Qualche rallentamento si vede, ma la spinta inflazionistica non accenna a fermarsi: è il quadro che emerge dallo studio dell’Istat nella sua stima preliminare su luglio: nel mese “i prezzi sono cresciuti dello 0,4% su giugno, e del 7,9% sul luglio del 2021”.

Il rallentamento dei prezzi dei beni energetici che si registra a luglio – aggiunge l’Istituto – “non frena l’onda lunga delle tensioni inflazionistiche”, che si stanno diffondendo agli altri comparti merceologici. Salgono i prezzi del cosiddetto “carrello della spesa”: +9,1%, registrando un aumento “che non si osservava da settembre 1984”.

Evoluzione dell’inflazione italiana dal 2017 ad oggi (Fonte ISTAT)

Secondo la classifica pubblicata dalla UNC (Unione Nazionale Consumatori) è il Trentino il territorio con maggiori rincari: la città di Bolzano, infatti, è in testa alla classifica dei capoluoghi e delle città con più di 150.000 abitanti più care, con un’inflazione annua pari a +10% che si traduce in una maggiore spesa aggiuntiva annua equivalente di ben 2.658 euro. Al secondo posto c’è Trento, dove il rialzo dei prezzi del 9,5% determina un incremento medio di spesa pari a 2.486 euro per famiglia. Firenze registra un’inflazione annua pari al +8,6%, mentre nella Capitale si osserva un valore del +7,5%, inferiore alla media nazionale. La città più “virtuosa”, invece, è Campobasso, con un’inflazione del 6,9% e una spesa aggiuntiva per famiglia di 1.263 euro.

Con inflazione (dal latino inflatio “enfiamento, gonfiatura”), in economia, si indica l’aumento prolungato del livello medio generale dei prezzi di beni e servizi in un determinato periodo di tempo, che genera una diminuzione del potere d’acquisto della moneta.

Le cause del fenomeno vengono generalmente così individuate:

  • inflazione da domanda: un eccesso di domanda di beni e servizi rispetto all’offerta di beni e servizi provoca un aumento dei prezzi, se e fino a quando la produzione non riesce ad adeguarsi. È la spiegazione data dal noto economista britannico John Maynard Keynes.
  • inflazione da costi: l’aumento dei costi di produzione, in particolare delle materie prime e del lavoro, provoca la reazione delle imprese che aumentano i prezzi di vendita dei prodotti.
  • inflazione da eccesso di moneta: la teoria monetarista attribuisce l’inflazione all’espansione incontrollata dell’offerta di moneta da parte delle banche centrali.

Anche secondo l’Osservatorio mensile pubblicato da Findomestic Banca il 12 agosto 2022 per gli italiani questo è il momento meno favorevole degli ultimi 12 mesi per fare acquisti: alle preoccupazioni per inflazione e rischio recessione si aggiungono quella per il clima e per l’instabilità politica.

L’instabilità politica unita allo spettro dell’inflazione ha genera un nuovo calo delle intenzioni d’acquisto (-5,9%) degli italiani dopo l’avanzata di fine giugno (+11,8%). L’Osservatorio Findomestic di agosto, realizzato dalla società di credito al consumo del Gruppo BNP Paribas in collaborazione con Eumetra, ha rilevato negli ultimi giorni di luglio, oltre ai timori ormai consolidati verso l’aumento dei prezzi (48%) e una possibile recessione economica del Paese (41%), la preoccupazione per l’instabilità politica (25%), che mette a rischio per l’11% degli intervistati l’erogazione dei fondi PNRR all’Italia, e una crescente ansia per il cambiamento climatico (35%).

5 3 votes
Article Rating