Il 14 Maggio si è tenuta la conferenza stampa sull’opera “Der junge Lord” di Hans Werner Henze, il secondo spettacolo con la quale viene inaugurata l’87esima edizione del Festival del Maggio Musicale fiorentino. Il sovrintendente Carlo Fuortes, il maestro Markus Stenze e il regista Daniele Menghini hanno presentato l’opera grottesca, fantastica e, in Italia, quasi completamente inedita, che il Maggio Musicale ha deciso di portare con un nuovo allestimento al pubblico fiorentino.
“Der junge Lord” è un’opera di due atti di Hans Werner Henze su libretto della poetessa austriaca Ingebrog Bachmann, ispirata alla fiaba “La scimmia come uomo” di Wilhelm Hauff. Il nuovo allestimento del Maggio Musicale fiorentino si è dedicato completamente a trasporre il più fedelmente possibile le peculiarità dell’opera in scene e costumi altrettanto teatrali. Tutte le scenografie sono state realizzate dai laboratori del teatro e, come parte di scenografia e oggetti di scena, saranno presenti sul palco circensi; caratteristica sicuramente bizzarra.
Dopo l’incredibile successo della Salome che ha aperto il Festival, e che in quattro mesi ha portato al teatro gli stessi introiti di tutto l’anno scorso, il teatro si è potuto permettere di “rischiare” e portare a teatro una perla sconosciuta e inusuale. Una scimmia che diventa Lord e comunica agli spettatori sbalorditi solo con le parole del Faust di Goethe nell’originale tedesco, non è sicuramente convenzionale. Prima d’ora l’opera, in Italia, era stata solo rappresentata a Roma, più di cinquant’anni fa e in italiano. Descritta come buffa, irriverente e sorprendente “Der junge Lord” ha la promessa di essere una lieta sorpresa per tutti gli spettatori.
Parlando di questa nuova produzione, il maestro Markus Stenz ha sottolineato come l’opera sia già definibile un classico, con gli stessi valori atemporali: “Credo che Der junge Lord sia già definibile un classico e non una composizione contemporanea. […] amo inoltre che quest’opera sia veramente puro teatro e che vada decisamente oltre a quelle che sono le nostre aspettative del mondo digitale moderno: ristabilisce il concetto del ‘fare teatro per il teatro’. Tutti gli effetti speciali sono naturali e creati dalle persone stesse e il palcoscenico è colmo: ci sono attori, il coro, I giovani del Coro delle voci bianche e i figuranti. Quest’opera è il massimo del divertimento insomma, ma al contempo è anche impressionantemente profonda”.
Daniele Menghini ha fatto eco alle parole del maestro Stenz: “È una gioia e un onore poter debuttare in questa edizione del Festival del Maggio e lo è ancor di più poterlo fare con un’opera come Der junge Lord, che conferma lo spirito pionieristico di un Festival che ha sempre cercato di scovare titoli inediti e fuori dagli schemi classici del repertorio. […] un vero e proprio capolavoro dai tratti decisamente irriverenti che ci rivela tutte le nostre ipocrisie e tutte le nostre nevrosi che tutti noi spesso facciamo fatica a riconoscere e ammettere. È un’opera corale, imprevedibile e a tratti scorretta che – se da un lato guarda alla tradizione – dall’altra la deforma con quel cinismo grottesco che solo i tedeschi sanno trasmettere. Il finale, inaspettato”.
L’opera parla di “cosa bisogna fare per apparire meno bestia di quello che si è”; trasmette una morale moderna con impostazione classica, che sicuramente troverà riscontro positivo con il pubblico fiorentino. È ambientata in una città immaginaria inventata da Henze, che come quelle di Calvino, può essere specchio di qualunque luogo l’osservatore decida; musica e testo mostrano ciò che la città cerca di celare: la vera bestia. Quella che al giorno d’oggi tutti conosciamo.