Domani alle ore 18 si alza il sipario, tre repliche il il 16 e il 23 aprile alle ore 20 e il 27 aprile alle ore 15,30.
Firenze, 8 aprile 2025 – Si alza il sipario del Festival del Maggio Musicale Fiorentino che quest’anno giunge alla sua 87ª edizione. In programma, domenica 13 aprile 2025 alle ore 18, nella Sala Grande del Teatro, uno dei grandi capolavori del ’900 che torna al Maggio a distanza di 15 anni dalla sua ultima messinscena, la Salome di Richard Strauss.
L’opera tratta dal dramma di Oscar Wilde, torna sul palcoscenico con tutta la sua forza. È una storia affascinante e inquietante, che unisce passione, mistero e tragedia. Al centro c’è Salomé, una giovane principessa che si innamora del profeta Giovanni Battista. Ma quando lui la rifiuta, il suo desiderio si trasforma in ossessione.
In una corte piena di tensione, tra intrighi familiari e giochi di potere, Salomé compie una scelta estrema che cambierà per sempre il suo destino. Con una musica intensa e scene forti, l’opera ci porta in un mondo dove l’amore non ha limiti – e dove il prezzo da pagare può essere altissimo.
Il maestro Alexander Soddy ha espresso grande gioia e onore per il suo debutto al Maggio Musicale Fiorentino, un teatro che ammira profondamente, anche per l’eredità lasciata da Zubin Mehta, evidente nella qualità dell’orchestra.
Debuttare a Firenze con Salome è per lui particolarmente significativo: è un’opera a cui è legato da quasi vent’anni, fin dagli inizi della sua carriera. Conosce bene le sfide della partitura, soprattutto il difficile equilibrio tra la potenza orchestrale e le voci dei cantanti. Il suo obiettivo è quello di mantenere un suono compatto ma leggero, per valorizzare ogni elemento della scena.
Ha elogiato il cast, in particolare il soprano Lidia Fridman, e l’orchestra, che pur suonando raramente questo repertorio, ha mostrato subito grande sensibilità musicale. Soddy si è detto entusiasta di affrontare insieme quest’opera rara e complessa.
Emma Dante parlando di questa produzione dice: “Quando sono arrivata al Maggio mi è quasi sembrato di metter piede sopra una vera e propria ‘nave spaziale’ e già questo è stato molto significativo, sia nel lavoro svolto con gli artisti sia per lo spettacolo visivo che è nato in queste settimane. Salome è senz’altro un’opera particolare, con tratti e aspetti che quasi potremmo definire “assurdi”, un’opera complessa che io ho interpretato come l’attraversamento di un vero e proprio incubo: è come se tutti, nel breve tempo della durata dell’opera, entrassimo nella testa e nella visione del profeta Jochanaan e di Salome stessa. L’idea portante di questa produzione è dunque il viaggio attraverso il sogno e l’incubo dentro la mente di quest’uomo, Jochanaan appunto. La musica stessa è altrettanto particolare, oltre che splendida, e sembra anch’essa scritta per portare il pubblico in un’altra dimensione, una dimensione dove si riescono a delineare i caratteri sentimentali ma al contempo crudeli di questo capolavoro straussiano”.
Con grande emozione e senso di responsabilità, Lidia Fridman affronta il ruolo di Salomé al Maggio Musicale Fiorentino. Per lei è un onore prendere parte a un evento così speciale, soprattutto con un’opera tanto complessa e coinvolgente.
Anche se il debutto è arrivato in modo inaspettato e con poco tempo a disposizione, l’artista si dice pronta a dare il massimo, unendo umiltà e passione per un ruolo che ha studiato a lungo e sente profondamente suo. Ringrazia la Direzione del teatro, il maestro Alexander Soddy, la regista Emma Dante e tutti i colleghi per il sostegno e la fiducia.
La vicenda: Il debutto dell’opera il 9 dicembre 1905 alla Semperoper di Dresda fu accolto da un successo clamoroso che garantì a Strauss fama e onori. La fonte letteraria era l’omonimo dramma Salomè di Oscar Wilde, che il compositore scelse di mettere in musica nella traduzione tedesca di Hedwig Bachmann. La vicenda si svolge alla corte di re Erode in Tiberiade dove è tenuto prigioniero in una cisterna Giovanni Battista (Jochanaan). La voce del profeta attrae Salome, la bella figliastra del re desiderata da molti a corte, in primis dal patrigno, che nutre per lei una passione morbosa. La principessa, sentendosi irrimediabilmente attratta da Jochanaan, tenta invano di sedurlo e dopo l’ennesimo rifiuto decide di chiederne la testa in pegno a Erode, che accetta solo dopo l’esibizione di Salome in una sensualissima danza dei sette veli. Il desiderio della fanciulla viene così esaudito ma l’orrore raggiunge il culmine nel momento in cui Salome in un impulso necrofilo bacia la bocca del profeta decapitato, gesto per il quale sarà giustiziata. Il dramma di Wilde aveva attratto Strauss non solo per l’audacia del tema trattato, ma soprattutto per la presenza di personaggi così tormentati e nevrotici che gli avrebbe consentito di realizzare una musica estrema, capace di seguire i violenti turbamenti della mente di Salome e i torbidi pensieri di Erode e dei suoi cortigiani.
Maestro concertatore e direttore Alexander Soddy
Regia Emma Dante
Scene Carmine Maringola
Costumi Vanessa Sannino
Luci Luigi Biondi
Coreografia Silvia Giuffrè
Herodes Nikolai Schukoff
Herodias Anna Maria Chiuri
Salome Lidia Fridman
Jochanaan Brian Mulligan
Narraboth Eric Fennell
—
Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino
Prezzi:
Solo ascolto: 10€
Visibilità limitata: 15€
Platea 6 e Galleria: 35€
Platea 5 e Palchi: 45€
Platea 4: 65€
Platea 3: 75€
Platea 2: 90€
Platea 1: 110€ (repliche)
Platea 1: 130€ (prima recita)
Durata complessiva 1 ora e 40 minuti circa
Immagine di apertura: il manifesto dello spettacolo, ufficio stampa MMF