L’associazione Medici senza frontiere, MSF, è una organizzazione non governativa improntata a fornire soccorso sanitario e assistenza di vari tipi. Nasce il 22 dicembre del 1971 a Parigi con 300 volontari, compresi 13 medici e giornalisti fondatori, ora ha sede a Ginevra in Svizzera e da quell’anno si impegna ogni giorno in prima linea pronto a portare soccorso medico-umanitario.

Cercano quotidianamente di fare un passo in più rispetto ai tradizionali principi di intervento umanitario, salvando vite ma pure denunciando e raccontando condizioni di guerra terribili. Si descrivono imparziali, in quanto offrono assistenza a chiunque, non importa il paese o la religione o l’orientamento politico della persona. Sono pure indipendenti a livello economico grazie a donazioni autonome, inoltre grazie al contributo di loro sostenitori, i quali forniscono il 97% del finanziamento dell’organizzazione, possono intervenire velocemente ed efficacemente. Infine sono neutrali, non si schierano da nessuna parte e non supportano gli obbiettivi delle parti coinvolte nel conflitto.

Principalmente gestiscono ospedali, cliniche e centri nutrizionali, chirurgia di guerra e routinaria, forniscono supporto psicologico per le vittime di traumi e guerre. Portano avanti campagne di vaccinazione d’emergenza e routine. Lavorano in più di 70 Paesi nel mondo i contesti molto diversi, esempi sono gli sbarchi nelle coste italiane o aiuti a Gaza e Ucraina.

MSF ha 5 grandi centri operativi in Belgio, Francia, Svizzera, Paesi Bassi e Spagna e da tre associazioni regionali per la gestione di attività più piccole.

Il primo intervento dell’associazione fu a Managua, capitale del Nicaragua, per assistere le vittime del terremoto nel 1972. Dopo seguirono missioni a lungo termine in Honduras, e la prima campagna su larga scala fu organizzata per aiutare i cambogiani in fuga dal genocidio. Queste prime missioni mettono però in luce le debolezze dell’MSF che era appena nata, ma solo così riuscire a crescere e evolversi per essere più efficacie.

 Dal 1989 forniscono assistenza medica e post-operatoria in Palestina e Cisgiordania, lavorando in tre ospedali diversi. Più recentemente dal 2018 si occupano pure di chirurgia ricostruttiva nella parte nord di Gaza, oltre ad offrire servizi psicologici gestendo pure un programma di tirocinio per psicologi in collaborazione con l’Unione palestinese degli assist4emti sociali e degli psicologi della Cisgiordania.

In Afghanistan si dedicano a migliorare l’accesso all’assistenza sanitaria di emergenza e materno-infantile, in quanto è il paese con uno dei tassi più elevati di mortalità infantile.

Nel 1999 riceve il Premio Nobel per la Pace. I giudici scelgono MSF “in riconoscimento del lavoro umanitario pionieristico realizzato in vari continenti” e per onorare lo staff medico, che ha lavorato in più di 80 paesi e curato decine di milioni di persone.

James Orbinski, allora Presidente di MSF, usando il suo discorso in occasione della cerimonia di premiazione, si rivolge direttamente al leader russo Boris Eltsin e condanna la violenza della Russia contro i civili in Cecenia dicendo: Nessun medico può fermare un genocidio. Nessun operatore umanitario può fermare la pulizia etnica, così come nessun operatore umanitario può fare la guerra. E nessun operatore umanitario può fare la pace. Queste sono responsabilità politiche, non imperativi umanitari. Lasciatemelo dire molto chiaramente: l’atto umanitario è il più apolitico di tutti gli atti, ma se le sue azioni e la sua eticità vengono presi sul serio, può avere le più profonde implicazioni politiche. E la battaglia contro l’impunità è una di queste implicazioni.”

Con il ricavato del premio hanno investito in attività di ricerca medica pilota.

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