#Tuttomeritomio è il programma pluriennale di Fondazione CR Firenze e Intesa Sanpaolo, che valorizza il potenziale ed il merito delle giovani generazioni del territorio, permettendogli di compiere gli studi e liberare i propri sogni nel cassetto, fornendo un sostegno economico, mentoring, stimoli culturali e tante altre iniziative per ampliare le opportunità di crescita e di sviluppo individuale.

Lunedì 14 Dicembre 2020, alle ore 15.00 in diretta streaming sulla pagina Facebook di Fondazione CR Firenze, è avvenuta la cerimonia inaugurale del secondo anno del programma #Tuttomeritomio, alla quale hanno partecipato i 146 ragazzi selezionati tra i tanti giovani che hanno inviato domanda fra il terzo e l’ultimo anno di scuola superiore, e ospiti d’onore come il Ministro dell’ Istruzione Lucia Azzolina, la quale è stata così gentile da rispondere ad alcune domande che le sono state poste.

L’evento è iniziato con un intervento di Luigi Salvadori, Presidente di Fondazione CR Firenze, spiegando quale sia l’obiettivo del programma, ovvero quello di offrire ai giovani una sorta di ascensore sociale che permette anche al figlio dell’operaio di diventare dottore; purtroppo, come hanno evidenziato due tra le più prestigiose università italiane, la Normale e la Sant’Anna di Pisa, oggi la maggior parte degli allievi proviene da famiglie agiate e con un alto livello culturale e questo sicuramente non va bene, infatti #Tuttomeritomio permette anche ai ragazzi provenienti da famiglie con un reddito più basso di esprimere il loro talento.

Successivamente ha preso la parola il Sindaco di Firenze, Dario Nardella, affermando che #Tuttomeritomio è un esempio di come scuola e istituzione, scuola e territorio, possono collaborare insieme, promuovendo la cultura del merito ed eliminando le barriere finanziarie in modo che gli studenti siano liberi di esprimere le loro potenzialità senza limiti, inoltre ha proseguito dicendo che è bello sapere che, nonostante condizioni di partenza diverse, ci sono tanti giovani che dimostrano interesse per lo studio e vi si dedicano con passione, giovani che sono il nostro paese; altrettanto bello è contare sulla generosità di istituzioni che sostengono e valorizzano questa motivazione e che scommettono sulle nuove generazioni. Rivolgendosi ai ragazzi ha dedicato loro un passo di Giuseppe Mazzini: “Senza educare, voi non potete giustamente scegliere tra bene e male, non potete prestar coscienza dei vostri diritti; non potete ottenere quella partecipazione della vita politica, senza la quale, non riuscirete ad emanciparvi; non potete definire a voi stessi la vostra missione, l’educazione è il pane delle vostre anime”. Con queste parole molto toccanti, il sindaco ha voluto evidenziare l’importanza dell’istruzione nella vita e alle immense opportunità che essa offre agli studenti, ribadendo che la scuola deve essere capace di accendere scintille nell’animo degli studenti tenaci e convinti dei propri mezzi e questo Programma ne è un perfetto esempio.

Ora è la volta dell’ospite più atteso: il Ministro Lucia Azzolina, la quale ha esordito lodando e omaggiando #Tuttomeritomio, in quanto è un’iniziativa che valorizza il merito e che si pone al fianco dei giovani che hanno grandi capacità, essendo la scuola un luogo dove i ragazzi possono migliorare la propria vita e la propria esistenza, grazie anche a questo progetto che non è una semplice borsa di studio, ma un vero e proprio accompagnamento agli studi e allo sviluppo individuale. Inoltre, malgrado le difficoltà create dal coronavirus, ha precisato che il Ministero dell’Istruzione ha finanziato ben 17.000 progetti per aiutare gli studenti più in difficoltà sia dal punto di vista economico, che didattico, un esempio è il finanziamento di 236 milioni di euro per un progetto PON, che permettesse a tutti gli alunni di acquistare libri di testo o kit didattici digitali e cartacei, perché non devono essere gli studenti e le studentesse a pagare il prezzo di questa crisi.

Dopo questa introduzione la Ministra ha risposto ad alcune domande che le sono state poste.

Quanto pensa che questo periodo di didattica a distanza e di allontanamento dalla scuola, intesa come rapporto tra professori e alunni, possa influire sul futuro della nostra generazione e in che modo?

E’ una domanda molto difficile e complicata, però è indubbio che in questo momento si stia vivendo una situazione del tutto nuova e molto complessa per la quale  è un principio di precauzione quello  che il nostro governo ha portato e continua a portare avanti;  perché se abbiamo centinaia di morti al giorno non può che essere questo il motivo che guida un po’ tutte le nostre azioni, è però vero che io ho sempre difeso la scuola in presenza perché ritengo che la scuola non sia soltanto l’apprendimento formale, visto che la scuola è relazione, amicizia, guardarsi negli occhi insieme ai propri insegnanti ed ha un “sapore” che è insostituibile in nessun modo di didattica a distanza. Credo che il ritorno in presenza sia la strada che il Paese deve perseguire.

In una situazione critica in cui le differenti capacità economiche e le difficoltà sono accentuate anche dal digital divide come pensa che l’istruzione possa agire affinché l’uguaglianza delle possibilità agevoli l’emergere del merito? Che tipo di sostegno economico creda possa essere più idoneo per garantire un futuro migliore per le scuole italiane? Una copertura a livello nazionale di rete internet potrebbe essere un idea?

L’emergenza che abbiamo vissuto ha messo in evidenza le carenze strutturali, soprattutto di digital divide, infatti i problemi più grandi erano la connessione internet e la mancanza di strumenti adeguati da parte degli studenti. Proprio per questo fin da subito ci siamo impegnati, grazie anche alla Protezione Civile, a distribuire PC, tablet e saponette per la connessione ai più bisognosi, investendo circa 400 milioni di euro sul di euro sul digitale in questi mesi, facendo accordi con le compagnie telefoniche per fornire giga gratis a tutti coloro che si connettevano con le piattaforme per la didattica digitale. Abbiamo lavorato con il Ministro dello sviluppo economico Stefano Patuanelli e la Ministra per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione Paola Pisano per cercare di portare la fibra all’interno delle scuole, che porterà finalmente all’interno delle strutture scolastiche una banda molto potente. In questo periodo la scuola ha dovuto correre, adattarsi più di altri settori sulla base di ciò che non era stato fatto in passato e questo è chiaro che comporta un po’ di difficoltà all’inizio perché è impossibile recuperare un gap di decenni. Quando sarà finita questa pandemia la scuola non potrà essere com’era prima del covid: sarà diversa, bisognerà fare tesoro degli insegnamenti dati da questo periodo e pensare di integrare le lezioni con la didattica digitale anche in classe, affinché tutto ciò che è stato fatto in questi mesi non venga perduto. Bisogna investire sempre di più sulla scuola perché per un paese che vuole crescere questo è fondamentale.

Come sappiamo la pandemia ha messo alle strette chiunque, secondo Lei, gli investimenti che hanno ricevuto le scuole hanno aiutato a dare dei miglioramenti duraturi agli ambienti scolastici? Quando tutto tornerà alla normalità, sarebbe opportuno introdurre nelle scuole degli eventi che possano premiare il merito degli studenti?

Nell’istruzione negli ultimi anni è stato investito poco, come nella sanità, adesso si è ricominciato ad investire, ma dobbiamo ancora recuperare tanto, considerando che la scuola in passato è stata considerata come un bancomat ed oggi purtroppo ne abbiamo pagato le conseguenze. Dal punto di vista economico abbiamo investito sull’emergenza, infatti per far ripartire la scuola a settembre abbiamo investito 3 miliardi di euro, mentre da gennaio ad oggi circa 7 miliardi; poi grazie alla Legge di Bilancio verranno stanziati altri 3 miliardi per il personale scolastico, per la digitalizzazione e soprattutto per l’edilizia scolastica, visto che gli edifici scolastici non possono essere lasciati al caso ma vanno curati, facendo costanti manutenzioni, poiché l’ambiente è fondamentale per l’apprendimento, inoltre bisogna considerare anche i soldi che arriveranno dal Recovery Fund; quindi questa è una grande occasione per l’Italia per rilanciare l’istruzione con investimenti che restino nel tempo.

Il Ministro dell’Istruzione è un ruolo molto delicato che in Italia è stato spesso oggetto di critiche e perplessità, specialmente in un periodo difficile come questo, in che modo un Ministro riesce ad operare sotto le pressioni e le critiche?

E’ vero i Ministri dell’Istruzione in Italia vengono spesso criticati, ma se le critiche sono costruttive e se servono per migliorarsi ben vengano. Io mi alzo la mattina e sento di dover svolgere il mio dovere con tutte le mie forze, perché rappresentare la Repubblica Italiana è un grande onore, oltre ad essere una grande responsabilità. Io vengo da mondo della scuola, ci ho insegnato per dieci anni, e amo la scuola, quindi al di là delle critiche e delle pressioni io penso soltanto a fare il mio lavoro. Ovviamente tutti possono sbagliare, non esistono ministri perfetti, ma io nella perfezione della scuola ci credo e credo nel ruolo che la scuola ha e in tutti quelli che lavorano all’interno di essa. Io penso a fare il mio dovere con onestà, lealtà e tutti quei principi che la Costituzione mi ha insegnato.

Data la situazione che stiamo affrontando in questo momento, ci sono già progetti per il futuro esame di maturità?

Qualche giorno fa ho fatto un incontro con i forum e le consulte degli studenti, chiedendo loro di farci delle proposte, così come avevamo già atto l’anno scorso; gli esami vanno assolutamente fatti, le modalità le stabiliremo tra gennaio e febbraio del nuovo anno insieme al personale docente, tenendo in considerazione il periodo e prendendo le decisioni più giuste per gli studenti.

Qual è il suo modello di scuola ideale con il quale opera tutti i giorni e come e come poterlo mettere in pratica? Esistono degli obiettivi che si scontrano con questo ideale? Lei ha anche un ideale di studente perfetto?

Secondo me lo studente perfetto non esiste, ma sicuramente preferisco lo studente che fa tante domande perché in questo modo anche l’insegnante viene stimolato e così anche lui può imparare qualcosa di nuovo dallo studente. Per me la scuola ideale deve essere sempre aperta mattina, pomeriggio, sera, da intendere come una grande comunità culturale dove ci deve essere un’ottima alleanza educativa e una grande collaborazione tra gli studenti, le famiglie e tutto il personale scolastico; deve essere una scuola aperta al territorio non un microcosmo in sé per sé chiuso e aperta alle associazioni a al tessuto produttivo di un territorio dove lo studente si senta protetto, ma che poi, al di fuori delle mura scolastiche, sia pronto a camminare con le proprie gambe nella vita.

Dopo questo intervento del ministro è il turno del dottor Gabriele Gori, Direttore Generale della Fondazione CR Firenze, che ha spiegato l’esercizio di questo forte senso di responsabilità che la Fondazione CR Firenze sente nel tutelare e promuovere la parte importante del capitale umano dei giovani. Ha aggiunto che questo è un programma particolarmente importante per la Fondazione e per Intesa Sanpaolo, condividendo in tutto e per tutto sia nei contenuti e soprattutto nei valori e negli obiettivi prefissati  ovvero dare l’opportunità ad alcuni ragazzi più meritevoli di avere un accompagnamento economico piuttosto importante, cioè la dimensione minima per un ragazzo residente che frequenta la scuola superiore è di 3.000 euro l’anno, mentre quella per un iscritto al primo anno di università è di 11.600 euro all’anno, ricordando che questo è un programma pluriennale e che se lo studente raggiungerà gli obiettivi prefissati potrà usufruirne fino al terzo anno di università. Infine ha aggiunto che questo progetto porta molta soddisfazione sia agli studenti ovviamente, ma soprattutto alle persone che lo organizzano, perché non c’è cosa più bella di veder crescere i ragazzi e vederli raggiungere i propri obiettivi.

La parola passa ad Alessandra Guidi, Prefetto di Firenze, la quale inizialmente ha ringraziato la Fondazione perché questa iniziativa è assolutamente meritoria e dovrebbe diventare una prassi anche in altre parti d’Italia, affermando che il tema del partenariato tra pubblico e privato è un modello vincente e questa iniziativa ne è un impegno concreto, supportando sia finanziariamente che culturalmente gli studenti più meritevoli. Successivamente ha sottolineato il tema principale, secondo lei, ovvero il fatto che intorno alla promozione di un diritto fondamentale, come lo studio, ci sia un impegno così concreto da parte di persone che in teoria non dovrebbero essere in primis legate al mondo dell’istruzione. In seguito ha proseguito portando una riflessione sul tema del collegamento forte ed imprescindibile che c’è tra un’istruzione adeguata e il tema della sicurezza, dell’identità e dello sviluppo di una coscienza democratica, della consapevolezza di cosa significhi rispettare le regole e cosa significhi sentirsi parte integrante di una comunità; tutte queste sono delle pre-condizioni che un cittadino consapevole deve avere. Proprio per garantire tutto ciò la sfida che il Ministero con le amministrazioni locali sta portando avanti è quella di far tornare i ragazzi delle scuole secondarie a scuola il 7 gennaio, questo obiettivo deve essere raggiunto con la stessa tempistica e con le stesse modalità sul tutto il territorio italiano, perché non è concepibile che ci siano comunità di studenti che rimangano più indietro rispetto ad altre. Ha concluso dicendo che il ritorno in classe non è solo un patrimonio di conoscenze che i ragazzi ricevono in più rispetto alla didattica a distanza, ma è soprattutto un patrimonio a livello sociale e umano e facendo un appello a tutti gli studenti di comportarsi modo adeguato e nel rispetto delle regole.

Il professor Luigi Dei, Rettore dell’Università di Firenze, che noi del Leomagazine abbiamo già avuto l’onore di intervistare, ha esordito riallacciandosi al discorso precedente del Prefetto, ovvero l’importanza della collaborazione tra pubblico e privato per la formazione dei giovani, tutto ciò con il nuovo decreto sulle lauree professionalizzanti sarà incrementato. Purtroppo però nel nostro Paese, rispetto ad esempio alla Germania, il numero di laureati è molto inferiore, ma perché loro hanno tipi di lauree differenti dalle nostre, appunto delle lauree professionalizzanti, che formano ad esempio dei falegnami specializzati o dei meccanici specializzati, questa riforma andrà fatta anche in Italia, ma sarà possibile solo con degli ingenti finanziamenti, mentre se si confrontano le lauree equipollenti c’è pochissima differenza tra Italia e Germania. Dobbiamo riuscire ad arrivare al 40% di laureati il prima possibile, ma con l’attuale assetto universitario è praticamente impossibile, sarebbe già un grandissimo risultato arrivare al 30/35 %, che doveva essere raggiunto entro quest’anno; per fare ciò bisogna inventarsi dei percorsi che elevino il tasso di cultura e di formazione, mirato in certi ambiti, formando docenti e tecnici preparati.

Purtroppo non essendo in presenza non è potuto esserci il famosissimo attore Stefano Accorsi, come lo scorso anno, ma ha lasciato la sua testimonianza con un video dove ha fatto un grosso in bocca al lupo ai ragazzi per questa avventura, sperando di potersi incontrare presto.

Per ultimo, per ordine, ma non di certo per importanza, ha parlato il Direttore Regionale di Toscana e Umbria di Intesa San Paolo, Luca Severini che ha ringraziato tutti i relatori precedenti e ringraziando tutte le persone che hanno contribuito alla realizzazione di questo progetto che mira alla valorizzazione del merito dei giovani con particolare riferimento agli studenti della provincia di Firenze, Arezzo, e Grosseto, che da sempre rappresentano le province di riferimento soprattutto della Fondazione Cassa di risparmio di Firenze; l’obiettivo non è quello di premiare, ma è quello di accompagnare il potenziale altissimo dei ragazzi e delle ragazze provenienti da famiglie con fasce di reddito non elevato. Il gruppo Intesa Sanpaolo, il primo gruppo bancario italiano e secondo gruppo bancario europeo, è decisamente orgoglioso di partecipare alla riuscita di questo progetto che sicuramente fortifica il suo ruolo di gruppo bancario e di riferimento su questo territorio, soprattutto attraverso il supporto ai giovani studenti attraverso un credito senza garanzia basato soltanto sull’impegno dei suoi risultati conseguiti. Il gruppo Intesa San Paolo da sempre attribuisce un ruolo centrale ai progetti rivolti alla crescita sociale, in questo caso il progetto è rivolto ai giovani, attraverso il quale è possibile dare un grande aiuto a questi ragazzi, sostenendo i loro sogni e le loro ambizioni.

Con una “carrellata” di saluti da parte degli studenti si è concluso l’evento inaugurale del programma #Tuttomeritomio, ovviamente non è stato come in presenza, ma sicuramente è stato molto interessante poter ascoltare e confrontarsi con istituzioni così importanti anche solo tramite uno schermo.

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