E’ mai possibile che un fuoriclasse da 442 reti in carriera, il quale vanta nel suo palmares un mondiale vinto da protagonista e che per due volte è stato premiato come vincitore del Pallone D’Oro, il premio individuale per i calciatori più prestigioso al mondo, sia più famoso per due motivi extra calcio che di campo? Nessuno si è scordato di quella capigliatura, che si potrebbe definire “discutibile”, (e di questo ne parlerei dopo) ma soprattutto il video più iconico del “Fenomeno”, il quale ha fatto il giro delle televisioni mondiali, non è una sua giocata o un suo gol, ma lui che si accascia a terra dopo aver tentato un doppio passo, mentre urla di dolore. Ronaldo, entrato al 58’ di quel maledetto LazioInter dell’aprile 2000, tornava in campo per la prima volta dopo cinque mesi: il 21 novembre 1999 il campione brasiliano a San Siro, in un Inter-Lecce finito 6-0, si rompe il tendine rotuleo del ginocchio destro, costringendolo a restare ai box per metà anno.


Ma facciamo un passo indietro. Ronaldo Luiz Nazario de Lima, questo il suo nome completo in onore del medico che lo fece nascere, nasce a Rio De Janeiro, Brasile, il 22 settembre 1976. Inizia la sua carriera da giocatore di calcio nel Flamengo, una società polisportiva con sede nel quartiere di Gaeva, il quale lo notò giovanissimo. Ronaldo, però, non resta molto nella società brasiliana, e dopo una breve parentesi nel futsal (o calcio a 5) nel Valqueire, si trasferisce nel 1990 al São Cristóvão dove si mette in luce, insaccando il pallone in rete 44 volte su 73 incontri, anche grazie ad una tripletta all’esordio contro il Tomazinho. Notato dal campione del mondo 1970 e compagno di Pelé, Jairzinho, viene ingaggiato dal Cruzeiro dove segna 14 volte su 12 incontri, attirando su di sé, l’attenzione di alcuni club europei, tra i quali il PSV Eindhoven. La squadra olandese lo ingaggia nel 1994 per “soli” 6 milioni di dollari americani. Il primo anno nei Paesi Bassi è magico: 30 gol in 33 presenze in Eredivise (la “serie A olandese”), nel secondo, però, si iniziano a intravedere i primi problemi di natura fisica: il centravanti brasiliano si infortuna al ginocchio, ma questo non l’impedisce di fare 12 centri in 13 partite giocate.

Per il Fenomeno è il momento di fare il definitivo salto di qualità: il Barcellona, uno dei club di calcio più importanti al mondo, compra l’attaccante brasiliano dal PSV per 20 milioni di dollari nel 1996. Nella parentesi spagnola si vede tutta la classe del giocatore sudamericano, infatti, Ronaldo vince la Scarpa D’Oro (premio assegnato al giocatore con più gol tra i maggiori campionati europei) grazie alle sue 34 reti in 37 presenze. Con la squadra catalana, nella stagione 1996/97, il Fenomeno vince, da protagonista, la Coppa del Re (la coppa nazionale spagnola) e la Coppa delle Coppe segnando il rigore che permise al Barcellona di battere nella finale di Rotterdam, Paesi Bassi, il Paris Saint-Germain.

Una svolta incredibile avvenne, nella carriera del brasiliano, il 21 giugno 1997: dopo aver rinnovato il contratto con il club catalano neanche un mese prima, l’Internazionale Milano acquista le prestazioni del centravanti sudamericano, pagando l’intera clausola rescissoria del brasiliano di 48 miliardi di Lire, rendendolo l’acquisto più oneroso della storia del calcio fino a quel momento. Complice un buon avvio di stagione, Ronaldo il Fenomeno, vince, il 23 dicembre 1997, il Pallone D’Oro. Dopo qualche infortunio di identità poco grave al ginocchio ed un’annata al di sotto delle aspettative dell’Inter, si arriva a quella maledetta stagione 1999/2000. La società nerazzurra, dopo aver comprato il bomber italiano Christian Vieri, punta in alto: la coppia di attacco che potrebbe mettere in campo è di livello altissimo, ma Ronaldo entra in un tunnel che sembrerà essere senza fondo. Come già scritto, il fuoriclasse brasiliano si rompe il ginocchio prima in un Inter-Lecce del novembre 1999 e poi, nel giorno del suo ritorno in campo, in un Lazio-Inter di Coppa Italia, il tendine si rompe totalmente. Marcello Lippi, l’allora allenatore dell’Inter, nel pregara, risponde così alle domande dei giornalisti sul ritorno in campo del centravanti verdeoro: “Se i medici dicono che Ronaldo può giocare un quarto d’ora sono sicuro che darà allegria e fiducia alla squadra. L’ho visto bene, può fare ottime cose”.  Purtroppo così non sarà: entrato anzitempo al 56’, poiché l’Inter doveva ribaltare il risultato, Ronaldo cerca di scartare con un doppio passo i difensori laziali Giuseppe Pancaro e Fernando Couto, ma si accascia a terra intento ad urlare di dolore. La scena è impressionante e il gioco viene subito interrotto: più tardi arriva la conferma ufficiale, il Fenomeno si è, di nuovo, rotto il ginocchio.

Dopo una complicata riabilitazione, il giocatore ex Barcellona torna in campo il 20 settembre 2000 in una partita di Coppa Uefa contro i rumeni del Brașov. Per il primo gol dal suo ritorno in campo, occorre aspettare due mesi e mezzo: il 9 dicembre 2000, in un Inter-Brescia 3-1, il brasiliano torna a segnare contribuendo alla vittoria neroazzurra.
La carriera del Fenomeno, sebbene una delle più vincenti della storia del calcio, ha visto anche grandi delusioni. La più famosa sicuramente accadde il 5 maggio 2002, un giorno che gli interisti ricorderanno bene: per vincere lo scudetto la compagine milanese doveva battere la Lazio, in uno stadio Olimpico quasi del tutto a tinte nerazzurre, ma la squadra di Hector Cuper perde clamorosamente 4-2, regalando la vittoria del campionato ai rivali della Juventus. Passerano alla storia le immagini dello stesso Ronaldo, ripreso dalle telecamere a piangere, mentre si trova seduto in panchina.

Ma la vita si sa, conserva solo sorprese, dalla peggiore delusione sportiva della sua vita, Ronaldo, passa alla più importante vittoria della sua carriera. Dopo un mondiale, il quale vide Ronaldo protagonista assoluto, il Brasile vince la sua quinta coppa del mondo nella finale contro la Germania. La partita finisce 2-0 e i due gol chi li sigla se non il Fenomeno?

Come già accennato in apertura, oltre per le sue prestazioni sportive, durante il mondiale nipponico-coreano, Ronaldo fece parlare di sé anche per un altro motivo. In molti si ricorderanno quella capigliatura “particolare”, che potremmo dire, non convenzionale. A distanza di quasi 15 anni però, Ronaldo è tornato a parlare di uno dei tagli di capelli più iconici della storia del calcio: “Il taglio di capelli del mondiale del 2002? Un modo per distrarre l’attenzione dei giornalisti dal mio infortunio”.

Dopo il mondiale di inizio millennio, inizia il declino calcistico del Fenomeno. Dopo essere passato al Real Madrid nell’estate 2002, esso vince il suo secondo Pallone D’Oro alla fine dell’anno. Qualche infortunio di troppo ed una condizione fisica non irresistibile, convincono il club madrileno, nel gennaio 2007, a cedere il calciatore brasiliano al Milan per 7,5 milioni di euro. Il ritorno in Brasile chiude la carriera dei uno dei giocatori più forti di sempre, il quale annuncia il ritiro il 14 febbraio 2011.
In chiusura, per dimostrare la grandezza di questo calciatore, che senza infortuni avrebbe potuto ambire all’olimpo del calcio, rilascio le parole di Fabio Cannavaro, difensore vincitore del Pallone D’Oro nel 2006: “Credetemi ho marcato i più grandi attaccanti e non temevo nessuno in campo, anzi più era forte chi avevo di fronte e più mi “gasavo”. Ma ce n’era uno di cui avevo il terrore: Ronaldo il Fenomeno…

Buon compleanno Fenomeno!

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