Nella partita di sabato scorso tra MilanFiorentina finita 1 – 0 per i padroni di casa, il classe 2008, Francesco Camarda, ha esordito in Serie A al minuto 83’, diventando il più giovane debuttante del nostro campionato all’età di 15 anni, 8 mesi e 15 giorni. Il record era detenuto da Wisdom Amey, difensore del Bologna, che nella sfida tra Bologna e Genoa scese in campo all’età di 15 anni, 9 mesi e 1 giorno.

Il giovane calciatore aveva già fatto notizia, infatti pare che nelle prime stagioni nel Milan, tra pulcini ed esordienti, lui abbia segnato 483 gol in 87 partite, una media di 5,5 gol a partita. Non sappiamo se i numeri siano corretti o no perchè in queste categorie non sono molto attendibili le statistiche.

Le informazioni certe però sono i 22 gol in 25 partite con le nazionali giovanili dello scorso anno e i 7 gol di quest’anno in primavera tra cui 3 in Youth League, la Champions League delle primavere, segnando una doppietta con il Newcastle e 1 gol in rovesciata al Paris Saint-Germain.

Molte persone lo chiamano il futuro attaccante della nazionale e sperano che nascano molti giovani come lui. Infatti, in Serie A, secondo il Cies, l’osservatorio del calcio in Svizzera, i giocatori italiani che provengono dal vivaio giocano solo il 7,1% dei minuti, la minor precentuale nei top 5 campionati. 

Le lamentele provenienti dai tifosi italiani per la mancata qualificazione del mondiale dell’anno scorso, pone una domanda a tutti: perchè in Italia giocano pochi italiani?

Nella prima partita del campionato di quest’anno si sono contati solo 80 giocatori italiani, circa il 36%.

Infatti nel 1995 con la Sentenza Bosman le squadre di calcio ha iniziato ad avere un numero illimitato di giocatori stranieri acquistabili. Da quel momento la globalizzazione del calcio mondiale è cambiato. Ormai le squadre non guardano più la nazionalità ma guardano il rendimento del giocatore. Però ha senso parlare di calcio italiano se le squadre sono composte principalmente da giocatori stranieri?

Le squadre italiane ormai preferiscono spendere in giocatori esteri che coltivare e far crescere i giocatori del proprio vivaio. Questo si può anche capire nella classifica delle nazionali che hanno schierato più giocatori nati dopo il 1990: l’Italia non è nemmeno nella top10.

Questo vuol dire che in nazionale mancano giovani e in Italia non abbiamo politiche di investimento per le giovanili. Questo però porta fatica e spese e essendo molte squadre piene di debiti non danno priorità alla vicenda.

I nostri giocatori che chiamiamo giovani sono Chiesa (classe 1997), Zaniolo (classe 1999) o Raspadori (classe 2000). Nelle altre nazionali i veri giocatori giovani sono Gavi (classe 2004), Bellingham (classe 2003) o Musiala (classe 2003). Ecco che si vede il problema. I nostri giocatori non sono giovani ma in ritardo con lo svilluppo calcistico. Questi giocatori due anni fa non giocavano nelle competizioni europee mentre i ragazzi delle altre nazionalità iniziano prestissimo ad essere titolari e a 21/22 anni accumolano esperienza per fare la differenza in ogni competizione.

Prendiamo come esempio Lamine Yamal, giocatore spagnolo del barcellona classe 2007. Ha esordito in Barcellona-Betis e da quel momento è partito titolare in alcune gare e pure la nazionale spagnola lo ha messo titolare e ha già fatto 2 gol.

Perchè allora Camarda non può partire come titolare nel Milan, come altri giovani giocatori in altre diverse squadre italiane, e perchè Spalletti non li chiama in nazionale?

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