È stato ritrovato la mattina del 24 Settembre il corpo senza vita di Giacomo Sartori, il tecnico informatico di ventinove anni scomparso una settimana prima, dopo una serata con gli amici.

Il corpo è stato ritrovato appeso a quattro metri di altezza legato a un albero, in una zona che non sembra essere mai stata familiare al giovane. Fondamentale per il ritrovamento è stata la ricerca nei pressi dell’agriturismo vicino al quale era stata ritrovata la macchina di Giacomo. Dai racconti dei suoi amici, nell’ultima sera prima della scomparsa, la vittima aveva subito il furto, in un’enoteca in zona Porta Venezia, di uno zaino dove teneva i sue due Pc e il cellulare aziendale, e dopo tale furto, lui sarebbe scomparso verso le 23:30 di venerdì 17 Settembre, per poi arrivare verso le 2 nel Pavese, luogo dove è stato trovato morto esattamente una settimana dopo. Giacomo non era in compagnia, era fuggito da solo in macchina verso un luogo che non sembra aver mai visitato prima.

Per la data e l’orario esatto del decesso bisognerà ancora aspettare, però il cadavere sembra essere stato in quel luogo da almeno 5/6 giorni, nonostante non sia stato rinvenuto nei primi giorni di ricerca; questo a causa probabilmente della difficoltà visiva causata dalle fitte foglie dell’albero nel quale è stato ritrovato, tanto che nemmeno i residenti, nonostante il loro continuo lavoro di potatura e il loro frequente passaggio in quella zona, erano riusciti a vederlo. L’autopsia ha confermato la morte per soffocamento del giovane, ma ciò che desta più sospetti è il movente di tale gesto. Come raccontano gli amici infatti il giovane non dava segni di depressione, e dai racconti dei colleghi la riconferma nel suo lavoro a giugno non era in discussione, l’unica motivazione rimasta potrebbe essere il furto subito l’ultima sera prima della sua scomparsa. Non sembra esserci però una fine a questa faccenda, considerando che anche secondo i suoi conoscenti tale motivazione non giustificherebbe un gesto così estremo. Oltre a questo, le cose che destano più dubbi sono varie, come ad esempio il doppio tentativo di impiccagione del ragazzo, perché il corpo è stato ritrovato appeso all’albero legato con una prolunga elettrica simile a quelle che utilizzavano I titolari dell’ agriturismo, ma sul terreno è stata ritrovata anche una catena rotta, che sembra ricondurre a un primo tentativo non riuscito; inoltre, la troupe di Storie Italiane ha subito un furto di strumentazione proprio nel luogo in cui è stata ritrovata l’auto della vittima; l’inviato ha riferito di aver parcheggiato la macchina insieme al regista in un luogo più nascosto ma alle tre del pomeriggio e quindi in pieno giorno: “Siamo venuti qui per raccontare la vicenda di Giacomo Sartori, tra i primissimi giornalisti. Abbiamo parcheggiato l’auto in un luogo un po’ nascosto e abbiamo sentito delle persone per un paio d’ore. Al ritorno abbiamo trovato questa sorpresa”. 1)

Gli inquirenti stanno già cercando infatti di capire se ci possa essere  un collegamento col caso di Giacomo; e infine,  perché la vittima si sarebbe dovuta recare in una zona lontana dalla sua Milano, a circa 30 km di distanza, per compiere tale gesto? Che fosse sulle tracce dei ladri? Che fosse riuscito a rintracciare tramite il gps il cellulare aziendale? Queste sono solo alcune ipotesi, considerando anche il fatto che non sono presenti evidenti lesioni di aggressione sul suo corpo, dati che sembrano confermare il suicidio come tesi più plausibile. Gli investigatori restano comunque cauti e non escludono altre possibilità in attesa di ulteriori risultati. Siamo ancora lontani dunque dalla conclusione di questo caso.

  1. Fonte: https://www.liberoquotidiano.it/news/spettacoli/televisione/28830376/giacomo-sartori-derubata-troupe-storie-italiane-dove-c-era-auto-sospetto-choc-elenora-daniele-solo-un-caso.html

5 1 vote
Article Rating