Lo scorso 28 aprile si è tenuto un incontro, organizzato come evento webinar laboratorio esperti da IIS con USR Toscana e con la collaborazione del Tutor Transizioni di Anpal Servizi  (Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro), per celebrare la giornata della sicurezza e per sensibilizzare le pratiche sicure sui luoghi di lavoro; dunque una videoconferenza, alla quale hanno potuto partecipare studenti, docenti, presidi e anche membri di aziende importanti come la Saint Gobain e la Sofidel.

Il convegno è iniziato con la presentazione di Anna Eisenberg, membro dell’Istituto Italiano per la Sicurezza sul Lavoro, che ha illustrato rapidamente gli obiettivi e il lavoro svolto dall’organizzazione per accrescere la consapevolezza del rischio ed aumentare la sicurezza sul lavoro. Inoltre ha illustrato i numeri agghiaccianti di decessi l’anno in Italia: circa 1000 morti in ambiente lavorativo, circa 3500 durante un incidente stradale e ben 8000 in incidente domestico; tutto ciò per evidenziare il fatto che, quando le persone sono in casa, si sentono sicure e protette, quindi agiscono sottovalutando il pericolo, mettendo così ulteriormente a rischio la propria vita. Durante il lockdown ci sono stati meno decessi per incidenti sul lavoro rispetto al primo trimestre dello scorso anno, ma in questo conteggio non sono inclusi tutti i medici e gli infermieri, che sono morti di coronavirus.

Successivamente ha preso la parola il Dottor Roberto Curtolo, dirigente dell’ Ufficio Scolastico Regionale della Toscana affermando che la politica del rischio si ha anche all’interno della scuola, che diventa un ambiente di lavoro nel momento in cui si entra in un laboratorio. Durante la pandemia i dati di morti in guida sono calati, ma solo perché circolano meno automobili, non perché gli uomini hanno imparato a guidare meglio.  Il nostro compito è quello di far comprendere che comportamenti consapevoli consentono di portare avanti il nostro progetto di vita equilibrandolo ad un rischio consistente e permanente. In poche parole la sicurezza non è l’eliminazione totale del rischio, ma il corretto equilibrio tra il rischio e l’azione.

Francesco Meduri, presidente dell’associazione IIS (Istituto italiano per la Sicurezza), prosegue mostrando slide sul progetto “Azzeriamoli”, ovvero cercare di ridurre il più possibile  il numero di morti ed incidenti, coinvolgendo 1000 giovani per eliminare i 1000 morti durante l’anno. Il Covid ha spiazzato tutti, fermando il progetto; durante l’ultimo mese la comunicazione è cambiata molto. Infatti essa fa capire alle persone la drammaticità della situazione in base al tono che si usa; ma basta aggiungere un’altra informazione e cambia totalmente la gravità della notizia data. 

Il Covid ha colpito le persone più anziane e maggiormente la popolazione maschile, il virus si trasmette con il “droplet”, cioè tramite le goccioline emanate da un colpo di tosse o uno starnuto che possono entrare attraverso occhi, naso e bocca.

Come ci si può proteggere? Se utilizzo una mascherina non sono protetto perché gli occhi sono scoperti, anche se il miglior modo è quando l’infetto utilizza una mascherina. E’ necessario indossare la mascherina correttamente a lavoro per evitare i rischi, i dispositivi di protezione servono anche per proteggere da agenti esterni e non solo dalle altre persone. Il prossimo futuro non sarà quello di prima, fino a quando il vaccino non ci sarà: infatti il mondo per i prossimi mesi sarà molto diverso.

La parola passa a Luisa Tironi, che ha spiegato come Covid ha influito sulla sua azienda, Saint Gobain.

Saint Gobain è una multinazionale francese che produce materiali per l’edilizia, soprattutto nel settore del vetro. Le comunicazioni arrivate dall’esterno non sono state d’aiuto all’azienda. Inizialmente sono state definite delle semplici regole, come mettere la mascherina, l’obbligo di registrarsi a chi entra da esterno, utilizzare un tavolo a persona e separati uno dall’altro. Dal 18 marzo in poi è stato necessario misurare la temperatura; Pisa è una delle poche sedi che sono rimaste aperte perché ci sono delle produzioni strategiche per il mercato. A Pisa viene prodotto il vetro principale, per poi essere lavorato. Vengono rispettati i protocolli del governo e stanno applicando un protocollo interno, sono stati creati dei protocolli diversi per chi entra e chi esce. Dal 9 marzo molti cominciano a fare telelavoro da casa. Quando si potrà ripartire, l’attività produttiva andrà divisa con monitoraggi, come un controllo della temperatura, poi gli spogliatoi saranno limitati, sarà consigliato di fare la doccia a casa e arrivare puliti e già vestiti a lavoro. Anche Saint Gobain ha usufruito della cassa integrazione e dell’utilizzo delle ferie: in questa fase di emergenza il ciclo produttivo dello stabilimento di Pisa è stato ridotto al minimo a causa delle chiusure temporanee di tutti i clienti Saint Gobain. L’azienda nondimeno ha dovuto continuare a mantenere attivo il ciclo produttivo del forno utilizzando il materiale esausto del vetro di rottamazione. Il ciclo produttivo garantisce infatti la vita del forno: l’arresto avrebbe causato danni irreversibili. Pertanto, per ridurre il rischio contagio anche il personale in questo periodo è stato ridotto al minimo indispensabile e gestito per turni, facendo ricorso anche alla cassa integrazione.

Infine è stata la volta di Michel Morganti, della Sofidel, una multinazionale italiana nel settore cartario. Dal 24 febbraio subito dopo il decesso a Codogno è stata attivata una cabina di regia per contenere l’emergenza, impegnando tuttora otto persone a tempo pieno. La prima decisione del 24 febbraio è stata di sospendere tutte le trasferte verso Europa e USA, annullando centinaia di viaggi. Anche i commerciali sono stati bloccati, ora lavorano da casa con computer portatili. Poi sono state sospese tutte le visite del gruppo Sofidel, mantenendo solo quelle strategicamente necessarie. Duecentocinquanta persone sono state messe in telelavoro, sono anche mancati computer portatili: infatti, successivamente, sono stati trasferiti pc direttamente a casa dei lavoratori, il 75% dei dipendenti sono in telelavoro. Anche gli acquisti per le protezioni individuali vengono coordinati, sebbene non sia stato facile trovarli tutti, sono state fornite una mascherina individuale al giorno per tutti, 6000 mascherine al giorno. E’ stata intensificata tutta la parte di sanificazione e pulizia dei locali di lavorativi, limitato l’accesso alla sala mensa ed alle macchine del caffè: ora si è costretti a portarsi il cibo da casa, infine è stata data la priorità al telelavoro per persone con problemi o donne incinte.

A fine della conferenza siamo riusciti a chiarire ulteriori aspetti sulla sicurezza e sulle conseguenze che porterà la crisi post Covid, grazie a Francesco Meduri Presidente dell’Istituto Italiano per la sicurezza sul Lavoro, che ci ha concesso gentilmente un’intervista che seguirà nel prossimo articolo, mettendo a fuoco aspetti non banali sulla sicurezza dei dipendenti e molto altro.

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