è stato durante una visita ufficiale in Giappone, il 24 Maggio 2022, in conferenza stampa con il premier giapponese Fumio Kishida a Tokyo, che il presidente Joe Biden ha dichiarato la sua opposizione all’espansione della Cina introducendo l’argomento con la questione dell’Indo-Pacific Economic Framework, alleanza economico-commerciale alla quale hanno già aderito 13 Paesi (i quali otterranno benefici economici concreti) e che riguarda il tentativo di Biden di coinvolgere sotto la sua influenza una regione sempre più controllata dalla Cina. “Se la Cina dovesse usare la forza per prendere Taiwan, Washington sarà pronta a intervenire militarmente” sono queste le parole pronunciate dal presidente Biden rivolgendosi alla rivale. Tale affermazione ha colto di sorpresa i consiglieri della Casa Bianca più vicini al presidente e per precisare la posizione degli Usa, il capo del Pentagono Lloyd Austin ha dichiarato, in difesa degli Usa, che il presidente non è contrario all’Unica Cina e l’Integrità territoriale ma ha dato il suo avvertimento che non permetterà che venga presa con la forza in quanto Taiwan è uno stato che “di fatto” è indipendente ma viene riconosciuta dalla Cina come una provincia separatista. Proprio per questo motivo aspira al ritorno sotto il suo controllo.  

Tale affermazione ha aumentato le tensioni con Pechino e il preseidente Xi Jinping, che ha reagito con un prevedibile disprezzo. La Cina dichiara che non va messa in dubbio la volontà del popolo Cinese di difendere la sovranità nazionale e l’integrità territoriale e che Biden sta rischiando molto. Dichiara che gli Stati Uniti “stanno giocando con il fuoco”.  “Voglio ricordare agli Usa che non c’è forza al mondo che possa fermare il popolo cinese dal raggiungimento della completa riunificazione nazionale. Non c’è forza al mondo, compresi gli Usa, che possa salvare il destino delle forze dell’indipendenza di Taiwan dal fallimento”. Usa queste parole il portavoce del ministero degli Esteri cinese Wang Wenbin per far intendere la potenza della Cina. Questo conflitto, ha dichiarato un’azione di forza, non sarebbe appropriato e potrebbe portare le due regioni a una situazione simile a quanto sta avvenendo in Russia e Ucraina.
Al contrario il ministero degli Esteri di Taipeisi si congratula con il presidente Biden e gli Stati Uniti per aver consolidato e riaffermato l’impegno di difendere Taiwan. Quest’ultima, invece, resterà attiva nel difendere la propria libertà e sicurezza.
L’avvertimento di Biden durante la visita in Giappone si discosta dall’ambiguità strategica che fin ora il governo degli Usa ha rispettato e che venne messa in atto nel 1979 riguardando l’uso delle forze armate come difesa per gli eventuali attacchi della Cina contro Taiwan. L’ambiguità strategica è, dunque, una sorta di “pilastro” della politica statunitense su Taiwan da quando gli Stati Uniti riconobbero ufficialmente la Repubblica Popolare Cinese ed ha lo scopo di allontanare la Cina da un eventuale uso della forza contro Taiwan, ma allo stesso tempo anche di distogliere quest’ultima dalla ricerca e l’aspirazione dell’indipendenza. 

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