Dall’11 al 16 febbraio 2020, al teatro della Pergola, andrà in scena quella che dal New York Times è stata definita una commedia “così divertente che nessuno la dimenticherà mai”: Arsenico e vecchi merletti; titolo ricordato in tutto il mondo principalmente grazie al film del 1944 di Frank Capra, basato sull’omonima opera di Joseph Kesserling.

Un tipo di commedia di cui non abbiamo molti riscontri autoriali: “il brillante”è un genere classico del teatro anglosassone e francese, capace di far sorridere e di portare una nota di allegria all’intero spettacolo; definibile come un genere che oscilla tra dark comedy e giallo-rosa.

Il protagonista della vicenda è Mortimer Brewster (interpretato da Paolo Romano), un critico teatrale che ha a che fare con la sua famiglia di pazzi assassini, in prima linea con le due anziane zie zitelle (Marta e Abby Brewster, rispettivamente Anna Maria Guarnieri e Giulia Lazzarini) delle quali scoprirà la pazzia nascosta che cercherà di eliminare: le due zie uccidono gli inquilini ai quali affittano le camere con la complicità del fratello di Mortimer che li nasconde in cantina. Ma questo non è tutto, si arriverà a scoprire un’inconfessabile verità…

Entrambe le attrici sono soddisfatte e contente di aver avuto la possibilità di lavorare insieme e di essere state capaci di ottenere ciò che considerano una delle cose più complicate da raggiungere per ogni interprete: le risate, ma soprattutto i sorrisi del pubblico. Anna Maria Guarnieri afferma: “Quando si gira in tournée si incontrano diverse reazioni del pubblico dello spettacolo […]  perché sono gli esseri umani a non essere sempre tutti uguali. Stranamente, però, Arsenico e vecchi merletti diventa, al contrario, come una cartina tornasole della comicità e il risultato rimane il medesimo in tutte le piazze in cui siamo stati: ovunque la gente si diverte”. Giulia Lazzarini aggiunge: “La comicità è semplicemente e puramente un dono. […] Comicità è uguale a spontaneità, al piacere di dire un battuta come se fosse una musica o si leggesse uno spartito”.

Grazie alla regia di Geppy Gleijeses (ispirata al grande Mario Monicelli, uno dei più grandi registi italiani della sua epoca, che ci ha lasciati dieci anni fa), la traduzione di Masolino D’Amico, la scenografia di Franco Velchi, i costumi di Chiara Donato, le luci Luigi Ascione e le interpretazioni di tutti i bravissimi attori facenti parte di questo spettacolo, si riuscirà a creare, come nei teatri del resto d’Italia, un’atmosfera di festa ornata dalla soddisfazione e dalle sincere e piaevoli risate di tutto il pubblico in sala.

Sicuramente si tratta di uno spettacolo che invita a farsi vedere, in modo che, come dice Giulia Lazzarini, assistendo all’intreccio della trama, ci si possa continuamente chiedere “cosa succederà ancora adesso?”.

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