Proprio in Italia è stato collaudato qualche mese fa un robot umanoide costruito dall’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova dai ricercatori del laboratorio Artificial and Mechanical Intelligence coordinato da Daniele Pucci. Il robot si chiama iCub3 ed è un’evoluzione del precedente modello iCub. La tecnologia di questo robot ha permesso di controllarlo da remoto a distanza di 300 chilometri, infatti l’operatore che lo controllava si trovava in un laboratorio a Genova mentre il robot stava “visitando” la mostra sull’Architettura al Padiglione 17. della Biennale di Venezia e ha portato lo stesso operatore sul luogo con sé.

L’esperimento è stato attuato con la partecipazione del Padiglione Italia “Comunità Resilienti”, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, ed è stato curato dall’architetto Alessandro Melis.

Il robot umanoide era controllato dall’operatore attraverso una tuta che quest’ultimo indossava. La tuta si chiama “iFeel” ed è stata concepita e realizzata dall’Istituto Italiano di Tecnologia nel progetto europeo “Andy” e anche presentata con INAL nel progetto “ergoCub”. Questa tuta permette all’operatore di percepire le sensazioni provate dal robot quando tocca qualcosa e quando viene toccato. Inoltre traccia i movimenti dell’operatore, il quale cammina sul posto su una piattaforma di realtà virtuale che registra e calcola la direzione e la velocità della sua “camminata”, e trasmette questi dati al robot, così da muoverlo nello spazio. L’avanzata tecnologia del robot e delle connessioni da remoto permettono anche di replicare sul robot le diverse espressioni facciali dell’operatore attraverso un visore che porta. Lo spazio nel quale si trova il robot viene visto dall’operatore attraverso gli occhi del che sono dotati di telecamere. Il robot inoltre ha le fattezze di un bambino alto più o meno un metro, pesa 50 chilogrammi, ed è dotato di una pelle sensibile artificiale. Può anche relazionarsi verbalmente tramite la voce registrata dell’operatore che viene replicata. La telecomunicazione tra i due da Venezia a Genova è velocissima con un ritardo minimo di neanche 25 millisecondi.

Questo progetto sulla tele-esistenza fa parte di un programma di Daniele Pucci e punta a creare robot umanoidi che possano aiutare gli esseri umani da remoto in situazioni pericolose in quanto inagibili, ma anche a aiutare la vita umana di persone diversamente abili in ambienti lavorativi.

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