Nell’ultimo fine settimana di ottobre l’ora solare torna al posto dell’ora legale: 60 minuti di luce in più la mattina a partire da domenica 29 ottobre

Il cambio dell’ora è un argomento che da anni suscita discussioni e controversie, e il 2023 non fa eccezione. Il momento esatto in cui si cambierà l’ora è alle 3 del mattino di domenica 29 ottobre. A quell’ora, le lancette dell’orologio vanno portate indietro di un’ora, così che diventino le 2. Da molto tempo ormai la maggior parte dei dispositivi elettronici, smartphone compresi, effettua questo aggiustamento automaticamente, mentre è sempre necessario farlo manualmente sugli orologi e i dispositivi analogici. Il cambiamento dell’ora di notte è stato scelto per ragioni pratiche. Durante la notte, infatti, c’è una minor circolazione di bus, treni e mezzi di trasporto in generale. Il disagio causato dal cambiamento è quindi minore e ci sono meno ostacoli logistici da affrontare.

L’adozione dell’ora legale è una convenzione stabilita oltre un secolo fa con l’obiettivo principale di risparmiare energia. L’idea era quella di sfruttare al meglio la luce solare durante il periodo estivo, estendendo il suo utilizzo nelle ore serali e riducendo così la dipendenza dalla luce elettrica. Si stima che negli ultimi 18 anni l’ora legale abbia portato a un risparmio totale di circa 10,9 miliardi di kWh in Italia, generando un risparmio economico di circa 2 miliardi di euro per i cittadini.

In molti paesi, si utilizza una terminologia più diretta per designare l’ora legale, ovvero «orario estivo». Una denominazione più precisa perché riferita allo scopo del cambiamento d’orario e quindi slegata dal riferimento alla stagione estiva, è quella di «orario di risparmio della luce diurna» (dall’inglese: daylight saving time, DST).

Origini

Nelle società antiche e prima della diffusione degli orologi, l’organizzazione delle civiltà agricole non si basava su bioritmi fissi come nelle moderne civiltà industrializzate. I contadini, che costituivano la grande maggioranza della popolazione, si alzavano sempre all’alba seguendone inconsciamente il progressivo anticipo in primavera o ritardo in autunno: nell’impero romano la cosiddetta “ora prima” era sempre quella che seguiva il sorgere del sole, indipendentemente dall’istante in cui questo evento astronomico si verificasse. Nell’età contemporanea l’espediente dell’ora legale non fa che riprodurre almeno in parte questo antico spostamento dei bioritmi umani a seconda delle stagioni.

Già nel 1784, Benjamin Franklin, l’inventore del parafulmine, pubblicò un’idea sul quotidiano francese Journal de Paris che aveva come l’obiettivo di risparmiare sulla spesa in candele. Sostanzialmente Franklin non propose di spostare il tempo, bensì di obbligare la popolazione ad alzarsi ad orari più mattinieri, esercitando varie forme di pressione (tassazione delle persiane, razionamento candele, divieto di circolazione notturna ed una sveglia rumorosa all’alba). Tale proposta non ebbe successo ma fu ripresa un secolo dopo da un lavoro dell’entomologo neozelandese George Vernon Hudson che, nel 1895, presentò un documento alla Società Filosofica di Wellington, proponendo uno spostamento in avanti degli orologi di due ore. Per la definitiva applicazione, però, fu necessario aspettare il contributo del costruttore britannico William Willett che, nel quadro delle esigenze economiche provocate dalla prima guerra mondiale, spinse la Camera dei Comuni ad introdurre, nel 1916, il British Summer Time, che implicava lo spostamento delle lancette un’ora in avanti durante l’estate. Molti paesi imitarono il Regno Unito in quanto in tempo di guerra il risparmio energetico era una priorità.

Adozione dell’ora legale in Italia

Anche in Italia l’ora legale nacque come misura di guerra nel 1916, rimanendo in uso fino al 1920.

Dal 1940 al 1948 fu abolita e ripristinata diverse volte a causa della seconda guerra mondiale, per poi venire adottata definitivamente con la legge 503 del 1965. L’ora legale stabilita da tale legge, applicata per la prima volta nel 1966, durava quattro mesi, dall’ultima domenica di maggio all’ultima domenica di settembre. Tale durata venne estesa a sei mesi nel 1980 anticipando l’inizio alla prima domenica di aprile e poi dal 1981 all’ultima domenica di marzo. Un ulteriore prolungamento di un mese è stato introdotto nel 1996, insieme con il resto dell’Europa, quando la fine fu spostata all’ultima domenica di ottobre.

Europa

Il protocollo che regolamenta l’ora legale in Europa stabilisce che per i tre fusi orari Europei: Western European Time (WET, UTC+0), Central European Time (CET, UTC+1) ed Eastern European Time (EET, UTC+2), il cambio dell’ora avvenga l’ultima domenica di marzo e l’ultima domenica di ottobre allo scoccare delle ore 1:00 UTC. Per i paesi che adottano il fuso orario dell’Europa centrale (CET, UTC+1), tra cui l’Italia, quando scattano le ore 2:00 antimeridiane dell’ultima domenica di marzo gli orologi vengono spostati avanti di un’ora (ora solare CET+1, UTC+2), quindi l’ora che incomincerebbe alle 2:00 e terminerebbe alle 3:00 viene soppressa. Nel passaggio inverso (che avviene l’ultima domenica di ottobre), quando scattano le ore 3:00 antimeridiane si riporta l’orologio indietro di un’ora (torna l’ora solare CET, UTC+1), cioè l’ora che incomincia alle 2:00 e termina alle 3:00 viene ripetuta due volte.

Altri Paesi

In generale, i Paesi della fascia tropicale non adottano l’ora legale, in quanto la variazione delle ore di luce durante l’arco dell’anno è minima e non consente di avere ore di luce sufficienti la mattina per giustificare uno spostamento di lancette in avanti di un’ora per aggiungere luce alla sera.

Nell’emisfero australe, essendo le stagioni invertite rispetto all’emisfero boreale, anche l’ora legale segue un calendario invertito: in Australia è in vigore da ottobre a fine marzo o inizio aprile, con possibili variazioni da stato a stato.

In Africa l’ora legale è scarsamente usata e, in paesi come la Tunisia, viene applicata soltanto negli anni in cui il Ramadan cade in periodo di ora solare, in modo tale che non vengano artificialmente allungate le ore (diurne) di digiuno dei fedeli musulmani, precedenti il tramonto. In Russia dal 2011 ad ottobre 2014, è stata adottata per tutto l’anno l’ora legale. Da ottobre 2014 l’ora legale è stata abolita ed è tornata in vigore l’ora solare per tutto l’anno.

Vantaggi e svantaggi

Lo scopo dell’ora legale è quello di consentire un risparmio energetico grazie al minore utilizzo dell’illuminazione elettrica. L’ora legale non può ovviamente aumentare le ore di luce disponibili, ma solo indurre un maggior sfruttamento delle ore di luce che sono solitamente usate in modo non necessario a causa delle abitudini di orario.

Si consideri ad esempio una persona che dorma ogni giorno dalle 23 alle 7: d’estate il sole sorge ben prima delle 7, e quindi utilizzando l’ora legale è possibile sfruttare l’ora di luce dalle 6 alle 7 e ritardare di un’ora l’accensione della luce elettrica alla sera.

Come abbiamo visto l’ora legale è stata adottata definitivamente nel 1966. Gli italiani quindi sono ampiamente abituati al rituale del cambio dell’ora ma, ciò nonostante, le discussioni sulla sua rilevanza continuano a persistere.

Oggi il risparmio derivante dal cambio orario non è più così marcato come un tempo e, anche se alcuni studi mostrano comunque una discreta riduzione dei consumi elettrici, altri suggeriscono che i benefici energetici derivanti dal cambiamento dell’ora sono adesso minimi, o addirittura insignificanti. Vengono inoltre sempre più presi in considerazione gli effetti negativi sulla salute.

Alcune persone, ad esempio, lamentano problemi di sonno, cali di produttività e persino problemi di salute come sovrappeso e attacchi cardiaci. Nei giorni immediatamente successivi al cambio dell’ora, alcuni soggetti lamentano disturbi dovuti all’alterazione del ciclo sonno-veglia, un fenomeno simile a quello che si riscontra nelle persone che viaggiano in aereo tra paesi separati da diversi fusi orari (il cosiddetto jet lag). In America, infine, il passaggio tra ora solare e ora legale è stato collegato anche a una maggiore probabilità di incidenti stradali.

Ipotesi di abolizione del cambio nell’Unione europea

Negli ultimi anni c’è stato un crescente dibattito sulla possibile abolizione dell’ora solare.

Nell’Unione Europea sono gli stati del Sud a beneficiare di più dell’ora legale. La durata delle giornate non avrebbe variazioni enormi fra estate e inverno anche con l’ora solare, invece lo spostamento avanti delle lancette regala luce fino a tarda sera. Diverso il caso dei paesi del Nord dove le giornate estive sono naturalmente molto più lunghe di quelle invernali e i risparmi energetici non so paragonabili a quelli dei paesi più a Sud.

La questione è di competenza dell’Unione europea, in base alla direttiva 2000/84/CE. La Commissione europea sta valutando se abolire il cambio fra estate e inverno. Si tratta di scegliere se tenere costantemente l’ora invernale, oppure l’ora estiva, oppure ancora una media fra le due.

Nel luglio 2018 sul sito della Commissione europea si è svolta una consultazione pubblica aperta sulle disposizioni relative all’ora legale, in cui, tra le domande, nel caso di abolizione del cambio orario veniva posta l’alternativa tra il mantenere sempre l’ora solare o il mantenere sempre l’ora legale. La consultazione ha ottenuto 4,6 milioni di risposte – il numero più alto mai ricevuto da una consultazione pubblica UE.

L’abolizione dell’ora solare comporterebbe l’utilizzo dell’ora legale tutto l’anno, con il problema che d’inverno, con meno ore di luce a disposizione, uno slittamento in avanti di alba e tramonto potrebbe fornire sì un’ora di luce in più alla sera, ma anche una in meno ogni mattina, mentre le attività umane continuerebbero a svolgersi con lo stesso orario.

5 1 vote
Article Rating