Firmato il 30 novembre scorso il manifesto per la comunicazione non ostile.

La nostra regione, la Toscana, è da sempre considerata come “terra di diritti”, dove alcune sacrosante conquiste sono arrivate in anticipo rispetto a tutto il resto del mondo…

Il 30 novembre viene celebrata ormai da 21 anni la Festa della Regione Toscana; una festa che vuole essere un omaggio a tutti coloro i quali si riconoscono nei valori della pace, della giustizia e della libertà. La Regione ha istituito la festa commemorativa proprio in questa data, per ricordare il giorno in cui ricorre l’anniversario della riforma penale promulgata, in quella data nel 1786, da Pietro Leopoldo di Lorena, Granduca di Toscana dal 1765 al 1790. Con tale riforma la Toscana divenne il primo paese al mondo ad aver abolito la pena di morte, “conveniente solo ai popoli barbari” secondo Pietro Leopoldo.

In occasione della Festa della Toscana 2021, la Regione ha deciso di rinnovare questo patto di civiltà umana scegliendo come tema il contrasto ai linguaggi d’odio. L’obiettivo di questa Festa è gettare dei semi affinché possano poi germogliare ed essere patrimonio di chi domani guiderà il nostro Paese.

Il convegno, che si è svolto presso il Cinema teatro La Compagnia di via Cavour, ha visto la presenza (reale o virtuale) di molti ospiti, che sono intervenuti raccontando la loro esperienza riguardo a temi come l’Hate speech o i diritti umani.

Casi di violenze dovute al linguaggio d’odio sono all’ordine del giorno: il caso della giornalista sportiva Greta Beccaglia, più volte ricordata durante il convegno, che è stata molestata da un tifoso della Fiorentina, in mezzo al silenzio generale di chi assisteva alla scena, è emblematico.

L’incontro è iniziato con la lettura di un messaggio della senatrice a vita Liliana Segre, la quale ha posto l’attenzione sulla grande tradizione della Toscana riguardo alla tutela dei diritti, sia sul piano dell’elaborazione teorica e giuridica, sia nelle pratiche dei suoi governanti più illuminati.

Il presidente del consiglio regionale Antonio Mazzeo

Il fenomeno del linguaggio ostile investe molti campi: dall’informazione, alla scuola e all’università, fino ad arrivare ai social network, che sono sempre più un mezzo per creare odio…  Proprio contro ogni forma di hate speech il Presidente del consiglio regionale Antonio Mazzeo ha firmato il “Manifesto della comunicazione non ostile”.

Questo manifesto è stato ideato da Rosy Russo, presidente di “Parole ostili”, 5 anni fa, quando, come lei stessa ha raccontato, si è resa conto che la rete è un posto in cui si vive circondati da fake news e discorsi d’odio. Così, insieme ad alcuni colleghi, hanno scritto i 10 principi che compongono il manifesto. Alla base di “Parole ostili” c’è l’importanza delle parole e la cura nello sceglierle; la volontà di istruire le persone ad un corretto uso dei social network; il fatto che, attraverso la conoscenza e il rispetto del diverso, ci possiamo arricchire. Il manifesto ha raccolto un grandissimo successo dalla sua pubblicazione: è stato tradotto in ben 35 lingue!

Inoltre, è intervenuto direttamente dal Sudafrica Sello Hatang, CEO del “Nelson Mandela Foundation, che ha sottolineato come la pandemia di Covid 19 degli ultimi anni abbia aumentato i livelli di rabbia, disperazione e odio un po’ dappertutto. Hatang ha voluto sottolineare la fobia che ancora oggi esiste nei confronti degli africani. Poi il giornalista Simone Alliva ha parlato di omofobia, sottolineando come la Toscana fin dal 2004 abbia una legge che tuteli la comunità LGBT – ben prima del tanto discusso (e non approvato) DDL Zan…

Altri ospiti di rilievo sono stati il cantante Lorenzo Baglioni, che ha mostrato una sua canzone contro il bullismo; il senatore e vicepresidente della Commissione Segre Francesco Verducci, il quale ha incentrato il suo discorso sull’importanza della memoria di episodi di odio estremo come la Shoah e sulla differenza abissale che c’è tra libertà di espressione e istigazione all’odio… Poi c’è stato l’intervento in streaming di Kalidou Koulibaly, calciatore del Napoli, che è stato vittima di un triste episodio di razzismo proprio nella nostra Firenze, durante Fiorentina-Napoli dello scorso ottobre; Koulibaly ha voluto ringraziare tutti i toscani per i messaggi di solidarietà ricevuti, evidenziando che chi compie beceri atti di razzismo è soltanto una minima parte della popolazione, che può essere sconfitta solo se tutto il resto non sta a guardare silenziosamente, ma la condanna.

Chi alimenta il linguaggio d’odio, purtroppo, è sempre più spesso il cosiddetto “giornalismo spazzatura”. A questo riguardo hanno parlato la giornalista Claudia Fusani e Paola Barretta – coordinatrice dell’Associazione Carta di Roma. L’informazione infatti ha il potere di veicolare il pensiero di milioni di persone e, per avere più audience, qualcuno è anche disposto a seminare notizie distanti dalla realtà- le fake news. Veri e propri linciaggi mediatici, o istigazioni all’odio sono all’ordine del giorno: un esempio degli ultimi giorni è il professore di Milano Martino Mora, che si è rifiutato di fare lezione perché dei ragazzi erano vestiti in gonna (abbigliamento considerato dal prof. inappropriato), come segno di protesta in occasione della giornata contro la violenza sulle donne. La dignità di questo professore, la cui condotta è stata sicuramente discutibile e a causa del suo gesto è stato sospeso, non è stata però rispettata da gran parte dei media italiani.

Infine, sono intervenuti il presidente del Corecom Toscana Enzo Brogi e il Consigliere del Presidente della regione Toscana all’Innovazione e alle Politiche Giovanili Bernard Dika. Quest’ultimo ha parlato dell’importanza della scuola, perché nella scuola si può insegnare il rapporto con chi la pensa diversamente da te, il confronto fra idee diverse; confronto che spesso non sappiamo come affrontare perché abbiamo paura del conflitto, che, però, se non si trasforma in odio e in violenza, può essere la chiave per aprire nuove porte, nuove soluzioni comuni.

“Nessuno nasce odiando qualcun altro per il colore della sua pelle o per il suo credo religioso. Le persone devono imparare a odiare, e se imparano ad odiare forse gli si può anche insegnare ad amare. L’amore viene veramente naturale al cuore e all’animo umano, mentre altrettanto non si può dire di altri sentimenti. “ – Nelson Mandela

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