Nato a Ornans, nell’ est della Francia, nel 1819 e morto a La Tour-de-Peliz, in Svizzera, esattamente 145 anni fa il 31 dicembre 1877, Jean Désiré Gustave Courbet è uno degli esponenti più importanti del Realismo grazie alle sue doti artistiche e noto per la sua unica vena erotica di alcune opere che gli permise di entrare a far parte del novero dei pittori più autorevoli dell’Ottocento europeo.

La sua vita fu ricca di esperienze che lo segnarono, nel 1837 si trasferì a Parigi dove studiò pittura presso l’atelier di Charles de Gaulle e grazie ai suoi maestri ben presto abbracciò una visione più personale e radicale della pittura.

Durante una delle sue prime esposizioni manifestò una ribellione agli ideali dell’epoca esponendo una serie di quadri al Salon del 1844, tra cui Les Demoiselles du Village, che ritraeva delle giovani donne di campagna. Questo dipinto, rifiutando gli ideali di bellezza dell’epoca, dava sfogo a una sua visione personale della vita di campagna.

Successivamente a questo egli intraprese una carriera artistica che lo rese noto: il primo episodio fu nel 1850 quando in una sua esposizione egli fece conoscere la sua opera chiamata Dopo il bagno al Salon.  Il dipinto ritraeva una donna nuda che si stava asciugando dopo un bagno nel fiume, e causò uno scandalo. Infatti la sua rappresentazione non concordava con nessuno degli standard ideali dell’epoca in quando lui volesse tirare fuori le convenzioni artistiche dell’epoca e a portare la realtà nella pittura, ottenendo così una grande attenzione pubblica.

Nel corso degli anni successivi, Courbet continuò a dipingere una serie di opere iconiche, tra cui Il funerale a Ornans , un dipinto monumentale che ritraeva il funerale di un suo parente. Quest’opera rifiutava la grandiosità dell’arte storica e portava la vita quotidiana e la morte in primo piano.

Oltre alla sua rilevanza nel mondo della pittura, Courbet era anche noto per la sua militanza politica. Durante il periodo del Secondo Impero francese, si schierò con il movimento repubblicano. Nel 1870, con lo scoppio della guerra, partecipò alla difesa della città di Parigi. Tuttavia, dopo la sconfitta francese, fu accusato di aver contribuito alla distruzione della Colonna Vendôme, un simbolo dell’Impero Napoleonico.

Per questo fatto egli venne condannato e arrestato.

Per sfuggire alla condanna che gli imponeva di pagare la ricostruzione dell’opera che aveva distrutto, egli scappò in Svizzera, dove continuò a dipingere fino all’ora della sua morte. Questo segnò la fine di una carriera artistica straordinaria e ribelle.

Il suo stile pittorico distintivo, caratterizzato da una rappresentazione sincera e diretta della realtà, aprì la strada a nuovi movimenti artistici, tra cui l’Impressionismo e il Realismo, e ha avuto un impatto duraturo sull’arte moderna, consolidando la sua posizione come uno dei maestri ribelli e influenti del suo tempo.

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