In occasione delle rappresentazioni dell’opera Doktor Faust al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino pubblichiamo un breve profilo biografico di Ferruccio Busoni

Ferruccio Busoni, per intero Ferruccio Dante Michelangelo Benvenuto Busoni, è stato un compositore, pianista, direttore d’orchestra, editore, scrittore e insegnante italiano. Nacque il 1° aprile 1866 ad Empoli, figlio unico di due musicisti professionisti, Ferdinando, clarinettista, e Anna Weiss, pianista di origine bavarese. Appare fin da subito come un bambino prodigio, all’età di sette anni era già in grado di suonare e comporre. In una nota autobiografica commenta “Mio padre sapeva poco di pianoforte ed era irregolare nel ritmo, quindi ha compensato queste carenze con un’indescrivibile combinazione di energia, severità e pedanteria”.

Busoni fece il suo debutto pubblico come pianista in un concerto con i suoi genitori allo Schiller-Verein di Trieste il 24 novembre 1873 suonando il primo movimento della Sonata in do maggiore di Mozart. Seguì poi i genitori in una serie di ulteriori concerti. Diversi anni dopo, riferendosi a questo periodo, disse: “Non ho mai avuto un’infanzia“.  Nel 1875 fece il suo debutto in concerto suonando il Concerto per pianoforte n. 24 di Mozart.

Dai nove agli undici anni, con l’aiuto di un mecenate, Busoni studiò prima al Conservatorio di Vienna e in seguito a Lipsia. Nel 1881 fu eletto all’Accademia Filarmonica di Bologna, la persona più giovane a ricevere questo onore dai tempi di Mozart. Nel 1888 si sposta ad Helsingfors (oggi Helsinki) per insegnare pianoforte. Tra i suoi colleghi vi era lo scrittore Adolf Paul, il quale descrisse Busoni come “un italiano piccolo e snello con barba castana, occhi grigi, giovane e allegro, con un piccolo berretto rotondo appollaiato con orgoglio sui suoi folti riccioli d’artista“. A Helsinki, Busoni conobbe la sua futura moglie, Gerda Sjöstrand, figlia dello scultore svedese Carl Eneas Sjöstrand, che sposò a Mosca nello stesso anno e dalla quale ebbe due figli, Raffaello e Benvenuto. Ha composto per lei Kultaselle (“Alla persona amata”) per violoncello e pianoforte.

Fu invitato in seguito a visitare e a insegnare al Conservatorio di Mosca. Busoni e Gerda si trasferirono così in Russia dove, nonostante il successo inziale dovuto al suo primo concerto a Mosca, quando eseguì il Concerto n. 5 di Beethoven, non passarono un bel periodo. I motivi erano diversi, sia economici che professionali: il compositore italiano si sentiva escluso dai suoi colleghi russi inclini al nazionalismo. La coppia si spostò allora in cerca di una vita migliore a Boston, dove Busoni rincontrò Arthur Nikisch, suo vecchio amico e collega che conosceva dal 1876 ​​quando entrambi si esibirono in un concerto a Vienna.

Nel 1893 era presente alla prima berlinese del Falstaff di Giuseppe Verdi, opera che lo costrinse a rivalutare il potenziale delle tradizioni musicali italiane che aveva finora ignorato in favore delle tradizioni tedesche. Busoni iniziò a scrivere una lettera adulatoria a Verdi (che non ebbe mai il coraggio di inviare), in cui si rivolgeva a lui come “primo compositore d’Italia” e come “una delle persone più nobili del nostro tempo”. Nonostante l’odio iniziale per Berlino, definita come “questa città ebraica che odio, irritante, oziosa, arrogante”, la città tedesca si rivelò un’ottima base per i suoi tour europei, estenuanti ma remunerativi, in cui presentava la musica dei suoi contemporanei. Fece anche tournée dedicate principalmente a Johann Sebastian Bach, Ludwig van Beethoven e Franz Liszt. I suoi concerti europei scatenarono giudizi contrastanti, il critico francese Arthur Dandelot, ad esempio, commentò: “quest’artista ha certamente grandi doti di tecnica e fascino“, ma si oppose fortemente alla aggiunta di passaggi cromatici a parti delle Leggende di Liszt. Negli anni che precedono la prima guerra mondiale, Busoni amplia i suoi contatti nel mondo dell’arte e tra i musicisti; Arnold Schoenberg , ad esempio, con il quale Busoni era in corrispondenza dal 1903, si stabilì a Berlino nel 1911 in parte proprio a causa delle pressioni esercitate dal compositore italiano. Un anno più tardi, a Parigi, ebbe occasione di incontrare anche Gabriele D’Annunzio.

Dopo un breve soggiorno a Bologna, nel giugno del 1914 torna a Berlino. All’inizio della Grande Guerra, in quanto nativo di un paese neutrale (l’Italia) residente in Germania, Busoni non fu molto preoccupato e in questi anni inizia a lavorare seriamente al libretto del Doktor Faust, opera basata non sul lavoro di Johann Wolfgang von Goethe ma su versioni precedenti della leggenda del Faust. Dopo l’entrata in guerra dell’Italia, Busoni si ritira a Zurigo dove scrive i libretti di due sue opere: Arlecchino e Turandot, attraverso le quali tenta di far rivivere la commedia dell’arte in una forma moderna. Dopo la fine della guerra Busoni intraprende nuove tournée in Europa per poi tornare, nel 1920, nel suo appartamento berlinese. Negli ultimi anni di vita il suo intento era quello di completare il Doktor Faust, nel 1921 scrisse a riguardo: “Come un fiume sotterraneo, sentito ma non visto, la musica per Faust ruggisce e scorre continuamente nelle profondità delle mie aspirazioni”. Ferruccio Busoni morì a il 27 luglio 1924, il Doctor Faust rimase incompiuto e fu presentato per la prima volta a Berlino nel 1925, completato da Philipp Jarnach. Il Doktor Faust ebbe la sua prima italiana al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino il 28 maggio 1942 sotto la direzione di Fernando Previtali e interpretato da Enzo Mascherini come Faust, Renato Gigli come Mefistofele e Augusta Oltrabella come duchessa. La seconda rappresentazione dell’opera al teatro fiorentino avvenne nel 1964 in occasione del 27° festival del Maggio dedicato all’espressionismo; la terza rappresentazione si terrà il 7 febbraio 2023 con il maestro Cornelius Meister alla guida del coro e dell’orchestra del Maggio e Davide Livermore alla regia.

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