Il Maggio Musicale Fiorentino torna ad ospitare la lirica… ed in grande stile! Dopo le critiche per la scelta di un cartellone più “spoglio” del solito (decisione necessaria ed assai oculata per evitare una chiusura definitiva), i cantanti sono tornati a calcare la scena sulle note della celeberrima Bohème di Giacomo Puccini in una delle splendide produzioni meglio riuscite dell’ultimo periodo, connotata da un doppio cast giovane, energico e pieno di potenzialità.

A guidare orchestra e cantanti, sul podio della Sala Grande, il giovane maestro Giacomo Sagripanti; che ha dimostrato una grande sicurezza nella direzione anche nelle battute più complesse, riuscendo a rendere onore alla meravigliosa ed imperitura partitura del grande compositore toscano. La direzione di Sagripanti ha saputo valorizzare le linee più romantiche di Puccini, dando risalto alle sfumature più accese della partitura ed eccedendo leggermente, principalmente durante il secondo quadro, nel privilegiare l’aspetto più orchestrale dell’opera, facendo così sì che la buca coprisse per qualche battuta i cantanti; a risentire di questa piccola svista è stato soprattutto il famoso “valzer di Musetta”, scelta in parte comprensibile data la bellezza della melodia e dell’orchestrazione pucciniana. A collaborare al successo della produzione, come loro solito, i musicisti dell’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino; che hanno dimostrato ancora una volta la loro altissima competenza insieme al Coro del Maggio Musicale Fioretino, guidato da Lorenzo Fratini, ed il Coro delle Voci Bianche, guidato da Sara Matteucci.

Protagonisti assoluti sul palco di questa produzione i due tragici innamorati: Kang Wang nel ruolo di Rodolfo e Mariangela Sicilia in quello di Mimì (la recensione di riferisce allo spettacolo del 22 novembre). Applauditissima Mariangela Sicilia, che ha saputo interpretare magistralmente il ruolo della povera Mimì, sapendole impartire con la sua recitazione una dolcezza ed una genuinità che si addicono perfettamente al personaggio. Sul piano lirico una buonissima performance, con un buon controllo del volume della voce e destrezza negli acuti, connotati da un’intonazione sempre molto buona. Grandissimo Kang Wang: il tenore si è infatti rivelato la vera star della serata, con una dizione quasi sempre perfetta ed una recitazione molto ben studiata, risultata elegante ed allo stesso tempo espressiva; stupiscono la potenza della voce ed il timbro limpidissimo, che ha suscitato più volte gli applausi del pubblico che a fine opera lo ha applaudito calorosamente. Wang si dimostra una delle migliori giovani promesse che il Maggio ha ultimamente accolto.

Molto bravi anche gli altri membri della compagnia di canto. Min Kim, talento dell’Accademia del Maggio Musicale Fiorentino, ha dimostrato grande accuratezza nello studio della partitura ed è riuscito a mostrare, con la voce e con la recitazione, sia i lati più comici che quelli più tragici del personaggio di Marcello. Una Musetta energica, schietta e passionale quella di Elisa Balbo, che al suo debutto al Maggio ha saputo subito conquistare la platea fiorentina, la quale le ha riservato un grande applauso al termine della rappresentazione. Bravi anche William Hernandez nel ruolo di Schaunard e Francesco Leone in quello di Colline, seppur quest’ultimo con qualche lieve imperfezione ed un mancato applauso a seguito di “Vecchia Zimarra, senti”. Un divertente Davide Piva ha ben interpretato i personaggi di Benoît ed Alcindoro, mentre Leonardo Sgroi e Luca Tamani hanno saputo dare colore ed allegria al palco con i loro Parpigol e Un venditore ambulante.

Ad incorniciare tanto talentuosi cantanti sono state le altrettanto belle scene a cura Tiziano Santi, che occupando lo spezio scenico in maniera contenuta e studiata ha saputo catapultare il pubblico all’interno dell’intima vicenda, riuscendo perfettamente a dare un’idea dell’ambiente parigino ottocentesco con una serie di piccoli e grandi rimandi, come il grande lucernario inclinato nella soffitta con le sue linee geometriche o le vetrate decorate del caffè Momus. Splendida la regia di Bruno Ravella, ripresa da Stefania Grazioli, connotata da uno studio attento delle coreografie e della disposizione in occasione del secondo quadro, con grande masse di artisti del coro sul palco, e della gestualità dei cantanti nelle scene più intime; emozionante il duetto tra Rodolfo e Mimì durante il loro primo incontro, in questo caso la regia ha saputo magistralmente fondere la romantica musica del grande Puccini con la dolcezza e la trepidante attesa dei due giovani innamorati. A rendere il tutto ancora più bello son stati i costumi di Angela Giulia Toso, perfettamente in linea con l’ambiente della vicenda, e soprattutto le luci a cura di D.M. Wood, riprese da Emanuele Agliati, che si sono fuse perfettamente con l’ambiente scenico e le scelte di regia.

In conclusione, uno spettacolo per gli occhi e per le orecchie che è riuscito ad interpretare stupendamente uno dei capolavori del repertorio di fine ottocento. Al Maggio Musicale Fiorentino si può sperare dunque in un superamento della crisi ed a produzioni pronte a stupire ed emozionare lo spettatore.

La Bohème verrà messa in scena per altre due repliche: il 25 novembre alle 15:30 ed il 29 novembre alle ore 20:00.

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