Lunedì 8 Maggio Domenico Savini, genealogista ed esperto di famiglie reali e Cristina Perco, giornalista e scrittrice, sono stati ospiti a Rai 1 per parlare e discutere di quello che è stato uno degli eventi più celebri dell’ultimo ventennio. Come in un libro di storia, sovrani e capi di Stato, si sono riuniti nella capitale del Regno Unito, Londra, per celebrare l’incoronazione di Carlo III. Un evento seguito da tutto il mondo, un’attrazione unica nel suo genere e capace di avvicinare milioni e milioni di persone. A Unomattina, Una corona per Carlo, il professor Savini e la giovane Cristina Perco ci hanno regalato uno splendido intervento, rendendo più chiare, a noi meno esperti, le dinamiche del glorioso evento e mettendosi a disposizione per ogni sorta di questione o dubbio riguardo alla famiglia reale inglese. Durante il programma si è parlato dell’atmosfera che si respira a Londra a quarantotto ore dall’incoronazione, dell’influenza che il monarca e gli altri reali hanno nelle piazze inglesi e, soprattutto, di ciò che rappresenta al giorno d’oggi la corona inglese, fra polemiche e haters.

Il professor Savini, sempre cortesemente più vicino alla nostra testata e presente fra le pagine del Leomagazine, ci ha concesso un ulteriore approfondimento sulla giornata dedicata a Carlo e alla sua incoronazione.

 L’incoronazione di Carlo è stata un evento importantissimo, quasi da libri di storia. Era da più di 70 anni che non si vedevano eventi di tale portata. Come ci si prepara per una cosa del genere? Cosa si prova?

Si sente una grande emozione perché, come dicevi tu, sono settant’anni che non si assiste a un evento del genere, nemmeno per i più anziani di noi. Quelli che possono ricordarselo hanno più di ottant’anni, per cui non sono poi tantissimi, anche perché forse quando avevano dieci anni non stavano a guardare queste cose. Quindi gente che poteva avere 15 anni settant’anni fa adesso ne ha 85. Una grande emozione perché appunto nessuno di noi, o meglio quasi nessuno di noi, ha mai visto una cosa del genere. Lo stesso re Carlo, all’epoca dell’incoronazione di sua madre, aveva poco più di cinque anni. Per cui non so se si ricorderà lui stesso molte cose dell’incoronazione, penso di no. Eccolo là, nella fotografia, insieme a me.

E’ stata un’incoronazione in cui è andato tutto per il meglio?

È andato tutto liscio. Dietro queste cose c’è un’organizzazione perfetta. Già quando la regina Elisabetta ha cominciato ad avere più di novant’anni hanno iniziato a fare le prove per quello che sarebbe dovuto accadere dopo. Perché? Perché, come poi è accaduto veramente, in caso di morte improvvisa, bisognava essere tutti già pronti. Per cui le prove dell’incoronazione erano già state fatte da tempo.

Poi un appunto riguardo all’intervento che ha fatto a Rai uno: un giornalista ha definito la monarchia, questo tipo di regime, obsoleto, antico. Cosa ne pensa di questa definizione?

Allora obsoleto… innanzitutto, viviamo in un’epoca in cui siamo dominati dal dio denaro, di conseguenza tutto quello che lo produce, va bene, se non è ovviamente una cosa disdicevole. Un’incoronazione fa parte di una tradizione millenaria per quello che riguarda l’Inghilterra e soprattutto, come ho detto anche nella mia intervista televisiva, fa guadagnare molto più di quello che fa spendere, è uno spettacolo, è come un grande set cinematografico: è “il film che ha guadagnato di più negli ultimi dieci anni”. È lo spettacolo mediatico che ha fatto guadagnare di più, perché ha mosso poi un indotto: le persone che sono nate a Londra hanno fatto lavorare alberghi, aeroporti, aerei, ferrovie, alberghi, ristoranti, gadget che vendono, piatti, tazze, qualsiasi cosa. Quindi la monarchia è il più grosso business che abbia l’Inghilterra, senza ombra di dubbio.

Quindi, secondo lei cos’è che crea così tanto scalpore per questo evento nelle piazze inglesi? Perché ha così tanta importanza?

Perché in fondo la monarchia è amata. La monarchia corrisponde all’Inghilterra più che il papato in Italia, perché c’è proprio un tifo quasi da “stadio”, un esempio eclatante è  quando i reali si sono affacciati al balcone.

 Il Re è ancora visto come una sorte di leggenda da parte degli inglesi?

Sì, una leggenda vivente. Più i momenti sono difficili e più la gente vuole ancora credere alle favole. In fondo, vedere un re con la carrozza e la corona fa pensare a una favola e quindi queste sono sempre cose che al pubblico piacciono.

E secondo lei da questo momento cambieranno certe certe cose nella famiglia reale, ora che Carlo è diventato re?

Qualcosa cambierà di sicuro, perché a ogni regno corrisponde sempre un cambiamento, se no si rimarrebbe sempre all’epoca della Regina Vittoria. Se pensi soltanto che fino a qualche anno fa, come hanno detto tutti i commentatori, vedere incoronata regina Camilla era una cosa addirittura impensabile. Perché come tu sai ci sono state tutte le vicissitudini matrimoniali legate a Diana prima e a Camilla, quindi l’idea che l’attuale regina sia stata incoronata è una cosa, ripeto, che fino a pochi anni fa era considerata impensabile. Quindi sici cambiamenti ci sono e ci devono essere. Sono state sottolineate certe “svecchiature”: il corteo invece di essere di otto chilometri è stato di due, quindi hanno cercato di accorciare i tempi e semplificare il più possibile la cosa. Quello che rimane è il re col mantello e la corona, unico ormai al mondo. In definitiva, la gente può criticare, può dire lei è bella, non è bella, lei sta bene con la corona, non sta bene con la corona, era meglio Diana, non era meglio Diana, però alla fine quello che rimane è vederla adesso sulla carrozza coi cavalli, con la corona, perché è questo che in definitiva piace.

Però come dice lei, ci sono tanti commenti a riguardo dei re e delle regine. Quindi crea tante influenze, tanti pensieri, la figura del monarca.

La figura del monarca è sempre vista con una grande curiosità, una curiosità che c’è sempre stata. Ora poi i reali inglesi sono quelli con più visibilità. La curiosità va a periodi: per esempio, mi ricordo quella che c’è stata per i principi di Monaco all’epoca delle due figlie di Grace Kelly. Quindi per tutti gli anni 60 e 70 c’è stata una grande curiosità che riguardava il principe di Monaco, mentre verso i sovrani inglesi non c’era. Poi con l’arrivo di Lady Diana si sono accesi i riflettori sulla monarchia britannica, perché era bella, perché era giovane, era simpatica, aveva uno stile tutto suo, era elegante e soprattutto per la sua bellezza, perché era la principessa delle favole.

Proprio a questo riguardo c’è stata una celebre cantante, Katy Perry, che ha indossato un outfit proprio ispirato all’iconica Lady Diana. Secondo lei questa è una sorta di provocazione?

No, non era una provocazione, era un modo come un altro per farsi notare … O se lo è stata, non lo era nei riguardi del re. Ma se vogliamo entrare in merito alle faccende private, purtroppo al giorno d’oggi, nell’epoca in cui viviamo, con i matrimoni combinati… bisogna dire che, per quanto Diana fosse bella, fosse iconica, fosse tante cose, a lui piace questa ed è innamorato di questa. De gustibus non est disputandum, come ti insegnano tutti i professori!

Poi avrei un’ultima domanda: c’è stato, durante la cerimonia, l’avvistamento di una figura oscura, vestita con la falce e il mantello, tipo la morte. Mi sa dire qualcosa?

Secondo me è una sovrapposizione fatta apposta col computer: adesso si fa qualsiasi cosa, ci si inventa qualsiasi cosa.  

Su Internet si parla di vendetta di Diana, ma è tutto finto?

Sì, è sicuramente una cosa fatta col computer. Non è possibile che facciano entrare qualcun altro: è senz’altro una sovrapposizione fatta con dei mezzi come usano adesso. Ora si può intervenire su qualsiasi cosa. È un tipo di sovrapposizione perché non è possibile, è impensabile coi sistemi di sicurezza che ci sono. Lo escludo nella maniera più categorica, fa parte del business anche quello.  Se ne parla… Tutto ciò che muove questo enorme business, è favorevole in fondo alla monarchia, perché se non ci fosse la monarchia non ci sarebbero tutte queste storie.

Ecco, se invece lei dovesse dirmi qualcosa che la ha impressionata maggiormente di tutta la cerimonia, cosa mi direbbe?

 Del rito dell’incoronazione mi è piaciuto moltissimo il fatto che il momento più solenne, più sacro, più intimo, non fosse visibile da nessuno. Il trono era girato dalla parte dell’altare e non dalla parte del pubblico. Il momento dell’incoronazione lo abbiamo visto noi perché c’era qualcuno che filmava, ma in chiesa non l’ha visto nessuno, mentre il momento dell’unzione non l’hanno visto neanche le telecamere, era intimo. Una cosa sacra.

Infine, vuole aggiungere un commento, qualcosa che non è venuto fuori?

Innanzitutto, io sono assolutamente favorevole a lui (Re Carlo) perché è un uomo che si prepara da tutta la vita al suo lavoro e trovo sciocche le considerazioni che dicono che un uomo di 74 anni non debba essere Re. Il papa è stato eletto a 76! I papi vengono eletti a fine carriera, i presidenti della repubblica italiana vengono eletti a fine carriera, non viene mai eletto un presidente che non abbia un avuto un curriculum. Il pontefice deve essere prima prete, poi vescovo, poi cardinale. Raramente si diventa papi a 50 anni, ma sotto i 50 non credo sia mai successo. Quindi queste critiche rivolte soprattutto alla persona le trovo cattive, inutili e ridicole; dato che la mia età corrisponde – sono più giovane di quattro anni – chi critica i settantenni non si rende conto che senza le radici non crescono gli alberi! I ragazzi, i giovani, senza l’esperienza e la scorza che abbiamo noi, cosa farebbero? Vittoria è diventata regina a 18 anni, Elisabetta a 26, ma hanno dovuto fare proprio una rincorsa per arrivare a un buon punto di partenza. Quindi il settantenne non vedo perché non debba diventare re se non è malato, se è sano di mente e di corpo.

Il prof. Savini a Unomattina.
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