Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità in Italia sono quasi 3 milioni le persone che riscontrano disturbi con l’alimentazione, tra cui anoressia e bulimia. Ma concentriamoci sul primo e analizziamone le varie cause. Questo fenomeno, viene chiamato “anoressia”, il termine deriva dal greco “anorexia” e vuol dire “mancanza di appetito” anche se, in realtà, il problema non è legato all’appetito, ma al rapporto col cibo. Un disagio in cui la persona coinvolta si rifiuta di nutrirsi per diversi motivi. L’anoressia può essere associata a diverse malattie, ma per lo più è la conseguenza di problemi psicologici. Si parla, dunque, di anoressia nervosa, ovvero quell’incessante ricerca di magrezza e l’estrema paura dell’obesità.

Viviamo in una generazione dove l’opinione dell’altri su di noi vale più del nostro stesso pensiero e la paura di apparire “grassi” e “non perfetti” davanti agli occhi dei nostri compagni o colleghi può portare a una vera e propria malattia. Questo fenomeno è molto diffuso in ambito adolescenziale, soprattutto nelle ragazze. Si è stimato, infatti, che circa il 90% delle persone che soffrono di anoressia sono donne.

Ma quali sono le cause di questo disturbo e soprattutto può essere curato?
Oltre al senso di obesità, le cause che possono portare alla mancanza di appetito sono molteplici.
l’Italia, ad esempio, è conosciuta come uno dei paesi con maggiori casi soggetti all’ansia e quest’ultima può essere uno dei tanti motivi, oppure, anche eventi emotivamente stressanti che possono portare ad un temporaneo disinteresse per il cibo. Molto spesso vengono assunti degli antidepressivi dalle persone particolarmente stressate o depresse ma anche l’assunzione di tali sostanze possono portare alla manifestazione di questo fenomeno. Anche sostanze stimolanti come caffeina, nicotina e cocaina possono essere cause. Nelle ragazze, molto diffuso, è l’obbiettivo di diventare come la maggioranza per non essere “presi di mira” e far sì che la bilancia diventi uno strumento quasi di tortura.

La mancanza di appetito, però, può fungere anche come avvertimento da parte del nostro organismo per dirci che c’è qualcosa che non va. Tumore, appendicite, cancro, insufficienza renale, insufficienza cardiaca possono essere causa della mancanza di appetito per questo è sempre meglio fare una visita di controllo in questi casi.

Le cause, come abbiamo visto, possono essere tante ed è quasi impossibile individuarne una principale. Inoltre le possibili conseguenze possono essere improvvisi svenimenti, perdita delle forze, necessità di isolarsi dagli altri, senso di freddo, perdita dei capelli e per le ragazze perdita del ciclo mestruale.
Sicuramente l’anoressia può essere curata, anzi, è bene farlo il prima possibile dato che può portare a gravi problemi di salute e mettere a rischio la stessa vita. Le cure possono essere varie come l’utilizzo di determinati farmaci oppure recarsi da un nutrizionista che potrà poi dare i consigli adatti.
Ma il modo più efficace è la psicoterapia, dato che tale fenomeno è più un fatto psicologico, lo psicoterapeuta può aiutare non solo il paziente ma anche la famiglia. Una serie di ricerche hanno dimostrato, infatti, che la terapia cognitivo comportamentale (CBT-E) è la terapia migliore per i disturbi alimentari. Inoltre, dato che questi disturbi sono spesso causati dalla bassa autostima del soggetto, lo psicoterapeuta va a lavorare proprio su questo particolare oltre al perfezionamento patologico. La bassa autostima, tendenzialmente cronica in queste pazienti, influenza drasticamente il percorso di sviluppo e di crescita della personalità portando la persona ad essere sempre più insicura riguardo il proprio corpo.


Un altro disturbo alimentare, che sembrerà completamente contrario rispetto all’anoressia, è la bulimia chiamata anche purging. La bulimia nervosa è, insieme all’anoressia nervosa, uno dei più importanti disturbi del comportamento alimentare, detti anche Disturbi Alimentari Psicogeni (DAP). Questo fenomeno si manifesta quando la persona si provoca il vomito (vomito autoindotto) dopo aver ingerito una quantità estrema di cibo, utilizza, poi, dei lassativi oppure digiuna e pratica intensa attività fisica. La maggior parte delle persone che soffrono di bulimia presenta un peso corporeo normale ma la forzatura di vomito può provocare pelle ispessita sulle nocche e danni ai denti. La bulimia è associata ad altri disturbi mentali come la depressione e l’iperattività, e a problemi come la tossicodipendenza o l’alcolismo.


Abbiamo ormai molte testimonianze di persone che sono state (o ancora lo sono) vittime dell’anoressia.
Tra esse abbiamo anche Alba. Alba è una ragazza di Livorno che racconta la sua storia e dei suoi problemi con l’alimentazione. Condivide suoi social momenti della sua particolare giornata per incuriosire le persone e informarle di questo problema ormai abbastanza sentito: “mi resi conto che non stavo vivendo, c’era qualcun altro che viveva la vita al posto mio“. Alba ha passato due mesi a lottare contro l’anoressia fino ad arrivare a un peso di circa 38 kg. Accetta il ricovero alla Casa della salute di Empoli e dopo tanti sforzi, ostacoli e giornate passate a piangere; Alba è tornata a essere la ragazza di un tempo. Il percorso di ricovero varia da persona a persona, spesso è un percorso molto complicato, dato che gli specialisti lavorano anche sull’aspetto psicologico del paziente, ma uscirne salva letteralmente la vita.

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