La Giornata Mondiale della pace è una ricorrenza della Chiesa Cattolica che cade il primo gennaio di ogni anno. Ha come scopo l’invito alla preghiera per la pace.

La giornata mondiale della pace venne istituita da Papa Paolo VI nel 1968, annunciando la nuova ricorrenza tramite un messaggio simbolico l’8 dicembre 1967. Da quel momento l’8 dicembre, giorno dell’Immacolata Concezione, è il giorno in cui i diversi Papi pubblicano un messaggio per la comunità in vista della celebrazione del primo gennaio. I successivi Papi, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e ovviamente Papa Francesco pubblicarono messaggi inerenti al tema principale della pace.

Il messaggio di Papa Paolo VI verteva su un richiamo storico ai valori della Pax Romana, e aveva fatto anche un appello alla tregua e al dialogo per la Guerra del Vietnam.

«Sarebbe Nostro desiderio che poi, ogni anno, questa celebrazione si ripetesse come augurio e come promessa – all’inizio del calendario che misura e descrive il cammino della vita umana nel tempo – che sia la Pace con il suo giusto e benefico equilibrio a dominare lo svolgimento della storia avvenire. Noi pensiamo che la proposta interpreti le aspirazioni dei Popoli, dei loro Governanti, degli Enti internazionali che attendono a conservare la pace nel mondo, delle Istituzioni religiose tanto interessate alla promozione della Pace, dei Movimenti culturali, politici e sociali che della Pace fanno il loro ideale, della Gioventù – in cui più viva è la perspicacia delle vie nuove della civiltà, doverosamente orientate verso un suo pacifico sviluppo – degli uomini saggi che vedono quanto oggi la Pace sia al tempo stesso necessaria e minacciata. La proposta di dedicare alla Pace il primo giorno dell’anno nuovo non intende perciò qualificarsi come esclusivamente nostra, religiosa cioè cattolica; essa vorrebbe incontrare l’adesione di tutti i veri amici della pace, come fosse iniziativa loro propria, ed esprimersi in libere forme, congeniali all’indole particolare di quanti avvertono quanto bella e quanto importante sia la consonanza d’ogni voce nel mondo per l’esaltazione di questo bene primario, che è la pace, nel vario concerto della moderna umanità.» Inizia così il messaggio di Papa Paolo VI.

Quest’anno Papa Francesco per la 56sima edizione, ha fatto un appello alla ripartenza della vita sociale dopo il Covid-19 e il conflitto in Ucraina. Ha affermato che: «Il virus della guerra è più difficile da sconfiggere di quelli che colpiscono l’organismo umano, perché esso non proviene dall’esterno, ma dall’interno del cuore umano, corrotto dal peccato». Il messaggio intitolato Nessuno può salvarsi da solo. Ripartire dal Covid-19 per tracciare insieme sentieri di pace tratta di vari temi che ci hanno coinvolto in quanto cittadini del mondo quest’anno.

«Assieme alle manifestazioni fisiche il Covid-19 ha provocato, anche con effetti a lungo termine, un malessere generale che si è concentrato nel cuore di tante persone e famiglie, con risvolti non trascurabili, alimentati dai lunghi periodi di isolamento e da diverse limitazioni di libertà. Inoltre, non possiamo dimenticare come la pandemia abbia toccato alcuni nervi scoperti dell’assetto sociale ed economico, facendo emergere contraddizioni e disuguaglianze. Ha minacciato la sicurezza lavorativa di tanti e aggravato la solitudine sempre più diffusa nelle nostre società, in particolare quella dei più deboli e dei poveri».

 «La più grande lezione che il Covid-19 ci lascia in eredità è la consapevolezza che abbiamo tutti bisogno gli uni degli altri, che il nostro tesoro più grande, seppure anche più fragile, è la fratellanza umana, fondata sulla comune figliolanza divina, e che nessuno può salvarsi da solo. È urgente dunque ricercare e promuovere insieme i valori universali che tracciano il cammino di questa fratellanza umana. Abbiamo anche imparato che la fiducia riposta nel progresso, nella tecnologia e negli effetti della globalizzazione non solo è stata eccessiva, ma si è trasformata in una intossicazione individualistica e idolatrica, compromettendo la garanzia auspicata di giustizia, di concordia e di pace».

 «La guerra inoltre miete vittime innocenti e diffonde incertezza, per la guerra non si sono trovate soluzioni adeguate e in questo momento storico dobbiamo cambiare il cuore e lasciare che Dio trasformi i nostri criteri abituali di interpretazione del mondo e della realtà. Dobbiamo quindi pensare al bene comune, con senso comunitario, ovvero come “noi” aperto alla fraternità universale». Scrive così Papa Francesco nel suo messaggio, offrendo alla sua comunità molti spunti su cui riflettere, dal ricovero del Covid-19 alla guerra in Ucraina, definita una terribile sciagura, alla fame che colpisce molti popoli e alle questioni di valore morale.

https://www.vatican.va/content/francesco/it/messages/peace/documents/20221208-messaggio-56giornatamondiale-pace2023.html

Lo stesso Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha pubblicato l’anno scorso, il primo gennaio del 2022 a sua volta un messaggio per Papa Francesco sul sito ufficiale del Quirinale, rivolgendosi direttamente a Sua Santità nella conclusione:

«Le Sue parole ci ricordano, in un momento storico in cui l’umanità continua a essere scossa dalla tempesta della crisi sanitaria, come tutti, insieme, ogni giorno, possiamo diventare “artigiani” di pace.»

https://www.quirinale.it/elementi/61826

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