Minuto 44′: calcio di punizione dai 20 metri, batte Bernardeschi, palla all’incrocio, 1-0 Fiorentina.

E’ bastato un lampo, o meglio, un fulmine a ciel sereno del numero 10  viola a decidere il match in terra tedesca. Infatti, dopo un primo tempo di dominio quasi totale del Borussia, è servito il colpo del campione ad accendere e sbloccare la partita. Un match che ha visto tante occasioni per i padroni di casa e solo qualche sprazzo di calcio dei gigliati che, comunque, si sono portati in vantaggio nell’economia dei due scontri tra andata e ritorno. Un sedicesimo di finale di Europa League che sulla carta vedeva sì, più in forma i toscani, ma che andavano a giocare contro una squadra ritrovata – dopo il pessimo avvio di stagione- e forte di un nuovo modulo tattico. Il 4-4-2 dei biancoverdi alla fine si è rivelato fallace, date le tante palle gol create e lo “zero” alla voce gol segnati. Alla squadra di Paulo Sousa invece è bastato un tiro- e che tiro!- per decidere e portare a casa un match che, nell’ottica della gara di ritorno, significa partire avvantaggiati rispetto agli avversari. Un cinismo, quindi, insolito per i viola che sono riusciti prima a schivare, o comunque, parare i colpi dell’avversario per poi stenderlo con un gancio improvviso: un K.O. tecnico che profuma di qualificazione. A sferrare il colpo letale è stato quello che ormai può essere identificato come il vero trascinatore della squadra, Federico Bernardeschi, neo 23enne che già da qualche periodo ha ereditato il ruolo di guida spirituale del gioco viola da Borja Valero. Forse per l’età, forse per le tante sirene del mercato, forse per troppa sicurezza del posto da titolare, lo spagnolo non è più decisivo come ai tempi della gestione Montella e ora sta quasi diventando un peso per lo sviluppo della manovra offensiva. E’ giusto allora lasciare spazio a chi ha più voglia-o comunque sembra averne- e qui il dito è puntato su Berna e Chiesa, i due ragazzi del vivaio viola già indispensabili nello schieramento di Sousa. Ma se da un “senatore” le aspettative sono state un po’ tradite ce n’è un altro che, è ora di dirlo, si è ripreso il reparto difensivo: Gonzalo Rodriguez. Nella gara di ieri, lui e il suo collega Astori, hanno lasciato pochi spazi liberi agli attaccanti del Borussia nonostante arrivassero imbucate laterali da ogni dove; Maxi Olivera e Tello hanno confermato la loro predispozione nell’offendere anziché coprire, e gli esterni, come Hermann e Johnson, hanno avuto vita facile nell’inserirsi sulle fasce. Il caso però ha voluto che questa volta, la fortuna girasse a favore dei viola che,  tra pali e parate di Tatarusanu, si sono salvati più volte. Una retroguardia che quindi esce vincitrice a metà, salvata soltanto dai pronti anticipi dei centrali in rimedio alle debacle dei terzini.

 

Se al momento del sorteggio i tifosi della Fiorentina si erano disperati per aver pescato dall’urna una squadra reduce dall’eliminazione in Champions, ora forse si sentiranno più sollevati dopo aver vinto in trasferta e con una partita di ritorno, tra una settimana, che li vede nettamente favoriti.

Che sia stata questa la partita della svolta della stagione?

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