“Quando la vita è appesa ad un filo, è incredibile il prezzo del filo”, con questa celebre frase dello scrittore francese Daniel Pennac si può riassumere ciò che milioni di persone hanno provato negli ultimi, lunghissimi ed interminabili mesi.

Le prime notizie su coronavirus arrivano dalla Cina, più precisamente da Wuhan, una città di circa 11 milioni di abitanti nella regione dell’Hubei. Inizialmente in Europa non vi è molta preoccupazione a riguardo, anzi spesso viene sottovalutato e, in certi casi, anche ignorato; errore che costerà caro al mondo intero, con milioni di contagiati e centinaia di migliaia di vittime. Vedendo le immagini, che arrivavano dalla Cina, sembrava impensabile che una situazione del genere arrivasse anche in Europa e soprattutto in Italia.

A febbraio si comincia a capire che con questo virus c’è poco da scherzare, arrivano i primi contagiati e scoppiano i primi focolai in Lombardia e Veneto. Esattamente dallo scorso 4 marzo il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e il ministro della pubblica istruzione Lucia Azzolina, annunciano la chiusura temporanea delle scuole; solamente 4 giorni dopo, l’8 marzo, l’Italia intera verrà dichiarata zona rossa e verranno sospese quasi tutte le attività lavorative. Questa data per il nostro paese sancisce l’inizio di una lunga e rapida discesa verso un punto di non ritorno. Marzo ed aprile sono stati dei mesi terribili, bui e tristi, vengono ancora i brividi ripensando a tutte le vite portate via ingiustamente ed alle immagini dell’esercito che portava via le bare dei defunti, che venivano trasferite da Bergamo in altre province ed addirittura regioni per essere cremate, poiché i forni crematori della città lombarda non avevano più posto per altre salme.

Da maggio in poi l’Italia è tornata a sorridere ed a vivere, sono state riaperte alcune attività lavorative e le persone, finalmente, dopo mesi di videochiamate e conversazioni online, dietro ad odiosi ma preziosissimi schermi, sono tornate a vedersi ed a uscire insieme, certamente con le dovute precauzioni, ma con una voglia di riallacciare i rapporti umani e sociali, che erano stati distrutti e frantumati da questo maledetto virus.

Purtroppo l’Italia non si è ancora ripresa da questa enorme crisi economica, che lascerà strascichi per i prossimi anni; chiudere tutto è stata una mossa dura e pesante a livello economico e, soprattutto, sociale, ma sicuramente necessaria ed inevitabile per riuscire a sconfiggere il covid. Ora più che mai, tutto il paese deve ringraziare i medici e gli infermieri, che tutti i giorni hanno lottato e combattuto fianco a fianco con i malati per uscire da questo tunnel infernale.

Noi del Leomagazine non potevamo rimanere indifferenti, infatti vi abbiamo raccontato tutti i disastrosi avvenimenti degli ultimi sei mesi, speriamo di avervi fatto compagnia, intrattenuto ed aiutato a staccare un po’ con articoli di altro genere. Inoltre abbiamo deciso di fare un video in memoria degli eventi catastrofici causati dal coronavirus in memoria delle vittime ed affinché il ricordo dell’orrore passato non svanisca mai e rimanga impresso anche per le generazioni future; un video che riguarda soprattutto, ma non solo, la nostra Firenze e la nostra Toscana. Buona visione!

Ecco a voi il link per vedere il nostro video: https://drive.google.com/file/d/1m4KWh_nxhBt-k36xWlhh91fZF3gBwC-D/view?usp=drivesdk

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