Lo scorso martedì, al Teatro del Maggio Musicale fiorentino, è stata rappresentata l’ultima replica della Historia de Carmen, una riduzione di uno degli spettacoli più celebri nel mondo lirico, la Carmen di Georges Bizet. Alla messinscena dell’opera, in prima rappresentazione assoluta, hanno partecipato 300 bambini che hanno aderito alla XVI edizione il Progetto “All’Opera…Le scuole al Maggio”, un progetto di Fondazione CR Firenze, ideato e realizzato dalla compagnia Venti Lucenti in collaborazione con l’Assessorato all’Educazione, Welfare e Immigrazione del Comune di Firenze (Le Chiavi della Città) e il Teatro del Maggio Musicale, che dal 2006 ha portato in scena 14 riduzioni d’opera, con 70 alzate di sipario, 10.000 studenti in palcoscenico, 25.000 studenti che hanno cantato dalla platea, 2.500 insegnanti, 400 studenti in PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento).

I bambini, dopo mesi di preparazione, hanno affiancato sul palcoscenico della Sala Mehta gli attori, i cantanti e i musicisti professionisti come attori e come coro di voci bianche, preparati da, Anastasiya Byshlyaha, Saverio Mancuso e Diana Gaci Scaletti. Grazie alla loro presenza nello sfondo, le scene sono diventate un’esplosione di allegria e dinamismo, aggiungendo un effetto più accattivante di quanto abbiano fatto il vasto uso di brillantini e altre decorazioni colorate. Le scene, realizzate da Daniele Leone, le luci a cura di Andrea Locorotondo, e i costumi realizzati dal Laboratorio Venti Lucenti insieme ai reparti del Maggio, sono certamente riusciti a ricreare una Spagna allegra, vivace e festosa, che la presenza dei numerosi piccoli attori ha reso ancora più movimentata.

La regia, la scrittura scenica e i costumi sono stati ideati Manu Lalli, Direttore artistico di Venti Lucenti, la compagnia che da quindici anni, in collaborazione non solo con il Teatro Maggio Musicale Fiorentino, ma anche con l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma, l’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI, il Teatro Massimo di Palermo, l’Orchestra della Toscana, il Teatro Coccia di Novara, Teatro Il Maggiore di Verbania, si impegna ad avvicinare i giovani al mondo del teatro attraverso progetti didattici. Ogni anno propone una riduzione di uno spettacolo del cartellone del Teatro del Maggio, adatta al pubblico più giovane del Maggio, coinvolgendo classi di ragazzi delle scuole elementari e medie nella sua realizzazione.

La trama originale dell’opera è rimasta quasi intoccata, ma è stata incorniciata da una vicenda esterna: trasformando lo spettacolo in una storia in una storia, la regista Lalli è riuscita ad unire musica e prosa narrativa per rendere l’opera più accessibile alle giovani menti, che numerosi occupavano le file della sala, affollata da un pubblico di ogni età. Il sipario si apre in un ambiente oscuro dove un anziano scrittore, Prosper Mérimée, interpretato da Stefano Mascalchi, in cerca di informazioni sulla leggenda della bella Carmen per il suo manoscritto, incontra dei tizi loschi, Dancario, Fasquita e Remendado, interpretati da Gabriele Zini, Chiara Casalbuoni e Roberto Salemi, che, dopo aver estorto denaro al povero scrittore, decidono di raccontargli la storia d’amore tra Don José, e la gitana Carmencita.

Buona la recitazione dei quattro attori/narratori, che con la loro gestualità e la loro voce hanno saputo conferire al loro racconto a tratti la dovuta drammaticità, in altri la giusta vivacità divertendo il pubblico. Ad animare i protagonisti della vicenda di Carmen, tre solisti dell’Accademia del Maggio Musicale Fiorentino: Xenia Tziouvaras ha interpretato una buona Carmen (il 5, ore 10.30, il 6 e il 7, ore 20, mentre da Aleksandra Meteleva nelle altre repliche), anche se in alcuni punti un po’ spenta e poco intonata, è riuscita comunque a trasmettere il dolore e la passione del suo personaggio; ottima la voce e l’intonazione di Oronzo d’Urso nei panni di Don Josè (il 5, ore 10.30, il 6 e il 7, ore 20, recitato nelle altre rappresentazioni da Alfonso Zambuto); meno vivace e forte la performance di William Hernandez che ha rappresentato Escamillo (interpretato da Filiberto Bruno il 5, ore 10.30, il 6 ore 10.30).
La direzione è stata affidata al maestro Giuseppe La Malfa che ha saputo guidare egregiamente l’Orchestra Giovanile Italiana, ampiamente applaudita dal pubblico in sala.

Insomma per alcuni questo metodo di raccordare le arie più celebri con momenti di narrazione sia una banalizzazione dell’opera lirica, ma l’abilità della regista e scrittrice Lalli si è dimostrata proprio in questa sintesi di momenti diversi, che però non ha stravolto il significato dell’opera ma anzi lo ha sottolineato per renderlo più “digestibile” agli occhi e alle orecchie di un bambino. D’altronde la Carmen è una scelta ardita come spettacolo da proporre ai più giovani: il tema del femminicidio è stato mostrato in tutta la sua crudezza e attualità, la bella Carmen che cerca di preservare la sua libertà in conflitto con la possessività di Don Josè, il quale invece cerca di sopprimerla arrivando addirittura ad ucciderla in pieno giorno, mentre poco lontano la gente sta acclamando il torero, indifferente alla morte della donna. Carmen diventa un simbolo di tutte le donne che sono state uccise e ancora vengono uccise, vittime di “amore” che le ha private della loro libertà e della loro vita.

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