Ho appena scritto un libro dedicato ai ragazzi, l’ho pubblicato con una casa editrice per giovani. Ne sono fiera. L’abbiamo intitolato “Le tue antenate”. Parla di donne pioniere. Quelle che hanno dovuto lottare contro pregiudizio e maschilismo per entrare nei laboratori, che hanno rischiato di vedersi strappare le loro fondamentali scoperte attribuite agli uomini, che si sono fatte carico della famiglia e della ricerca.

(Rita Levi Montalcini)

Ricorrono oggi gli undici anni dalla morte di Rita Levi Montalcini, una delle donne e figure più importanti della storia italiana dello scorso secolo e non solo.

Nata a Torino il 22 aprile 1909 in una famiglia ebrea, Rita, nonostante i canoni dell’epoca non vedessero la cosa come una consuetudine per le donne, dopo aver convinto il padre, intraprende gli studi prima presso la Scuola Superiore Femminile Margherita di Savoia a Torino per proseguire poi all’università di Torino dove si laureò nel 1936 in Medicina e Chirurgia con il massimo dei voti.

Già durante i suoi primi anni di studi lavora, come internista, nell’istituto di Giuseppe Levi dove si forma e impara il rigore scientifico, ancora non così usuale a quei tempi, e dove stringe amicizia con il microbiologo Salvatore Edoardo Luria (1912-1991) e il virologo Renato Dulbecco (1914-2012), entrambi futuri premi Nobel.

In seguito alla laurea, Rita proseguì gli studi per specializzarsi in neurologia e psichiatria ma a causa delle leggi razziali fu costretta nel 1938 a lasciare l’Italia e a trasferirsi prima a Liegi, dove continua a lavorare con Giuseppe Levi, e poi a Bruxelles, che dovette abbandonare qualche settimana prima che la Germania invadesse il Belgio.

La guerra non la fermò dal proseguire gli studi: infatti continuò a lavorare assieme a Giuseppe Levi in un laboratorio che costruisce nella sua abitazione a Torino dove su ispirazione di un articolo dell’embriologo Viktor Hamburger tra il 1940 e il 1941 inizia a studiare gli embrioni di pollo per alcuni studi sul sistema nervoso.

Per sfuggire alla deportazione Rita scappò a Firenze nel 1943 e rimase nascosta con la madre e le sorelle fino alla liberazione nel 1944, anni nei quali ebbe la possibilità di lavorare come medico. Il 25 aprile 1945 riuscì a tornare a Torino e le fu offerto un lavoro come assistente del professore Levi. Seppur il suo entusiasmo si fosse affievolito dopo ciò che aveva dovuto passare negli anni della guerra, accetta l’invito di Viktor Hamburger per andare a lavorare per sei mesi nel laboratorio della Washtigton University a Saint Louis. Rita partì per gli Stati Uniti nel 1947 e rimase lì circa trent’anni nei quali proseguì gli studi che aveva iniziato a Torino.

La scienziata italiana è ricordata in particolare per la sua scoperta, avvenuta nel 1954, dell’NGF (Nerve growth factor, ossia fattore di crescita nervosa) una proteina fondamentale nello sviluppo del sistema nervoso di noi esseri umani che porta, durante la formazione delle cellule nervose, alla loro differenziazione in cellule sensoriali e simpatiche.

Fu grazie agli studi compiuti sull’NGF che Rita Levi Montalcini ricevette nel 1968 assieme al biochimico Stanley Cohen il Premio Nobel per la Medicina, diventando così l’unica donna italiana a vincere questo premio in campo scientifico.

Questa scoperta la portò inoltre a ricevere ulteriori premi internazionali ed essere poi nominata membro di alcune delle accademie (nazionali e internazionali) più importanti, tra cui l’Accademia Pontificia delle scienze, diventandone così la prima donna membro nel 1974. Prese parte inoltre a diversi progetti di ricerca per il CNR (Centro Nazionale delle Ricerche).

Tra i suoi impegni a livello sociale ricordiamo l’istituzione della Rita Levi Montalcini Onlus nel 1995, della quale la scienziata fu presidente e il cui obbiettivo era quello di aiutare le donne in Africa promuovendo e fornendo loro istruzione.

Tra le varie fondazioni da lei istituite ricordiamo la sezione italiana della Green Cross International, un’organizzazione mondiale per l’ambiente e lo sviluppo sostenibile, riconosciuta dalle Nazioni Unite e fondata nel 1993 da Michail Gorbaciov, ex leader sovietico.

Fu inoltre Ambasciatrice di Buona Volontà della FAO dal 1999 e due anni più tardi fu nominata senatrice a vita dall’allora presidente della repubblica Carlo Azelio Ciampi. La sua vita si è conclusa il 30 dicembre 2012 all’età di 103 anni.

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