Va in scena in questi giorni al Teatro della Pergola di Firenze uno dei capolavori del repertorio del drammaturgo, scrittore, poeta e Premio Nobel per la letteratura Luigi Pirandello, il “Così è (se vi pare)”. L’opera, andata in scena per la prima volta il 18 giugno 1917 e successivamente arricchita e adattata all’opera teatrale nel 1925, tratta di temi che, a più di un secolo di distanza dalla prima stesura di questa, risultano ancora attualissimi: la verità e la ricerca di essa; tema che viene introdotto attraverso la storia dell’arrivo a Valdana del signor Ponza con la moglie e la suocera, sopravvissuti al terremoto della Marsica, realmente avvenuto nel 1915. I tre vivono però in una situazione che risulta particolare agli occhi della curiosa borghesia del paese, infatti Frola (la suocera), nonostante la figlia e il marito abitino nella sua stessa città, vive da sola e anzi sembra non possa comunicare affatto con la figlia, se non attraverso alcuni bigliettini che essa gli cala dalla finestrella della casa in cui vive in un paniere. L’interesse e i pettegolezzi sulla questione si alimentano anche perché la signora Frola, almeno inizialmente, sembra voler evitare i rapporti con il vicinato. Un giorno d’altronde il consigliere Agazzi, istigato dalla curiosità della moglie e della figlia, invita a casa la vedova, con la speranza che i loro dubbi siano chiariti dall’incontro con lei.

Le supposizioni e i pettegolezzi dei curiosi intorno allo strano rapporto si moltiplicano, anche perché la signora Frola evita ogni tipo di contatto con i vicini. Ma un giorno il consigliere Agazzi, superiore del signor Ponza, quasi costretto dalla moglie e dalla figlia, induce la signora Frola a far loro visita. Inizialmente gli ascoltatori si ritengono soddisfatti delle spiegazioni date dalla donna, ma, poco dopo, tutto viene rimesso in discussiome dall’arrivo del signor Ponza, che stravolge la storia della suocera accusandola di essere pazza. Da qui partono una serie di eventi che fanno dubitare della sanità mentale dell’uno e dell’altro, e che si concluderanno solo con l’arrivo nel finale della moglie del signor Ponza, il cui intervento svela allo spettatore la verità, diversa da quella che tutti vorrebbero o immaginerebbero di sentire.

La versione in scena al Teatro della Pergola dal 13 al 18 febbraio 2024, fedele all’originale pensato da Pirandello, è affidata alla direzione dell’esperto regista Geppy Gleijeses, ormai quasi alla sua centesima ripresa, e alla produzione della compagnia teatrale Gitiesse Artisti Riuniti, che insieme riescono a dare nel complesso una rappresentazione brillante e priva di pecche, merito sicuramente dell’ottima regia, con i movimenti degli attori studiati alla perfezione e in grado di sttolineare i momenti salienti dell’opera, riuscendo nel frattempo a risultare naturali e spontanei; lo spettacolo inoltre riesce ad amalgamarsi alla perfezione con le nuove arti figurative, infatti grazie a degli “ologrammi” della dimensione di circa 50 centimetri, realizzati dal grande videoartist Michelangelo Bastiani, veniamo introdotti alla conoscenza di alcuni dei personaggi dell’opera, che di volta in volta appaiono, ognuno sul proprio schermo, introducendoci indirettamente alla trama della storia. L’atmosfera creata dalla scenografia di Roberto Crea è anch’essa molto suggestiva, ci troviamo infatti in una tipica casa borghese, o meglio in una stanza di essa, vi è infatti un divanetto e una scrivania che danno un senso di familiarità, ma la vera bellezza è quelle che dovrebbe essere la parete che da su uno degli ingressi alla casa, completamente formata da specchi e vetri specchiati, non posizionati orizzontalmente rispetto al pubblico, ma messi in modo sfalsato a due a due così da formare delle angolature riflessive che permettono al pubblico di ammirare degli straordinari giochi di luce e di forme. Tutto ciò è amplificato dalle ottime luci pensate da Francesco Grieco, che nei momenti di monologo, mette perfettamente in risalto gli attori con delle splendide luci ad occhio di bue. Belli anche i vestiti di Chiara Donato, che ambientano perfettamente l’opera all’interno dell’inizio del novecento e donano colore alla scena e infine distinta anche la voce di Teho Teardo nel commento musicale all’inizio dell’opera.

Per quanto riguarda la recitazione degli attori partiamo facendo dei grandi complimenti a Milena Vukotic nella grande interpretazione di Frola, donandole alla perfezione quell’aspetto a tratti misterioso e frustrato, a tratti dolce e garbato, che probabilmente Pirandello immaginava per questo personaggio. Bravo anche Pino Micol, nel ruolo di Lamberto Laudisi, personaggio meno complesso della precedente, ma altrettanto importante in quanto alter ego in scena dell’autore e l’unico fra i personaggi che realmente capisce il gioco, al quale Micol ha donato un carattere riflessivo e a tratti simpatico. Ottima la prestazione di Gianluca Ferrato nei panni del signor Ponza, anch’egli personaggio complesso, ricco di drammaticità e sofferenza, ma capace anche di prendersi gioco degli interlocutori donando all’opera una perfetta rappresentazione dell’idea pirandelliana di grottesco. Di grande spessore anche l’interpretazione degli altri personaggi, che insieme formano il perfetto stereotipo della borghesia di inizio novecento, interessata solamente ai pettegolezzi e alle dicerie della città, per la cui conoscenza è disposta a tutto, persino rovinare la vita di due poveri “stranieri”, in particolare questi personaggi sono: il consigliere Agazzi di Luchino Giordana, La Signora Amalia di Maria Rosari, loro figlia Dina di Giulia Paoletti, i signori Sirelli (Dacia D’Acunto e Antonio Sarasso); il prefetto di Marco Centuri, il commissario Centuri di Walter Cerrotta, le signore Cini e Nenni ( Giorgia Conteduca e Vicky Catalano) e il cameriere di casa Agazzi di Marco Prosperini. L’opera, al termine e non solo, è stata ampiamente applaudita dalla platea, dalla galleria e dai palchi, risultando un grande successo sotto tutti i punti di vista.

Ultime repliche; sabato ore 21, domenica ore 16.

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