Oggi ricorrono 78 anni dalla fondazione dell’UNESCO, l’Organizzazione delle Nazioni per l’Educazione, la Scienza e la Cultura. Essa nasce in seguito alla distruzione e alle numerosissime vittime causate dai due conflitti mondiali che hanno caratterizzato il XX secolo, cercando di creare i presupposti per garantire una pace tra tutti i paesi, ed è infatti così che si apre la sua costituzione: “I Governi degli Stati membri della presente Convenzione, in nome dei loro popoli, dichiarano: che, poiché le guerre nascono nella mente degli uomini, è nello spirito degli uomini che devono essere poste le difese della pace.”

L’UNESCO ha diversi obbiettivi: essa infatti si occupa di promuovere il dialogo interculturale e l’educazione in modo che ogni ragazzo e ragazza nel mondo possa accedere liberamente allo studio, proteggere e garantire la libertà d’istruzione. È per questo che l’UNESCO propone e realizza progetti di scambio culturale, scientifico e educativo.

L’idea di un’organizzazione internazionale e sovranazionale per la pace e la cultura era già presente prima dello scoppio del secondo conflitto mondiale, nel 1921, quando la società delle nazioni aveva dato vita alla Commissione internazionale per la cooperazione intellettuale (ICCI) a cui presero parte personaggi noti come Albert Einstein e Marie Curie. Con l’avvento del conflitto però tutti i lavori di questa cooperazione furono interrotti. Durante la seconda guerra mondiale, nel 1942, fu fondata la CAME (Conferenza dei Ministri Alleati) con l’intento di creare dei programmi internazionali per l’educazione da attuare quando la guerra sarebbe finita; subito dopo il conflitto si arrivò a capire che i soli rapporti politici internazionali e economico-finanziari non avrebbero potuto garantire la pace, che deve invece nascere e essere costruita attraverso il progresso scientifico e l’educazione; si avvertì dunque la volontà e la necessità di creare un’organizzazione più grande del CAME e nacque così l’UNESCO.

La giornata scelta come nascita di questa organizzazione specializzata coincide con quella della firma della sua costituzione, entrata poi in vigore il 4 novembre 1946. La costituzione è stata ratificata da venti paesi, tra cui, almeno inizialmente, non compare il nome dell’Italia che ne diventerà parte solamente l’8 novembre 1947. Ad oggi i paesi che aderiscono all’Unesco sono 194 assieme a 12 membri associati e la sede principale si trova a Parigi, a Place de Fontenoy.

Ciò per cui sicuramente l’UNESCO è ricordata, e che è considerato uno dei suoi obbiettivi principali, è quello di mantenere una lista dei patrimoni dell’umanità, importanti dal punto di vista culturale o naturalistico, da salvaguardare e proteggere. Attualmente l’UNESCO riconosce 1199 siti in 168 paesi; la maggior parte di essi sono siti culturali (933), ma anche naturali (227) e misti (39).

Il nostro paese è quello con più patrimoni dell’umanità, ne conta infatti 59, seguito da Cina (57) e poi da Francia e Germania (52). In Italia il primo patrimonio mondiale è stato riconosciuto nel 1979, titolo conferito all’arte rupestre della Valcamonica; tra i più recenti troviamo invece i portici di Bologna (nel 2021) e quest’anno è stato nominato patrimonio dell’umanità il “Carsismo nelle Evaporiti e Grotte dell’Appennino Settentrionale”.

Talvolta però l’UNESCO si è trovato al centro di diverse controversie come quando nel 2011 accettò l’ingresso della Palestina, con i voti contrari di Stati Uniti e Israele; quest’ultimo non è più rientrato a far parte dell’UNESCO, mentre nel giugno di quest’anno sono rientrati gli Stati Uniti; la vicenda, soprattutto alla luce dei conflitti a cui assistiamo in questi giorni, ci sottolinea quanto siano tesi i rapporti tra questi due stati.

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