In occasione dell’avviamento del progetto musicale del Maggio Musicale Fiorentino C’è Musica & Musica in data primo ottobre 2023, dedito alla divulgazione musicale obbiettivo è quello di avvicinare i giovani all’ambito teatrale, rivolgendosi alle famiglie e a tutti coloro che vogliono approfondire l’affascinante mondo dei suoni. Il progetto si svilupperà in sette domeniche a partire proprio dal 1 ottobre arrivando fino al 17 dicembre 2023 per un totale di otto spettacoli; a riguardo abbiamo avuto l’occasione di intervistare Giovanni Vitali, Responsabile della Promozione Culturale del Maggio Musicale Fiorentino e presentatore di questi otto concerti insieme a Cristina Bersanelli.

Quest’anno il Maggio si presenta molto aperto alle famiglie, infatti in tabellone sono presenti diversi progetti e spettacoli dedicati a questa fascia di pubblico come il progetto “C’è Musica & Musica”. Come è nata quest’idea in particolare?

L’idea nasce dal fatto che molte persone del pubblico osservano la mancanza di educazione musicale in Italia e noi non essendo un’istituzione di formazione, ma di produzione cerchiamo di trovare una soluzione a questo problema, rendendoci conto di come anche attraverso la produzione stessa si può fare educazione e divulgazione. Ci siamo chiesti dunque come noi potessimo educare il pubblico e la risposta è stata individuata in una serie di concerti e per dare un nome a questo progetto, ci siamo rifatti a una trasmissione prodotta dalla RAI, chiamata per l’appunto “C’è Musica & Musica”, condotta da Luciano Berio, di cui quest’anno ricorre il ventesimo anniversario della scomparsa, e dunque individuando in questo progetto anche un modo per rendergli omaggio; questa trasmissione era infatti dedicata a far conoscere al grande pubblico la musica classica con l’obbiettivo di farlo appassionare al tema.

Parlando dei prossimi spettacoli, quale è al momento l’affluenza che ci si aspetta dopo la riapertura del botteghino?

In questo momento siamo in un periodo di riproposta e confidiamo molto nella presenza del pubblico e soprattutto ci affidiamo a questi progetti basati sull’originalità e sicuramente anche sui nostri direttori come il direttore principale Daniele Gatti e il direttore onorario Zubin Mehta, affidandoci contemporaneamente a molti nuovi direttori, che saranno presenti nella prima e seconda parte del programma. Infatti abbiamo presentato finora solamente la stagione che va da settembre a dicembre, ma per quanto riguarda il programma della stagione da gennaio al Maggio dell’anno prossimo, posso anticipare che avremo davvero molti nomi nuovi e da scoprire, sia per quanto riguarda i direttori sia per quanto riguarda i cantanti; stiamo cercando in questo modo di recuperare quella che per molto tempo è stata una delle caratteristiche fondamentali del Maggio Musicale, ovvero cercare di lanciare i giovani artisti e con l’obbiettivo di rendere in questo modo il pubblico ancora più curioso e numeroso.

Guardando sempre allo stesso progetto “C’è Musica & Musica” e alle sue otto tappe, ci si chiede se esse siano state scelte casualmente o se nell’insieme indichino all’ascoltatore un tragitto nel mondo del teatro e più in generale in quello della musica.

Per questo progetto siamo partiti dell’ABC della musica, cioè dal far conoscere gli strumenti musicali e le forme della musica, abbiamo perciò messo insieme quattro brani molto popolari che aiutano ad introdurre il pubblico agli strumenti dell’orchestra. Abbiamo scelto quindi: Il carnevale degli animali di Camille Saint-Saëns; la Storia di Babar, l’elefantino di Francis Poulenc; la Guida del giovane all’orchestra di Benjamin Britten; e Pierino e il lupo di Sergej Prokof’ev; questi sono quattro pezzi che utilizzano gli strumenti dell’orchestra abbinandoli a degli animali o a dei personaggi, rendendo così l’associazione visiva e uditiva molto facile per l’ascoltatore. Abbiamo poi quattro concerti dedicati alle forme, si parte dunque dalla musica con voci, per cui inizieremo con una rappresentazione dei Carmina Burana di Carl Orff, seguita da uno dei così detti concerti grossi, ovvero Non ci sono più le mezze stagioni: La Primavera e L’Autunno di Antonio Vivaldi. Successivamente il concerto solista dove tre delle nostre prime parti eseguiranno i primi movimenti di tre grandi concerti, in cui spiccheranno anche i tre strumenti gravi ad arco per eccellenza, ossia la viola, il violoncello e il contrabbasso e che in modo scherzoso abbiamo chiamato Tris di primi: i primi tempi di tre grandi Concerti. Infine concludiamo con la sinfonia, la forma per eccellenza della musica classica con due titoli molto popolari, la Sinfonia K. 550 di Mozart e la Quinta di Beethoven, messe insieme in un concerto intitolato Wolfi&Ludvi, proprio per dare al pubblico una sensazione di familiarità con questi due grandi compositori. Per dirigere questo progetto abbiamo chiamato dei giovanissimi direttori d’orchestra, compresi trai venti e i trent’anni e per la recitazione dei primi quattro progetti, avremmo attori fiorentini molto celebri come Gaia Nanni e Lorenzo Baglioni e anche esperti divulgatori come Davide Gasparro e Alfonso Antoniozzi.

Negli ultimi decenni si è tristemente notato un allontanamento dei giovani dal mondo del teatro d’opera; il Maggio in passato ha mostrato interesse per l’argomento, ne sono una prova le Maggiocard. Questo tipo di abbonamenti secondo lei sono sufficienti ad attrarre il pubblico giovanile o sarà necessario nel prossimo futuro fare ancora di più per evitare che i teatri si spopolino progressivamente?

Penso che sia sempre necessario fare qualcosa di più, non bisogna mai accontentarsi di quello che facciamo, ma c’è da dire che una politica dei prezzi da parte del Maggio verso i giovani c’è sempre stata, anche se certamente può essere ampliata, ma penso che al momento con dei prezzi vantaggiosi come quelli della Maggiocard, che permette di andare a vedere i concerti a 10 euro e l’opera a 15 euro, sia di primaria importanza risvegliare l’interesse dei giovani e non solo, e questo deve essere fatto, come ho già detto, attraverso artisti nuovi e opere originali. Ovviamente non può essere tutto a senso unico e dunque anche il pubblico deve essere disponibile, il teatro deve fare la sua parte e altrettanto deve fare il pubblico per instaurare così una sorta di collaborazione che permetti la sopravvivenza del teatro.

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