Leomagazine è testata rigorosamente “laica” e pur nel profondo e assoluto rispetto di ogni fede religiosa, così come di chi religioso non è, é assolutamente neutrale in materia. Questo non significa certo ovviamente vietare articoli di argomento religioso, che però o sono soltanto e semplicemente “culturali”, o riflettono solo il punto di vista e/o le convinzioni di chi scrive l’articolo. DDN

Siamo al quinto giorno del mese sacro del digiuno, il Ramadan. Un mese che vede coinvolti tutti i credenti Musulmani, dove le porte del Paradiso sono aperte, le porte dell’inferno sono chiuse e i diavoli sono messi in catene (così recita il libro sacro). La religione si basa sul Corano e sui Cinque pilastri. I Cinque pilastri dell’Islam sono la base della vita musulmana e sono: 

la Testimonianza di fede che Allah è l’Unico e il Solo Dio. (shahādah) 

la preghiera durante i 5 periodi della giornata (ṣalāt) 

l‘elemosina legale (zakāt) 

il digiuno (ṣawm o ṣiyam) nel mese di Ramadan 

il pellegrinaggio (ḥajj) alla Mecca almeno una volta nella vita e se si ha la possibilità. 

pellegrinaggio alla Mecca.

Come abbiamo visto uno dei pilastri dell’Islam è il digiuno durante il mese del Ramadan ma perché è importante e come è stato stabilito? 

Il mese del digiuno è svolto in commemorazione della prima rivelazione del Corano a Maometto (“Il Profeta” e il fondatore della religione Islamica) che si crede sia stato rivelato per la prima volta in questo mese in particolare durante la Notte del Destino (Laylat al-Qadr) che capita in uno dei giorni dispari degli ultimi 10 giorni del mese, per convenzione si è stabilito il ventisettesimo giorno ma nessuno potrà mai sapere qual è di preciso. Inoltre il Corano rivela che se un uomo riesce a digiunare durante questo giorno sarà come aver digiunato per Mille mesi. Dato che il calendario Islamico è composto da 354/355 giorni, quindi 10 giorni in meno rispetto all’anno solare, ogni anno questo mese cade 10 giorni prima rispetto all’anno precedente.  

Durante la giornata il periodo del digiuno va dall’alba fino al tramonto, in base alla stagione in cui capita la durata del digiuno durante la giornata può essere più o meno lunga. Nella pratica del digiuno sono esclusi bambini, donne in gravidanza o in allattamento, diabetici, malati terminali e donne durante il periodo del ciclo mestruale. Queste ultime avranno la possibilità di recuperare i giorni persi dopo la fine del mese. Mentre per quanto riguarda il resto dei Musulmani che non hanno la possibilità di digiunare dovrebbero comunque e se possibile fare la carità. Durante la giornata del digiuno i Musulmani sono tenuti a non consumare cibi e bevande ad eccezione di coloro che mangiano o bevono per sbaglio. Si sostiene, infatti che le persone mangiano o bevono senza accorgersene non rompono il digiuno e possono proseguire la giornata come prima, questo perché è stato volere di Dio che quella persona facesse quell’atto e anzi se un’altra persona cerca di fermarlo/a risulterà peccaminosa. Inoltre si astengono alle pratiche sessuali e vari comportamenti sbagliati come gli insulti, le bugie, le azioni violente ecc. Sono tenuti, invece, a impegnarsi nel fare del bene. Non possono esserci nemmeno baci tra una coppia e nel caso questi avessero un rapporto intimo prima del tramonto del sole o dopo l’alba compiono un gravissimo atto di infedeltà e sono obbligati a digiunare per due mesi di fila. I pasti possono consumarsi nel periodo prima dell’alba (suhur) e dopo il tramonto (iftar). In questi periodi si include la recita delle preghiere e la lettura del corano. Inoltre la tradizione vuole che per terminare il digiuno del giorno si inizi il pasto con un dattero e un bicchiere d’acqua proprio come faceva il Profeta Maometto.  

Un uomo che ha appena terminato il mese del digiuno è un uomo puro e privo di peccati come se fosse appena nato, questo però avviene solo se Dio ha accettato il suo digiuno.  

La fine del mese del Ramadan viene festeggiato con una festa chiamata “piccola festa” dove viene festeggiato la rottura del digiuno con la preparazione del dolce tradizionale “Bakllave“.  

La pratica del digiuno nel mese del Ramadan indica anche un sacrificio che ogni credente compie per Allah e grazie ad esso ogni individuo si astiene alle tentazioni e i vizi che dominano un uomo: Mangiare, bere, bere alcolici, fumare, l’attrazione verso una donna, la maleducazione e molti altri sono i vizi che rendono quasi “schiavi” gli uomini ma dai quali quest’ultimo si allontana durante il Ramadan. 

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