Costanza Ponticelli è un medico veterinario, portatrice di un messaggio anticonvenzionale e dal confronto col quale possiamo riflettere sulla realtà odierna.

La medicina veterinaria è infatti parte di un suo più ampio campo di ricerca, quello spirituale di affrontare la vita con umiltà, non per questo senza un partecipe senso critico. La Nostra difende tale risorsa, minacciata dai castranti condizionamenti tipici della società di massa, schiava delle mode, anche ideologiche, artificiose quanto rassicuranti, e dei loro spesso celebri propugnatori.

Nell’ottica di questa rivendicazione dell’umano, ha scritto tre libri in cui, partendo dall’esperienza personale, indaga il senso universale che può avere un momento di “crisi”, nel senso etimologico di “fase decisiva di una malattia”; qui siamo chiamati a distinguere il bene dal male, da qui scaturiscono un risveglio spirituale e una ricerca incessante e graduale.

Ne Il Vuoto Ricco. Un percorso verso la consapevolezza (Youcanprint, 2019), scritto con il marito Diego Lo Conte, l’Aikido figura come pratica di crescita spirituale e occasione di incontri preziosi oltre che ginnica; in Con i tuoi occhi (Youcanprint, 2021) viene messa in discussione la concezione convenzionale e scientistica della vita e della morte, riscoprendo un rapporto tra essere umano e Natura nel rispetto reciproco, con ricadute nell’approccio veterinario oltre che etico. Infine, in Ri Genitoriamo (Youcanprint, 2022), il ruolo di Genitore, fondamentale quanto spesso trascurato, viene indagato nell’intento di contribuire a diventare esempi di coerenza e resilienza per le nuove generazioni.

Troppo tralasciamo questi ambiti di riflessione, perché ricoperti da estranianti impegni o vagheggiamenti, che ci modellano all’insegna di senso di solitudine, insoddisfazione e confusione, rendendoci soggetti ad oppressori più o meno distopici e concreti.

In cosa consiste allora l’attualità di tali riflessioni? Nel fatto che oggi, a fronte di oltre 33 mila veterinari, i pediatri sono circa 7 mila; si assiste cioè ad un ingente fenomeno di invecchiamento della popolazione, accompagnato dal bisogno di compagnia che porta alla cura, all’adozione di oltre 60 milioni di animali domestici. Di conseguenza, è importante interrogarsi sul ruolo nella nostra società del genitore, a quanto pare sempre meno gettonato, e quello del medico veterinario, ora in auge.

L’attualità di simili considerazioni risiede anche nelle preoccupanti statistiche circa la diffusione dei disturbi psicologici, i quali accomunano il 60,1 % degli italiani, in particolare il 75% della Generazione Z, secondo recenti studi del laboratorio di ricerca INC Non Profit Lab; le cause di ciò sono più radicate della pandemia del 2020, che pure ha dato un colpo di grazia in questo senso; essa non è cioè a monte dell’essere umano odierno, stordito e imbaldanzito dalla fiducia cieca nell’avanzamento tecnologico, perso più o meno consapevolmente in una spirale di gratificazioni materiali ed effimere, a lungo andare dannose, quali droga, alcol, sfarzo, eccesso di carriera e tanto nauseabondo altro.

Attraverso l’esperienza di Costanza Ponticelli, che ci ha gentilmente concesso la seguente intervista, si affrontano quindi tali problematiche, con particolare riguardo ad atteggiamento e cambiamento maturi che possono scaturire dall’impegno personale.

Che attività svolge in ambito sociale e culturale e come è nata e è mutata nel tempo?

 Sono un medico veterinario, mi sono laureata a Pisa nel 2002 e ho sempre lavorato fino al 2020 presso alcuni ambulatori fiorentini.

Dopo la pandemia però la mia visione di questa professione è cambiata radicalmente.

Mi sono resa conto di quanta speculazione viene fatta anche in questo ambito a scapito degli animali, di conseguenza anche dei loro padroni.

Non mi sono più vista parte di questo ingranaggio, che invece di essere pro-vita e pro-evoluzione, è a parer mio transumano e involutivo.

Cerco allora di essere e diffondere un nuovo tipo di medico veterinario, che dovrebbe soltanto aiutare a rimettere in carreggiata, per quanto è possibile, le devianze alimentari e quindi salutari dei nostri amici a quattro zampe.

Attraverso un ritorno alla Natura e a tutto ciò che le compete (alimentazione, stile di vita, ambiente dove l’animale vive), si può cercare di aiutare a guarire quei soggetti che ancora non hanno ricevuto danni irreversibili ottenuti da condotte sbagliate reiterate nel tempo. Ritorno alla Natura è quindi il caposaldo di questa visione, la più ancestrale e giusta che abbiamo.

Desidero inoltre contribuire a riportare l’essere umano, consapevole e aperto all’Universo, non quello passivo che non si pone mai una domanda, alla sua natura primordiale cioè Divina; dopo ciò non ci saranno più catene che potranno renderlo schiavo, perché avrà riscattato la sua coscienza e volontà.

A cosa attinge per ricavare l’ispirazione, la preparazione necessarie alla sua attività, e che ruolo assume la cultura in tutto ciò?

È molto più semplice di quanto possiamo immaginare: tutto è già dentro di noi, bisogna soltanto farlo fluire incessantemente e dargli voce.

Tutto ciò che è natura è fonte di ispirazione e disciplina per l’essere umano, come la Vita stessa con le sue innumerevoli prove, a patto di essere in ascolto attivo e umile di fronte alle Leggi Universali.

Per esperienza personale (pratica di arti marziali), posso affermare quanto sia prezioso e stimolante essere a fianco di un Maestro in carne ed ossa, ma mi rendo conto che ai giorni d’oggi è molto raro. Possiamo comunque circondarci di tantissimi Maestri, attraverso le letture delle loro testimonianze e della loro dottrina più autentica.

Gesù e Buddha sono i primi in assoluto a parer mio a dare spunti notevoli al praticante sincero e volenteroso, ma tantissimi altri mistici o filosofi sia orientali (Paramahansa Yogananda, Ramana Maharshi…) che occidentali (Steiner, Gurdjieff… e molti altri) permettono di aumentare la consapevolezza ed essere maggiormente sovrani di se stessi.

La giusta cultura è un altro requisito importante per aiutare l’uomo ad evolversi, da qui l’interesse per il Bello, visto come espressione terrena del Divino.

In una società in cui la famiglia tradizionale viene sempre più messa in discussione, quale dovrebbe essere secondo lei il ruolo dei genitori, facendo anche riferimento al suo scritto Ri-genitoriamo?

Diamo sempre la colpa alla società, ma sbagliamo a farlo, e, nonostante non la approvi per quasi tutti gli aspetti, non avrebbe alcun potere se i genitori avessero fatto il loro dovere con i propri figli fin da subito.

Ma per essere dei bravi genitori prima di tutto dobbiamo essere delle brave persone: implacabili quando necessario (spesso), giusti, meritocratici, disciplinati, amorevoli quanto basta per non sfociare nell’essere buonisti, ribelli ma proporzionati… insomma molto diversi dalla maggior parte delle persone.

Anch’io sono un genitore e mi rendo conto di quanti errori ho commesso e quanti ancora faccio, ma da un po’ di tempo mi sono messa in cammino per cercare di ESSERE prima di FARE e di DIRE.

Inoltre la famiglia tradizionale deve possedere radici forti e autentiche, senza fronzoli e artificiosità.

Lo scopo della società odierna è avere in sé persone deboli, che non hanno prospettive, senza un personale centro permanente, ma in balia di quello che viene loro proposto.

Da qui la diffusione delle cosiddette “famiglie arcobaleno”, che mi vede in completo disaccordo perché fuori dalle Leggi Universali alla base della vita.”

Con quale prospettiva ritiene benefico stare nel mondo qui e ora, in che modo insomma possiamo rendere “ricco il vuoto” “con i nostri occhi”, citando i titoli di due suoi libri?

Il vuoto coscienziale, che dilaga ai giorni d’oggi, ci serve a capire che per rendere più autentica e degna di essere vissuta la nostra vita, dobbiamo iniziare a vedere con i nostri veri occhi, quelli del nostro profondo sentire, tutto quello che ci circonda, e trasformare ciò che ci succede in doni propizi per arricchire il nostro vissuto, in una ricerca continua a livello spirituale, con grande impegno, costanza e volontà.

Il Bene Assoluto, unico vero motore dell’Universo, prospererà sempre, ma è necessario un risveglio individuale per cogliere ogni giorno le opportunità di questo mondo.

Il metodo a parer mio è quello di tornare all’Origine con pratiche millenarie di meditazione, contemplazione, preghiera, presenza mentale, letture dei Grandi Maestri, e soprattutto con l’ascolto profondo e autentico del proprio sentire.

Quali pensa siano le maggiori piaghe di questa società?

La piaga peggiore a parer mio è il troppo benessere perpetuato nel tempo, causa di un’atrofizzazione della volontà, dell’ingegno e di un lento spegnimento di quella fiammella di genio che tutti abbiamo e che si riaccende nei momenti di “crisi” (in questo caso propizia), perché fa rimettere in gioco tutte le qualità.

Molto correlati al troppo benessere sono la mancanza di disciplina e il troppo buonismo, che crea una sorta di melassa sopra ogni azione e che non fa più essere realistici all’osservazione.

Anche il forte allontanamento dalla Natura e dalla Spiritualità porta inevitabilmente sofferenza, sia fisica che mentale.

Non posso certo affermare che il Male sia venuto fuori solo adesso, ma è chiaro che anni dopo anni di indebolimento spirituale dell’individuo non possono che portare a maggiori vizi e meno virtù, a un maggiore dilagare di sentimenti maligni che creano i presupposti per l’azione di demoni.

Sicuramente l’uso indiscriminato e non consapevole della tecnologia ha reso l’uomo sempre più dipendente da essa, quindi sempre meno sovrano delle proprie azioni e soprattutto del suo ESSERE DIVINO.

Il materialismo ha precluso all’uomo la via di accesso alla Spiritualità, che trova invece le sue radici e il suo significato autentico in quei valori che vanno ben oltre la materia, ma che sottendono tutti i mondi sottili.

Serve che masse maggiori di persone decidano volontariamente di uscire dalla caverna (quella del “Mito della caverna” di Platone), altrimenti la situazione cambierà poco e probabilmente peggiorerà ancora.

Solo così potremmo mandare letteralmente “al diavolo” taluni soggetti che di umano hanno ben poco.

Influencer, talk show, reality, social in generale: piaga di una società vuota in cui il pensiero sta morendo in nome di un “pensiero unico”, nuova religione o innocuo e a volte utile passatempo?

Torno a ripetere che mancando la consapevolezza di essere parti di Fiamma Divina, la diretta e nefasta conseguenza è quella di dare voce, orecchio, corpo e mente a quei tanti truffatori e razziatori di energia che dilagano nel mondo. L’essere umano, non capendo più se stesso, segue alla cieca il caos che sta prendendo il sopravvento nella nostra società.

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