Il sette Ottobre, all’età di 73 anni, è Abdulrazak Gurnan, scrittore e professore in pensione, colui che è stato insignito di uno dei premi più prestigiosi al mondo, il Nobel per la letteratura. Nato nel 1948 sull’isola di Zanzibar, Gurnah ha alle sue spalle una storia che sembra tratta da un romanzo, una storia di emigrazione e fuga dal proprio paese alla ricerca di un futuro e una vita migliore. Negli anni sessanta infatti, pochi anni dopo la rivoluzione di Zanzibar, che nel gennaio 1964 portò al rovesciamento della monarchia costituzionale, all’età di diciotto anni e appena dopo aver completato gli studi superiori, è costretto a lasciare la famiglia ed il suo paese per scampare ai conflitti e alle oppressioni attuate dal regime di Adeid Karume contro l’etnia a cui Gurnah apparteneva. Insieme a suo fratello si trasferisce quindi nel Regno Unito come rifugiato politico, dove un suo cugino stava svolgendo un dottorato di ricerca presso un college nel Kent. Nel 1982 consegue il dottorato di ricerca all’Università del Kent, dove insegnerà letteratura inglese e postcoloniale dal 1985 fino al suo pensionamento; in questo lasso di tempo, nel 1984, riesce a tornare a Zanzibar dove incontrerà un’ultima volta il padre, che morirà poco tempo dopo. Nel 1987 scrive il suo primo romanzo Memory of Departure, con cui debutta nel mondo della letteratura: si tratta un racconto che ha come protagonista un ragazzo arabo di Kange, Hassan Omar, che vive nel periodo della rivoluzione di Zanzibar, un periodo cruento e difficoltoso per il ragazzo, che ritrova metaforicamente la rivoluzione anche in casa, con il padre ubriacone che maltratta la madre inerme e rassegnata. Il ragazzo poi deciderà di fuggire all’estero dove conoscerà altre realtà differenti.

Io mi sono ritrovato a scrivere qualcosa un giorno, come le persone di solito fanno. Poi si sono aggiunte nuove pagine. Infine sono arrivato a un punto in cui ho pensato: cos’è questa cosa che sto scrivendo? Lì ho compreso la differenza tra buttare giù qualche riga e scrivere”, così lo scrittore racconta la nascita della sua carriera come tale. Gurnah ha dovuto inoltre superare anche un ostacolo linguistico, la sua lingua madre infatti è lo swahili e non l’inglese, che però padroneggia molto bene. Profondo conoscitore della letteratura inglese, da Shakespeare a V.S. Naipaul, ha uno stile letterario segnato dalla tradizione inglese, ma il tema principale delle sue opere rimane l’Africa. Nel 1988 pubblica il suo secondo libro Pilgrims Way a cui seguono Dottie (1990) e Paradise (1994), quest’ultimo, insieme a By the sea (2001) e Desertion (2005), sono gli unici tre libri tradotti e fatti circolare in italiano dell’autore vincitore del premio Nobel, due dei quali tradotti da Laura Noulian, che definisce l’inglese di Gurnah “Un inglese ottimo, molto elegante”. Abdulrazak Gurnah non è particolarmente conosciuto in molti paesi europei; sembra che all’annuncio dell’assegnazione del premio infatti, i giornalisti presenti, dopo aver sentito il nome del vincitore, si siano messi a cercarlo su internet. L’Accademia svedese, consapevole della scarsa conoscenza dell’autore zanzibariano da parte di molti, ha twittato il sette Ottobre: Avete mai letto Gurnah? Una domanda dai toni provocatori che ha l’intento di far aprire le persone a nuovi e sconosciuti autori che talvolta, come in questo caso, si possono rivelare piccoli scrigni nascosti.

Abdulrazak Gurnah è il quinto africano a ricevere un premio Nobel sin da quando l’onorificenza fu creata nel 1901. Quando lo hanno contattato appena prima dell’annuncio ufficiale lo scrittore pensava ad uno scherzo “Ho dovuto sentire l’annuncio per crederci veramente. È stata una tale sorpresa che ho aspettato fino a quando l’ho sentito annunciare prima di poterci credere” racconta Gurnah. Il premio, assegnato “per la sua intransigente e profonda penetrazione degli effetti del colonialismo e del destino del rifugiato nel divario tra culture e continenti”, non potrà essere ritirato tradizionalmente a Dicembre per motivi legati alla pandemia del Covid-19, il premio (che comprende una medaglia d’oro e un premio di 10 milioni di corone svedesi) sarà quindi consegnato a Stoccolma il prima possibile, come detto dal portavoce della Svenska Akademie. Inoltre, per la cerimonia e per il discorso del vincitore sarà organizzato un’evento online in streaming.

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