La cosiddetta tecnologia 5G, o meglio di quinta generazione, si sta avvicinando sempre di più a una realtà concreta e quotidiana e l’inesperienza di coloro che ancora non hanno capito come funzionino esattamente queste nuove tecnologie ha fatto nascere le teorie più bizzarre e assurde.

Anzitutto cosa è la connessione 5G? è una connessione che avviene utilizzando onde elettromagnetiche, quindi formate da un campo elettrico e uno magnetico che si propagano nello spazio sotto forma di onde trasversali, con bande di frequenza intorno ai 700 MHz (ancora non in uso), tra 3,6 e 3,8 GHz e tra 26,5 e 27,5 GHz. Quest’ultima fascia in particolare ha destato qualche preoccupazione poiché non era mai stata utilizzata prima nelle reti di telefonia mobile, ma non bisogna pensare che solo perché hanno una frequenza maggiore siano più pericolose; infatti, ad esempio, la luce visibile ha lunghezze d’onda ancora maggiore e non è pericolosa per l’uomo.

rappresentazione di un’ onda elettromagnetica

Questo vuole forse dire che le onde elettromagnetiche prodotte non solo dai nostri telefoni, ma in generale dai dispositivi mobili siano pericolose? La risposta è che in verità non si sa: lo IARC (l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro) classifica le onde elettromagnetiche come “possibili cancerogeni per l’uomo”, ovvero sono state osservate limitate evidenze di canceroginità nell’uomo e inadeguate evidenze di canceroginità negli animali per dichiararle pericolose.

Parlando più schematicamente il problema principale che causano i campi, sopra un certo livello di frequenza e di intensità, è il riscaldamento dei tessuti che, se supera 1 grado di incremento porta alla denaturazione di alcune proteine del nostro corpo e alla degenerazione di alcuni organi, come il cervello. Ma queste informazioni non ci devono far vedere subito il nostro telefono come un’arma che i poteri forti ci mettono in mano per controllarci: l’ICNIRP (la Commissione Internazionale sulla Protezione dalle Radiazioni Non-Ionizzanti) ha studiato ed emesso delle linee guida seguite dai governi per porre dei limiti ai produttori di telefoni e di prodotti elettronici al fine di proteggere gli individui dall’esposizione alle onde elettromagnetiche, limiti che sono stati a loro volta ulteriormente ristretti dai singoli stati.

Per definire un limite vengono raccolti i dati di diversi studi scientifici e viene posto un valore soglia al di sotto del quale non sono stati rilevati effetti negativi accertati. A questo punto l’ICNIRP indica un valore di attenzione, sopra cui non ci si deve esporre per più di quattro ore consecutive, che è cinquanta volte più basso rispetto al valore soglia. In Italia il valore soglia stabilito è ancora più cautelativo: cinque mila volte più piccolo del valore limite.

Al fine di proteggere ancora di più la popolazione, nelle nuove aree di costruzione si cerca di raggiungere i cosiddetti “obbiettivi di qualità” che sono valori che abbassano ancora di più il rischio di danni dovuti a un’esposizione prolungata.

Adesso quale è la novità portata dal 5G? Oltre alle nuove bande di frequenza usate, la principale innovazione è la nuova forma di connessione alla rete: nelle generazioni precedenti la forma del campo elettromagnetico è fissa e costante, con la quinta generazione invece le antenne emettono nello spazio circostante un campo di controllo minimo; quando un dispositivo richiede un servizio gli viene dedicato un fascio di emissione specifico con la connessione necessaria per svolgere l’attività, mentre nello spazio contiguo vengono emessi solo i segnali di controllo minimi.

a sinistra lo schema del campo di una vecchia generazione, a sinistra lo schema di una connessione 5G.

Anche se, come per le tecnologie delle generazioni precedenti, ancora non si possiedono tutte le informazioni riguardo ai possibili effetti, non bisogna essere spaventati dalla novità e da strane teorie poco affidabili quando esiste una normativa precisa che ci tutela.

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