Niente è cambiato. Ciò che nell’ultimo anno abbiamo cercato di fare e di cambiare per aiutare il nostro pianeta non è stato sufficiente. A dimostrarlo è l’Orologio dell’Apocalisse, il Doomsday Clock, che ci ricorda quanto il punto di non ritorno per il nostro pianeta sia vicino. Istituito da un gruppo di scienziati, il Bulletin of the Atomic Scientists’ Science and Security Board (Sabs), l’idea alla base del progetto è quella di creare un orologio che indica quanti minuti “metaforici” mancano alla mezzanotte, cioè quanto tempo rimane a disposizione all’umanità prima di arrivare ad un punto in cui l’uomo non riuscirà a ripagare i danni che lui stesso ha creato.

Si è sentita la necessità di realizzare questo orologio per sensibilizzare su diversi temi quali il cambiamento climatico, sempre più attuale, ma anche sull’utilizzo delle armi nucleari. L’orologio è stato creato infatti nel secondo dopoguerra, nel 1948, quando il tema nucleare era ancora più vivo, animato dal recente ricordo del disastro atomico sulle città di Hiroshima e Nagasaki e dalla corsa agli armamenti nucleari che ha caratterizzato la guerra fredda.

Seppur i minuti siano metaforici, il continuo avvicinarsi alla mezzanotte è reale: tenendo conto dei rischi e delle minacce del cambiamento climatico, della biosicurezza e di numerosi altri fattori, alcuni anche di estrema attualità quale l’utilizzo, o forse è meglio dire l’abuso, dell’intelligenza artificiale e dell’ingegneria genetica, gli scienziati cercano di anno in anno di stimare quanto la catastrofe per l’umanità si avvicini o si allontani, anche se purtroppo questa seconda opzione non si verifica da anni.

A causa della minaccia nucleare infatti nel 1948 il doomsday clock indicava soli sette minuti alla mezzanotte; già due anni più tardi dalla sua nascita, quando l‘Unione Sovietica aveva compiuto il primo test nucleare, le lancette erano avanzate di quattro minuti e nel 1953 arrivò a soli due minuti dalla mezzanotte, quando gli Stati Uniti completarono e testarono la bomba a idrogeno. Diverse volte nel corso degli anni le lancette dell’orologio si sono allontanate e riavvicinate all’ora zero, arrivando più lontane nel 1991 quando segnavano 17 minuti alla mezzanotte in seguito alla fine della guerra fredda.

Gli scienzati hanno elaborato i dati del 2023 e, in seguito ai calcoli compiuti in questi primi mesi del nuovo anno, le lancette dell’orologio sono state spostate a un minuto e mezzo dalla mezzanotte, a causa dell’epidemia di Covid-19, delle numerose guerre in atto, dei continui test nucleari della Corea del Nord e dell’ancora assente rinnovo del trattato sul nucleare tra Russia e USA. Un altro fattore da considerare è sicuramente il cambiamento climatico, che ha portato a definire il 2023 l’anno più caldo di sempre; in merito a questo gli scienziati affermano che: gli attuali sforzi per ridurre le emissioni di gas serra sono assolutamente insufficienti per evitare pericolosi impatti umani ed economici derivanti dai cambiamenti climatici, che colpiscono in modo sproporzionato le persone più povere del mondo. Inoltre la comunità scientifica ritiene necessaria una regolamentazione sull’uso dell’intelligenza artificiale, che tra le diverse conseguenze vede quella di un aumento della disinformazione e della circolazione di fake news sostenuta dalla creazione di immagini estremamente realistiche ma realizzate da un computer.

Questo orologio ha sollevato diverse critiche e non tutta la comunità scientifica concorda sul metodo utilizzato dagli scienziati del Sabs per calcolare i minuti mancanti, affermando che la stima dei minuti  non è corretta e potrebbe non rispecchiare la situazione reale; d’altra parte bisogna però dire che gli scienziati che hanno lavorato e che lavorano a questo progetto più che sull’accuratezza, puntano sulla sensibilizzazione e sulla volontà di informare le persone sui rischi a cui il nostro pianeta è sottoposto.

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