Il Teatro milanese inaugura la stagione alla presenza delle più altre cariche politiche italiane e internazionali. La presidente della Commissione europea: “Penso che i compositori russi come Musorgskij o Cajkovskij siano fantastici così come Tolstoij o Dostoevskij. Non dovremmo permettere che Putin distrugga questo fantastico Paese”. Il presidente del Consiglio: “Conoscete la mia posizione in tema di conflitto in Ucraina, ma penso che la cultura sia un’altra cosa”

Il Teatro alla Scala di Milano inaugura la stagione con l’opera Boris Godunov, e lo fa alla presenza delle più alte cariche politiche italiane e internazionali. Fra loro il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che al suo ingresso nel palco d’onore è stato accolto da un lungo applauso del pubblico, che si è alzato in piedi per omaggiarlo. Poi come di consuetudine l’orchestra della Scala ha fatto risuonare l’inno nazionale e poi l’Inno alla Gioia di Beethoven, inno dell’Europa, in omaggio alla presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen.

Sono bianche le decorazioni del palco centrale della Scala dove siedono fra gli altri il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e il presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Questa volta dell’allestimento floreale non si sono occupati stilisti ma il fioraio storico del teatro Carbognin, che ha utilizzato ellebori e rose bianche ripiantabili nell’ottica della sostenibilità.

Fra le autorità presenti alla Prima della Scala dunque anche Ursula von der Leyen, che ha avuto un’intensa giornata milanese e un’occasione importante d’incontro con Mattarella. Ursula von der Leyen ha sottolineato il dialogo eccellente con il governo italiano nell’attuazione del Pnrr, anche al fronte della necessità di eventuali correzioni che tengano conto delle condizioni economiche mutate a seguito del conflitto innescato dalla Russia. Nel colloquio, il sostegno all’Ucraina è confermato in tutte le sue forme da entrambe le parti. Ma resta alta la preoccupazione di Mattarella, per famiglie e imprese aggravate dai rincari delle energie, conseguenze per le quali il tetto europeo al petrolio russo dovrebbe essere ridefinito in modo più realistico e efficace.

Quest’anno per la Prima del teatro alla Scala di Milano è andata in scena l’opera russa Boris Godunov di Modest Petrovič Mussorgsky diretto da Riccardo Chailly per la regia di Kasper Holten, nella versione definita Ur-Boris, ovvero la prima delle due versioni del compositore, quella in sette scene, che non venne accettata per essere rappresentata e in scena andò solo 50 anni dopo la morte del suo autore.
Raccontando la storia dell’ascesa al trono di Boris Godunov e della sua follia, da dopo la morte dello zar di Russia Fëdor I fino alla sua scomparsa, l’interpretazione dell’opera proposta da Kasper Holten è incentrata sui temi della coscienza contro il potere e della verità contro la censura.

Il capo dello Stato ha parlato ai microfoni riguardo le polemiche legate al fatto che l’opera della Prima sia russa: “Sono posizioni che non condivido sia sul piano culturale sia su quello politico. La grande cultura russa è parte integrante della cultura europea. È un elemento che non si può cancellare. Mentre la responsabilità della guerra va attribuita al governo di quel Paese non certo al popolo russo o alla sua cultura”.

“Non dovremmo lasciare che Putin distrugga questo fantastico Paese (Russia) e perciò non vedo l’ora di vedere quest’opera”, ha detto von der Leyen prima della rappresentazione. “Penso che i compositori russi come Musorgskij o Cajkovskij siano fantastici cosi come Tolstoij o Dostoevskij”, ha aggiunto la presidente della Commissione europea.

Presente alla Prima della Scala il presidente del Consiglio Giorgia Meloni. L’abito scelto, un Armani blu, “spero che sia all’altezza delle aspettative”, ha detto, aggiungendo di essere “incuriosita. È la mia prima volta, sicuramente una prima bella esperienza nuova”.
“Conosce la mia posizione in tema di conflitto in Ucraina, ma penso che la cultura sia un’altra cosa e penso che non bisogna fare l’errore di mescolare dimensioni che sono diverse”, ha detto Meloni rispondendo a una domanda sulle polemiche per la scelta di un titolo russo. “Noi non ce l’abbiamo col popolo russo, con la storia russa, noi ce l’abbiamo con scelte di chi politicamente ha deciso di invadere una nazione sovrana. È una cosa diversa, secondo me è giusto mantenere le due dimensioni”.

Il sovrintendente della Scala Dominique Meyer dopo le polemiche dei giorni scorsi ha ribadito: “Presentiamo un capolavoro della storia dell’arte. Non significa che sia un appoggio alla politica russa. Sono delle cose diverse”.

La rappresentazione si è conclusa con ben 13 minuti di applausi da parte della sala.

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