Fra pochi giorni il Maggio metterà in scena una sua rara opera buffa, ma le prime due recite sono guà saltate causa pandemia.

“Reputo le vostre opere superiori a tutte le altre opere di teatro. Resto incantato ogni
volta che sento una vostra nuova opera e vi prendo più partecipazione delle mie proprie:
in breve vi onoro e vi amo. Voi resterete sempre, fra i miei contemporanei, quello che
stimo di più”

Così Beethoven definiva Luigi Cherubini, compositore nato il 14 Settembre 1760 a
Firenze, la città che gli dedicherà poi, nel 1849, il conservatorio in Piazza delle belle arti.


Sin dalla giovinezza riceve un’educazione musicale, favorita dal periodo florido per la produzione sinfonica e operistica a Firenze e dall’ambiente di studio in cui si ritrovava come figlio di Bartolommeo Cherubini, maestro al cembalo al Teatro della Pergola. Inizia gli studi di musica a sei anni sotto la guida del padre e a nove inizia ad apprendere l’arte della composizione, come racconta nel Catalogo generale per ordine cronologico di tutte le sue opere, da cui possiamo ricostruire una sua biografia. Nel 1769, alla morte della madre, viene indirizzato dal padre alla scuola di Bartolomeo Felici e del figlio Alessandro: questi anni di studio riguardante l’arte del contrappunto, in cui Cherubini riuscì ad apprendere da Alessandro Felici anche qualche norma teatrale, daranno poi frutto con la produzione di una Messa e Credo in Re minore, che verrà accolta con molti applausi nella chiesa del Monastero di S. Martino. La bravura di Cherubini varrà al giovane compositore una pensione (oggi la chiameremmo borsa di studio) per studiare a Bologna, concessa dall’Arciduca Pietro Leopoldo di Lorena. Nel 1770 conosce Mozart in visita a Firenze per un concerto “di cembalo”. Nel 1783 compone “Sposo di tre e marito di nessuna”, che verrà messo in scena al Teatro del Maggio musicale fiorentino il prossimo 4 Febbraio nella sala Zubin Mehta. Dopo aver percorso l’Italia da Milano a Venezia e ancora da Roma e Mantova (ritornando anche a Firenze), venne suggerito al Cherubini di spostarsi all’estero, fu così che viaggiò prima a Londra per poi stabilirsi a Parigi nel 1788.

Durante gli anni della rivoluzione francese Cherubini fu coinvolto in prima persona, svilupperà disturbi
nervosi e si rifugerà alla certosa di Gaillon, in Normandia, fino alla tarda Estate del 1793 quando tornerà a parigi, in Normandia apprenderà della morte del padre. Il 12 Aprile del 1794, durate il periodo del Terrore, sposa Cecilie Tourette in uno scantinato nascosto di una casa a noi sconosciuta, da un prete cattolico che si nascondeva da tempo. Bernand Sarrette offrirà poi al Cherubini di suonare il triangolo nella sua “Garde Nationale”, questo impiego darà al compositore fiorentino le entrate finanziarie necessarie. Sotto la direzione dello stesso Sarrette, che aveva fondato l’Ecole gratuite de Musique de la Gard National Parisienne divenuta poi Conservatoire, Cherubini affiancò alla sua attività di composizione un’intensa attività didattica come insegnante di composizione, affiancando artisti come Grétry, Gossec, Lesueur e Méhul, che divennero suoi colleghi. Nel 1800 però Cherubini dovette affrontare un altro periodo afflitto da disturbi nervosi dovuti alla nuova condizione di precarietà economica, contribuì la nascita di due figli e le spese che comportavano. Cherubini dovette inoltre fronteggiare l’antipatia e le ostilità di Napoleone Bonaparte. Recatosi a Vienna per dirigere dei concerti si imbatté ancora in Napoleone, appena uscito vittorioso dalla sua campagna in Austria, il quale gli affidò la direzione dei concerti alla corte provvisoria di Schönbrunn, incarico che Cherubini accettò. Nell’Aprile del 1806 ritorna a Parigi dopo il suo soggiorno in Austria dove riscosse molto successo, seguirà un periodo malinconico in cui Cherubini si occuperà di botanica e pittura nella Parigi napoleonica, sembra anche con buoni risultati. Ripresa la fiducia in sé stesso riprenderà l’attività di composizione, scrivendo anche un‘Ode à l’Hymen per il matrimonio di Napoleone. Divenuto condirettore della cappella reale sotto Luigi XVIII scrisse anche il grande Requiem in Do minore, definito il capolavoro della musica sacra del primo ottocento, in memoria dello stesso sovrano.

Nel 1822, ormai divenuto una celebrità, divenne direttore del conservatorio, carica da cui si dimetterà nel 1842. Un mese dopo le sue dimissioni morirà nella sua casa del faubourg Poissonnière.

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