I sogni sono il tema del sessantaduesimo classico della Disney, intitolato Wish e diretto da Fawn Veerasunthorn e Chris Buck, uscito nelle sale dei cinema italiani lo scorso 21 dicembre. Con la sua storia avventurosa e piena di insegnamenti, accorpata ad una grafica eccezionale ed intervallata da canzoni in stile musical, questo film va a celebrare i 100 anni dalla nascita della casa dello streaming.

A conferma delle indiscrezioni trapelate prima della sua uscita, il film ha un’estetica unica che combina la computer animation in 3D con delle pennellate in stile acquerello; la regista, la thailandese Fawn Veerasunthorn ha dichiarato: «abbiamo preso come riferimento l’arte che ha ispirato Walt Disney in persona, e ciò che lo ha spinto a creare e poi abbiamo cercato di adattarla alle tecnologie che abbiamo oggi».

La protagonista, una diciassettenne chiamata Asha, crede fermamente nei valori sui quali era stata fondata sua città, Rosas, situata su un’isola del Mar Mediterraneo al largo della penisola iberica e governata da un re dai poteri magici, al quale, durante la cosiddetta Cerimonia del Sogno, tenuta una volta al mese, i sudditi affidavano la realizzazione dei loro desideri.

La storia ha inizio con la ragazza e suo nonno Sabino, detto Saba, che nonostante avesse compiuto cento anni non aveva ancora visto realizzare il suo sogno. Asha, al cospetto del sovrano per essere selezionata come apprendista del re Magnifico, chiede a questo di esaudire i desideri ancora irrealizzati della sua famiglia, ma durante il colloquio costui le comunica che molti di questi in realtà non saranno mai realizzati, perché li considera pericolosi per la sicurezza del suo popolo (così, in sostanza, tradendo l’impegno preso con ciascun suddito). Anziché restituirli ai loro rispettivi proprietari – come riteneva più giusto la ragazza, affinché costoro potessero provare ad esaudirli – il sovrano voleva comunque tenerli per sé, per aumentare la sua brama di potere. Avverso al pensiero della ragazza, il re decide non solo di non affidarle il ruolo di apprendista, ma anche di negare la realizzazione dei sogni della sua famiglia. Comincia così l’avventura di Asha che, rivolgendosi ad una stella, riesce ad ottenere il suo aiuto per liberare tutti i sogni degli abitanti di Rosas.

Questa storia, come tutte quelle della Disney, ha dietro una morale ben chiara, ossia che nessuno dovrebbe affidare agli altri la realizzazione dei propri sogni, ma che occorre impegnarsi da soli per tentare di farli divenire realtà. L’impegno che ogni uomo mette nella realizzazione dei propri desideri lo rende vivo e gli da la forza di andare avanti; diceva William Shakespeare: «siamo fatti anche noi della materia di cui sono fatti i sogni; e nello spazio e nel tempo d’un sogno è racchiusa la nostra breve vita»

Molto interessante è anche un altro aspetto che emerge dalla visione del film, peraltro anche molto attuale, è cioè il ruolo della donna nella società; Asha, una ragazza afro-discendente – che, al contrario delle principesse che cercano il vero amore, non sembra per niente interessata a trovare il suo principe azzurro –non esita a ribellarsi ad un potere maschiocentrico, quando si accorge che questo tenta di ingannare coloro che ad esso si sono affidati. Anche la moglie del re Magnifico, Amaya, alla fine della storia aiuterà Asha, preferendo liberare il popolo dalla tirannia del suo re, anziché rispettare il legame matrimoniale che le imporrebbe di schierarsi dalla parte del marito.

I doppiatori dei personaggi principali di questo film sono la cantante Gaia, che da voce alla protagonista Asha; Amadeus che interpreta Valentino, la capretta che accompagna la ragazza nella sua avventura; il re Magnifico ha la voce di Michele Riondino; Simon è doppiato da Federico Campaiola.

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