In questo periodo di distanziamento sociale, che rappresenta una delle norme precauzionali più importanti ed efficaci contro il COVID-19, i social e il web stanno acquisendo sempre maggior rilevanza. L’uomo, a causa dello stato di necessità, si è orientato progressivamente verso nuove forme di gestione della comunicazione che potessero comunque garantire la possibilità di mantenere le relazioni interpersonali.

Tablet, smartphone, laptop, televisori, hanno “sostituito” i nostri ordinari contatti umani, diventando così una delle principali risposte al fenomeno della “social recession” (cioè del collasso dei contatti sociali) e divenendo addirittura la prevalente forma di intrattenimento. E’ accaduto, infatti, che i social si siano anche rivelati promotori di iniziative e challenge, proprio per divertirsi a distanza; sono particolarmente popolari la #beardchallenge, la #babymechallenge, e molte altre sfide di tipo musicale, sportivo e artistico fra gli utenti dei social in tutto il mondo. Gli italiani, in particolare, sembrano aver voluto riaffermare il loro primato in cucina, trasformandosi in veri e propri foodbloggers e inserendo l’hashtag #food, tra i più menzionati, sotto alle foto delle loro creazioni culinarie. Inoltre, sono state registrate dalla piattaforma Blogmeter, impegnata in una dettagliata analisi sull’utilizzo dei social ai tempi della pandemia, quasi un milione di condivisioni su Instagram con l’hashtag #iorestoacasa e mezzo milione #andratuttobene in pochi giorni di quarantena, con messaggi di solidarietà e speranza, che non abbiamo trovato solo nel mondo tecnologico, ma anche nelle strade sottoforma di striscioni o disegni.

Ciò dimostra che servirsi dei social media ha rappresentato una esigenza quasi obbligata durante il periodo in cui siamo stati bloccati a casa, inducendo a familiarizzare con mezzi di comunicazione ad alto contenuto tecnologico anche persone poco propense ad utilizzarli o che finora non ne avevano usufruito anche per motivi generazionali. Abbiamo visto nonni poter dialogare con i nipoti grazie ai social o poter vedere l’immagine dei propri cari grazie alle videochiamate.

Il ruolo dei social media durante l’isolamento collettivo ha per questo prodotto un cambiamento di opinione nei loro confronti in quanto, legati negli ultimi anni al loro impatto potenzialmente negativo, si sono invece recentemente dimostrati lo strumento principale di connessione tra persone.

I dati dell’analisi periodica Digital 2020 Global Statshot hanno confermato che lo scorso mese di aprile è stato il periodo del lockdown con il maggior picco di connessioni. La ricerca ha evidenziato, infatti, che questo mese ha visto un notevole aumento nell’utilizzo di smartphone per il 76% del campione (79% per le donne e 74% per gli uomini). Questo tempo viene inoltre impiegato più sui social. L’incremento di utenti su questi ultimi è stato del 8,7%, per un totale di 3,81 miliardi. Si tratta del 49% della popolazione mondiale: gli studi statistici indicano che entro la fine del 2020, più della metà degli umani saranno utenti di un qualche social network.

Nella classifica mondiale dei paesi più social dipendenti, l’Italia si trova esattamente a metà, con il 45% di utenti che mostrano un incremento nel loro uso. Tuttavia il nostro paese, insieme alla Spagna, è tra i primi per l’utilizzo di piattaforme di videochiamate su Facebook: più 1000% a marzo, di cui più del 70% del tempo trascorso sulle app di Facebook. Le app di chiamata collettiva fino ad ora quasi ignorate, hanno registrato in questo periodo un incremento significativo: Zoom registra 200 milioni di nuovi utenti al giorno da inizio quarantena (20 volte i livelli pre-pandemia) e, insieme a Tik Tok, Facebook, Whatsapp e Instagram, è tra le 10 app più scaricate del mese di marzo. Anche Twitter, app meno popolare tra i giovani, ha visto una crescita significativa: 47 milioni di utenti in più rispetto a gennaio 2020, più 14%. Inizialmente, il sovraccarico di dati aveva preoccupato Mark Zuckerberg, ma finora i server sembrano reggere.

Ma se da un lato i social si sono rivelati uno strumento efficace contro la solitudine, dall’altro sono spesso diventati i protagonisti di “fake news”. Piattaforme come queste, infatti, sono l’ambiente ideale per la propagazione di notizie false, che fanno leva sulle reazioni emotive della gente. Sono state però adottate delle misure per limitarne la diffusione, per permettere così alle persone di ricavare dai social notizie affidabili. Facebook ed Instagram hanno garantito credito illimitato in advertising alla WHO (World Health Organization) per informarsi: chi cerca all’interno della piattaforme informazioni riguardanti il virus, verrà guidato alle pagine ufficiali dell’Organizzazione. Inoltre le informazioni ritenute false, verranno rimosse dalla sezione “esplora” dai cosiddetti fact-checker. Il ministero della Salute ha poi sottoscritto un accordo con Twitter, che proporrà così il link ufficiale del Ministero nelle ricerche inerenti il virus. Su Whatsapp, è da poco possibile ricevere aggiornamenti sul COVID-19 direttamente dall’Organizzazione Mondiale per la Sanità inviando un messaggio a un numero telefonico dedicato; su Telegram, infine, è stato creato un canale speciale per chi desideri informarsi in sicurezza, contenente la lista ufficiale dei canali di Telegram dei Ministeri della sanità di vari paesi.

Insomma, sembra che queste piattaforme, rivali storici, si siano alleate per rispondere insieme a questa crisi, aiutando milioni di persone a connettersi e combattere il fenomeno della disinformazione. A questo proposito, una celebre frase di Charles Darwin sembra descrivere perfettamente la situazione:

Non è la specie più forte o la più intelligente a sopravvivere, ma quella che si adatta meglio al cambiamento. ”

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