Il 22 e il 23 giugno scorsi si sono svolte le due prove scritte per l’esame di maturità del 2022. Un esame che, se paragonato a quelli soltanto orali a causa della pandemia dei due anni scorsi, ha avuto un sapore del tutto particolare e nuovo. La prima prova di italiano è stata ministeriale: ai candidati sono state proposte 7 tracce, 2 letterarie (Verga e Pascoli) e le altre 5 di attualità – un testo argomentativo o un tema partendo da spunti o riflessioni di alcuni personaggi celebri, come Liliana Segre o il premio Nobel per la fisica Giorgio Parisi. La seconda prova invece era diversa in base all’indirizzo, per lo Scientifico c’era matematica, e preparata dai docenti dell’istituto stesso.

È tornata l’ansia prima di dormire la notte prima degli esami; è tornata l’attesa vissuta tra i banchi prima che venissero consegnate le prove, chiedendosi quali autori sarebbero usciti oppure quale esercizio di matematica ci sarebbe stato da svolgere; è tornato quel sentimento di liberazione al momento della consegna e dell’uscita da scuola; sono tornati i momenti di confronto fuori da scuola con i compagni conosciuti 5 anni prima e diventati parte indispensabile della vita di ogni studente; è tornata l’attesa per l’esito degli scritti e quella soddisfazione nel vedere che gli sforzi di tutti siano stati ripagati.

Ovviamente l’esame di maturità è sempre uno snodo fondamentale nella vita di ognuno, ma la possibilità di poter tornare a farlo scritto è stata in qualche modo una sorta di ritorno alla tradizione: gli studenti nelle proprie famiglie si sono certamente confrontati con chi ha fatto questo esame molto tempo prima, e anche per i genitori è stato un “ritorno al passato”.

Ma come si prepara l’esame scritto di maturità?

Ovviamente questo cambia da persona a persona: c’è chi la sera prima, deve “sfogarsi” e quindi esce a sta fuori fino a tardi; chi sta sui libri fino all’ultimo perché vuole essere sicuro di aver ripassato tutto; chi sta con gli amici e le persone più care, tra le note dell’immancabile canzone di Antonello Venditti “Notte prima degli esami” e i pensieri su quello che sarà il giorno dopo, o quello che è stato nei 5 anni prima. Ciò che è certo è che, i ragazzi che sono arrivati fino a qui, sono tutti all’altezza di questa prova.

Lo scritto di italiano non è stato esente da polemiche dovute ad errori presenti nelle tracce letterarie: la novella “Nedda” di Verga è stata descritta come “verista” dal ministero, quando in realtà questa tesi è già stata superata da anni; anche nella traccia su Pascoli vi era un refuso, fatto notare da un docente del Bresciano – “il femminil lamento” viene paragonato da Pascoli al treno e non al telegrafo, a differenza di ciò che era scritto nella nota. A parte ciò, le tracce assegnate non hanno certamente deluso le aspettative: Verga e Pascoli sono due tra gli autori più importanti dell’Ottocento ed erano tra i più gettonati nel “totomaturità”; le altre tracce hanno permesso agli studenti di poter parlare di argomenti molto attuali come covid e cambiamenti climatici, oppure di altri molto vicini ai giovani come musica e social network.

Sicuramente i maturandi, dopo 2 giorni di prove durate 6 ore, erano stremati e per riprendersi hanno avuto bisogno di almeno una giornata intera di “letargo”. Ma ormai manca soltanto l’ultimo passo, l’esame orale, che sancirà la fine di un percorso molto arduo, ma indimenticabile. Tuttavia questo sarà anche l’inizio di nuove avventure che porteranno i maturandi verso l’età adulta: nuovi viaggi, nuove conoscenze, nuovi studi, nuove opportunità.

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