Il 14 agosto 2018 su Genova piove a dirotto, è allerta arancione. Alle 11:36 del mattino un fulmine esplode nel cielo e in quello stesso istante crolla il viadotto sull’A10, il Ponte Morandi. Le immagini riprese dalle telecamere e telefonini tolgono il fiato. 43 vite spezzate in pochi secondi, accartocciate sotto tonnellate di cemento armato; la più piccola: un bimbo di otto anni; 16 i feriti. Sotto le macerie si scava senza sosta, la città intera si mobilita nei soccorsi: ospedali, forze d’intervento, hotel e strutture per accogliere 281 famiglie evacuate dai palazzi intorno al viadotto Polcevera, divenuto zona rossa.

I ritmi della ricostruzione sono sostenuti e appena 4 mesi dopo, il 18 dicembre del 2018, viene scelto il progetto di Renzo Piano per la ricostruzione del ponte. Ogni tappa è un evento: il 7 febbraio 2019 inizia la demolizione del viadotto crollato. Ci vorranno cinque mesi per demolire definitivamente i resti del vecchio Ponte Morandi. Le operazioni terminano nel giugno del 2019;
e nello stesso mese, il 25 giugno, si celebra la prima colata di cemento. Dieci mesi di lavoro incessante, 7 giorni su 7, quasi 24 ore su 24, una media di 350 addetti al lavoro ogni giorno e il 28 aprile 2020 il sollevamento dell’ultima campata. Il ponte è ricostruito. La sfida è vinta: in circa 15 mesi, in anticipo rispetto ai tempi inizialmente previsti, il ponte viene completato. E’ uno splendore di forza e leggerezza insieme.

A distanza di 4 anni dal crollo del Ponte Morandi, il 7 luglio scorso è iniziato il processo per determinare le responsabilità della tragedia che gli eventi e le notizie successive hanno dimostrato evitabile.

Al processo per il crollo del Ponte Morandi sono 59 le persone imputate, tra ex vertici e tecnici di Autostrade e Spea (la società che si occupava di manutenzioni e ispezioni), attuali ed ex dirigenti del Ministero delle Infrastrutture e funzionari del Provveditorato. Le accuse, a vario titolo, sono omicidio colposo plurimo, omicidio stradale, crollo doloso, omissione d’atti d’ufficio, attentato alla sicurezza dei trasporti, falso ed omissione dolosa di dispositivi di sicurezza sui luoghi di lavoro. Per l’accusa, buona parte degli imputati immaginava che il ponte sarebbe potuto crollare ma non fecero nulla.
La prima udienza è finita, «con anticipo clamoroso» come ha sottolineato il presidente del Collegio Paolo Lepri. Sono state presentate le richieste di costituzione di parti civili su cui i giudici decideranno a settembre. Il tribunale ha calendarizzato udienze fino al 19 luglio 2023. Le altre questioni che verranno affrontate dopo la pausa estiva riguarderanno la eventuale esclusione dei responsabili civili, cioè coloro che pagheranno in caso di condanna.

Per il quarto anno di commemorazione della tragedia del Ponte Morandi è stato definito il programma per ricordare la tragedia

Domenica 14 agosto 2022 alle ore 8.30, nella Chiesa parrocchiale di San Bartolomeo della Certosa, l’Arcivescovo presiede la Santa Messa in suffragio delle vittime.
Alle ore 10.20, alla Radura della Memoria l’arrivo dei partecipanti alla camminata in ricordo delle vittime organizzata dall’Associazione “Noi per Voi Valle Stura Masone” con i sindaci della vallata. Presenti 43 bambini per portare un pensiero ai parenti delle vittime.
Alle ore 10.30, alla Radura della Memoria la Cerimonia in ricordo delle vittime del crollo del Ponte Morandi: deposizione ldela corona della Presidenza del Consiglio dei Ministri da parte del Ministro alle Infrastrutture e Mobilità Sostenibili Enrico Giovannini.
Alle ore 11.36 verrà un minuto di silenzio e in contemporanea suonano le sirene delle navi in porto e le campane di tutta la Diocesi.
A concludere la cerimonia, l’intervento musicale con la composizione del Maestro Nevio Zanardi.

Tutti noi ricordiamo quelle terrificanti riprese, immagini e testimonianze di chi incredulo ed impotente assisté a quanto accadeva.  Così oggi l’Italia si ferma a fianco a Genova e alle vittime dell’atroce evento.

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