Oggi, il 13 Aprile 2025, alle 18, è stata rappresentata la Salome, per la prima volta dopo 15 anni, al Maggio Musicale Fiorentino. Con questa nuova edizione del dramma di Richard Strauss, composto nel 1905, il Teatro Fiorentino apre l’87a edizione del Festival Musicale del Maggio.
Con la rappresentazione della Salome debutta al teatro fiorentino Alexander Soddy, giovane maestro Inglese. Soddy ha già diretto numerose volte l’opera in altre città, ed è quindi un esperto della musica di Strauss; a Firenze il suo compito è stato di sfruttare le abilità dell’eccelsa Orchestra del Maggio per conferire la potenza giusta alle musiche, stando però attento a non sovrastare con il suono il cast vocale. Richard Strauss è conosciuto per composizioni musicali “forti” e da toni molto alti, quindi il compito di Soddy è stato di differenziare le tonalità delle vari momenti per valorizzare quelle più carichi di emozione. Ad affiancare Soddy nella direzione dell’orchestra c’è Feliz Horncachner, collaboratore del Maggio.
La regia di Emma Dante, affiancata da Federico Gagliardi, e anche lei al suo debutto al Maggio, si è occupata di trasporre la sensualità è l’erotismo della musica Straussiana in una scena avvincente. Dante ha tratto ispirazione principalmente dall’omonima opera di Oscar Wilde del 1893; si è occupata di tradurre la drammaticità delle musiche anche negli aspetti visivi dell’opera. Accompagnata dal suo team si è dedicata alle scene, con Carmine Maringola ma anche ai costumi, movimenti di scena, e luci. Le luci, che sono sicuramente l’aspetto che conferisce a un’opera, e a questa in particolare, la drammaticità, sono controllate e progettate da Luigi Biondi.
Le scenografie, curate da Silvia Giuffrè, con l’aiuto di Roberto Tusa, contengono riferimenti storici che vanno dai primi dopo cristo fino agli ultimi anni del ‘700; la drammaticità barocca e manierista viene unita a iconografie classiche come quella dell’ultima cena. Il questa opera la linea tra i costumi, di Vanessa Sannino e Chicca Ruocco, e le scene della loro controparti, diventa sfuocata: cavalieri con armature fatte di ceramica dipinta di blu, Erode e Erodiate con vestiti opulenti rosso vermiglio della stessa stoffa della tovaglia e la voce di Jokanaan che proviene da una statua della bocca della verità ispirata dal Bosco di Bomarzo. Le scene sono ricche di simbolismi sin dai primi minuti; Erode e Erodiade entrano sul palco per la prima volta seduti su un tavolo imbandito apparecchiato con una tovaglia in broccato rosso e vestiti della stessa stoffa; l’utilizzo della stessa stoffa per abiti e scenografia li fa diventare parte di essa, li unisce alla loro opulenza e alle loro ricchezze creando l’impressione che stiano mangiando loro stessi.
Il Re Erode, sposato con Erodiade, si innamora della sua figliastra Salome; un’amore perverso e malato che è il motore narrativo principale dell’opera. Salome a sua volta si innamora di Jokanaan dopo aver udito la sua bellissima voce. Erode che è ossessionato dall’aspetto di Salome, la vuole possedere nonostante la natura quasi incestuosa della loro relazione, e la giovane, a sua volta, diventa ossessionata dalla voce di Jokanan, non essendo più in grado di distinguere l’amore da un affetto morboso; in questo dramma non esistono amori sani. Il Re Erode ha la voce di Nikolai Schukoff, cantante e attore austriaco, che riesce abilmente a sovrastare l’orchestra e cantare il dramma di un amore impossibile che non dovrebbe mai essere nato. Erode la ama a tal punto da uccidere un santo pur che lei balli per lui. Solo dopo si rende conto del suo errore e decide quindi di farla assassinare dalle sue guardie; come se questo potesse compensare per i suoi peccati. Shukoff viene affiancato dalla voce disperata e crudele di Erodiade, interpretata da Anna Maria Chiuri. La sposa di Erode per tutta l’opera combatte le perversioni del marito e cerca di salvare la figlia. In parte a causa di gelosia e in parte a causa di amore materno, la regina non permette a Salome di avvicinarsi al Re; questo fino a quando non le conviene, e quindi perdona le seduzioni della figlia.
Salome ha la voce di Lidia Freeman, che fino a qualche settimana fa non era la cantante che ricopriva il ruolo; è stata chiamata d’urgenza perché la Salome che doveva apparire in scena oggi si è trovata indisposta. Nonostante il poco preavviso Freeman ha affrontato la difficile impresa a testa alta e a stupito gli spettatori con una performance che sembrava pianificata da mesi. La sala ha rimbombato con applausi fortissimi appena è arrivato il suo turno al proscenio e gli spettatori sono rimasti incantati dalla sua performance.
Jokanaan, ovvero San Giovanni amato di Salome, interpretato da Brian Mulligan, é la voce piú forte e piú importante dell’opera; sovrasta anche lui facilmente il suono dell’intera orchestra. I suoi capelli lunghi e neri sono uno degli oggetti del desiderio di Salome ma anche lo strumento con cui viene alla fine uccisa. Jokanaan rifiuta tutti i tentativi di seduzione di Salome ma proprio per questo, la principessa, facendo apparentemente un favore alla madre Erodiade, chiede che venga decapitato e che la sua testa gli sia portata su un piatto d’argento.
A concludere il cast di voci Eric Fennel come Naraboth, capitano della guardia di Erode, anche lui innamorato di Salome, che finisce per suicidarsi per il suo affetto non ricambiato; i cinque ebrei, acquisiscono le voci di Marvic Monreal, Arnold Bezuyen, Mathias Frey, Martin Piskorski, Patrick Vogel e Kal Huml. I due nazareni sono interpretati da William Hernandez affiancato da Yaozhou Hou, che interpreta anche uno schiavo, e i soldati sono Fredric Jost e Karl Huml. L’uomo della Cappadocia ha la voce di Davide Sodini e il paggio di Erodiade è Marvic Monreal.
Una storia atemporale come un sogno, accompagnate da voci eccezionali e senza tempo, che trasporta lo spettatore in una realtà parallela mostruosa e affascinante. Un’opera che si sviluppa bilanciandosi sulla fine linea che divide amore e violenza, quiete e tempesta.