Emiliano Bosca, uomo di 83 anni è un paziente più unico che raro. Dopo 4 ore di intervento, quest’anziano signore si sveglia ed esclama: “Quando mi sono risvegliato e ho iniziato a vedere i contorni delle mie dita e della mano, è stato come nascere di nuovo“. Emiliano è infatti il primo paziente che tramite un innovativo trapianto della cornea ha riacquistato completamente la vista dall’occhio destro. L’intervento è stato eseguito nell’Ospedale Molinette di Torino il quale si è da sempre distinto per quanto riguarda ricerca e trapianti. 

l’équipe: a sinistra, Enrica Sarnicola, Enza Suozzo, Vincenzo Sarnicola, Michele Reibaldi

Ad operare una équipe costituita dal professor Michele Reibaldi (Direttore della Clinica Oculistica universitaria dell’Ospedale Molinette della Città della Salute di Torino), ed esperto chirurgo retinico, e dal professor Vincenzo Sarnicola (Presidente della Società Italiana della Cornea e della Staminalità della Superficie Oculare (SICSSO) e consigliere del direttivo della Società Italiana di Scienze Oftalmologiche (S.I.S.O.), coadiuvato dalla sua collaboratrice Enrica Sarnicola.

La nascita del trapianto di cornea “a tutto spessore

L’austriaco Eduard Zirm, nel 1905, eseguì il primo trapianto di cornea considerato moderno. Infatti, in un ospedale di quella che oggi è la Repubblica Ceca, il chirurgo operò un operaio quarantenne il quale, a causa di un incidente sul posto di lavoro con la calce viva, era rimasto ipovedente. Zirm utilizzò la cornea di un ragazzo morto prematuramente: il trapianto ebbe esito positivo. Infatti dopo poco tempo l’operaio recuperò la vista da un occhio, grazie ad una nuova cornea trasparente. Un ulteriore passo verso i trapianti contemporanei è effettuato dall’oculista russo Vladimir Filatrov nel 1931. Grazie a quel trapianto, e alle sue ricerche di tecniche per la conservazione delle cornee in attesa dell’operazione, l’oculista è ricordato come il padre fondatore di questo tipo di trapianti.
Ad oggi si parla di trapianto di cornea a tutto spessore, questo tipo d intervento la sostituzione della sola cornea che ha perso la sua trasparenza con una cornea sana proveniente da un donatore deceduto.

Vladimir Filatov visita una paziente

Nel caso della peculiare operazione delle scorse settimane, abbiamo assistito all’utilizzo di una procedura chirurgica innovativa e del tutto inedita attraverso la quale i medici sono riusciti a ricostruire un occhio funzionante da due occhi non vedenti:  l’autotrapianto di cornea allargato a sclera e congiuntiva.

L’unicità dell’intervento e del paziente

Emiliano Bosca da 6 anni viveva completamente al buio a causa di due gravi patologie; la prima che lo aveva colpito 30 anni fa all’occhio sinistro causandogli una cecità retinica irreversibile; la seconda, una malattia cronica rara (pseudo pemfigoide oculare) che ha distrutto la cornea e purtroppo anche la superficie oculare. Di conseguenza negli ultimi 10 anni gli aveva causato una progressiva perdita della funzione visiva all’occhio destro. Il paziente, in precedenza, si era sottoposto a due trapianti di cornea tradizionali a tutto spessore; entrambi falliti per la mancata funzionalità della superficie oculare. “Normalmente la cornea presenta un tasso di rigetto molto più basso rispetto ad altri organi vascolarizzati, ma in presenza di un’alterazione diffusa di tutta la superficie oculare, come nel caso del paziente, questo rischio diventa altissimo” ha spiega Sarnicola parlando degli interventi non riusciti in precedenza. “In particolare, un danneggiamento delle cellule staminali del limbus, la zona tra la cornea e la congiuntiva, determina il fallimento irreversibile del trapianto”.

In estrema sintesi il paziente per problemi retinici aveva irrimediabilmente perso la funzionalità dell’occhio sinistro, mentre l’occhio destro aveva mantenuto una potenzialità di recupero che però si era rivelata vana con trapianti tradizionali  –  riferisce Reibaldi  – Abbiamo deciso di coinvolgere il professor Sarnicola  –  continua  –  perché notissimo nel mondo per aver proposto e realizzato tecniche alternative ai trapianti perforanti tradizionali“.

In breve, i chiarimenti forniti dai professori

In questo peculiare intervento, per la prima volta al mondo, è stato realizzato un autotrapianto dell’intera superficie oculare prelevata dall’occhio sinistro, comprendente non solo la cornea, ma anche di una parte di sclera e tutta la congiuntiva

Spiega Reibaldi:  “In pratica un terzo dell’occhio sinistro è stato autotrapiantato nell’occhio destro, che quindi è stato ricostruito ed è tornato a vedere“. L’occhio sinistro è stato poi ricostruito con tessuti da donatore solo a scopo estetico.

Il professor Reibaldi aggiunge inoltre:  “L’intervento è stato straordinario e il paziente, oggi dopo due settimane ha ripreso a vedere e si muove autonomamente

L’intervento è stato eseguito prelevando dall’occhio sinistro, irrecuperabile dal punto di vista funzionale, ma con la cornea e la superficie oculare in buona salute, tutta la congiuntiva, tutta la cornea e due millimetri di sclera, in un unico pezzo  –  spiegano Reibaldi e Sarnicola -. In pratica un terzo dell’occhio sinistro è stato autotrapiantato nell’occhio destro, che quindi è stato ricostruito ed è tornato a vedere“.

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