Il 10 Dicembre si celebra la Giornata Internazionale dei Diritti Umani (Human Rights Day). Si tratta di una commemorazione universale che ebbe inizio nel 1950, nella data in cui l’ONU (Organizzazione delle Nazioni Unite) proclamò la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani dell’anno 1948. Dopo aver compiuto questo importante passo, l’Assemblea si occupò di diffondere il testo e per fare ciò fu necessario tradurlo in oltre 500 lingue, garantendo così una miglior divulgazione.

  • Cosa afferma la Dichiarazione?

Il Documento ha lo scopo di garantire che ad ogni individuo spettino tutti i diritti e le libertà presenti nel testo stesso. Questo deve avvenire senza alcuna distinzione, per motivi di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica (o di altro genere), di origine sociale o nazionale, di ricchezza, di nascita o di qualsiasi altra condizione. Questo vuol dire che ogni cittadino è uguale a tutti gli altri.

La sua preparazione deriva dall’intenzione di non voler ripetere gli atroci errori che si verificarono durante la Seconda Guerra Mondiale, come i genocidi e i massacri commessi da parte dei nazisti. In particolare lo sviluppo del documento ebbe inizio alcuni anni prima rispetto alla sua pubblicazione. Nel 1945 si verificò il Processo di Norimberga, durante il quale diversi capi di accusa espressero l’esigenza di poter punire e rendere responsabile penalmente chiunque commettesse crimini universalmente gravi, nonostante il corpo legislativo del suo paese non intervenisse. In realtà questo processo è stato solo il primo di dodici, i quali si svolsero tutti nel Tribunale internazionale militare di Norimberga (città simbolo del Nazismo). Già prima della fine della Guerra gli Alleati avevano concordato di condannare i responsabili, ma sorse un problema: su che base di diritto si potevano accusare queste persone? Questo dubbio venne risolto l’8 agosto 1945 nella capitale inglese, Londra. Durante questa giornata vennero accettati come validi altri due crimini, ovvero il “crimine contro l’Umanità” e la “cospirazione contro la pace”.

  • Come è organizzata la Dichiarazione?

Questa presenta un preambolo, che espone le ragioni sociali e storiche della sua stesura, e successivamente 30 articoli. Il testo venne composto da numerosi rappresentati di ogni religione e tradizione legale, che si impegnarono a collaborare. Inizialmente la Dichiarazione venne accettata da tutti i governi del mondo e venne considerata come un contratto; per questo motivo è alla base di tutti i rapporti tra cittadino e governo. Successivamente vennero promulgate delle nuove leggi con lo scopo di garantire e far rispettare il Documento, punendo gli abusi dei diritti umani. Un altro passo importante venne compiuto con l’emanazione della Convenzione internazionale sui diritti civili e politici (ICCPR) e la Convenzione internazionale sui diritti economici, sociali e culturali (ICESCR), entrate in vigore nel 1976. Quest’ultime costituiscono infatti il fondamento della protezione dei Diritti Universali.

Più precisamente i due primi articoli sottolineano i concetti di uguale condizione di libertà, dignità e fratellanza tra gli esseri umani. I susseguenti 18 espongono i diritti civili e politici, per esempio quello a non essere torturato o arrestato arbitrariamente, o quello che garantisce la libertà di pensiero. Invece gli articoli dal 22 al 27 si occupano dei diritti economici, sociali e culturali, come il diritto alla maternità o all’istruzione gratuita. Infine gli ultimi tre articoli delineano il diritto di vivere in un contesto in cui le libertà enunciate siano pienamente realizzate, i doveri necessari a garantire il rispetto delle libertà degli altri, e l’impossibilità di usare la dichiarazione per negare i diritti o le libertà altrui.

  • Che ruolo ebbero le donne?

La Commissione dei diritti Umani delle Nazioni Unite, composta da un gruppo di rappresentati provenienti da otto stati diversi e guidata da Eleanor Roosevelt, si preoccupò di compilare la Dichiarazione e propose una prima stesura, che, dopo essere stata modificata leggermente, venne approvata con ben 48 voti favorevoli su 58 Stati membri.

Un secondo contributo molto importante venne dato da altre donne che lottarono per affermare alcuni aspetti fondamentali del Documento (la garanzia di non discriminazione in base al genere, la libertà nelle scelte matrimoniali, una retribuzione giusta per il lavoro, l’universalità dei diritti umani contrapposta alla mentalità dell’epoca). Molte di queste manifestazioni puntarono inoltre alla diffusione del termine essere umano e non uomo in modo tale che nessuno potesse negare loro determinate libertà.

  • La Dichiarazione è davvero messa in atto?

Purtroppo non sempre è così. Si verificano ancora casi in cui i diritti fondamentali dell’essere umano non vengono garantiti e rispettati. Sono infatti numerosi gli stati che continuano a non considerare il Documento, nonostante lo abbiano accettato in modo teorico. Per questo motivo è molto importante continuare a lottare per eliminare ogni tipo di discriminazione e abuso oltre che per onorare e continuare tutti gli sforzi che gli attivisti e sostenitori dei diritti hanno fatto affinché si creasse una situazione accogliente. Bisogna imparare ad accettare la diversità e a rompere ogni tipo di silenzio, perché per quanto il nostro sia uno Stato abbastanza sviluppato ci sono comunque governi che preferiscono imporre il loro potere sebbene questo vada a danneggiare le persone. Non rimaniamo fermi, ma proviamo a difendere gli altri individui vittime e succubi delle autorità.

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