcio popolare, del calcio dei tifosi, del sogno di poter vedere il club del mio cuore competere con i più grandi. Con questa Superlega europea uccidiamo i tifosi, la loro illusione e quella dei club meno grandi di poter competere con i più potenti. Uccidiamo il calcio! No alla Superlega europea“.

La guerra è appena iniziata e non ci sono segnali di pace. Coloro che soffrono più di tutti sono sempre i tifosi, costretti a vedersi portar via i loro sogni e le loro passioni dalle società, che pensano solamente ai soldi…. Questo non è il calcio!

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