Say no to racism” (dì no al razzismo”) è lo slogan che l’UEFA lancia in tutte le competizioni europee per contrastare gli episodi di discriminazione negli stadi. Lo scorso 8 dicembre purtroppo è avvenuto un fatto che ha dell’incredibile.

Al Parco dei Principi di Parigi, la sesta e ultima partita del girone di Champions League tra i francesi del Paris Saint Germain e i turchi dell’Istanbul Basaksehir è stata sospesa a causa di un triste e intollerabile episodio di razzismo: il protagonista è stato il quarto uomo della squadra arbitrale designata per questa sfida, il romeno Sebastian Coltescu, proprio uno di coloro che dovrebbero rappresentare l’UEFA e i valori che la federazione calcistica europea sta cercando di diffondere .

Al tredicesimo del primo tempo la partita è stata interrotta, poiché Coltescu, assistente a bordo campo dell’arbitro Hategan, anche lui romeno, è stato accusato di aver rivolto una frase razzista al camerunense Pierre Webo, ex-giocatore del Mallorca e vice di Okan Buruk, allenatore del Basaksehir. Secondo la ricostruzione il quarto uomo avrebbe detto ripetutamente “ala negru” (che in romeno significa “quello nero”) per indicare il membro dello staff dei turchi da espellere in seguito alle proteste. A questo punto è esploso il caos: Webo, accortosi della frase irriguardosa, ha cominciato a protestare; l’arbitro, inconsapevole delle ragioni delle proteste così accanite, lo ha espulso. Così i giocatori della panchina del Basaksehir, in primis Demba Ba, attaccante senegalese dei turchi, hanno difeso il camerunense. Discussione che è continuata per vari minuti e che ha coinvolto i giocatori di entrambe le squadre, soprattutto le due stelle del PSG, il brasiliano Neymar e il francese Mbappé, che sono intervenuti per chiedere cosa fosse successo all’arbitro e sono stati tra i primi a voler sospendere la partita.

“Tutti contro Coltescu”

Il quarto uomo, visibilmente impacciato con la lingua inglese, ha peggiorato la sua situazione cercando di spiegare che quella frase nella sua lingua non sarebbe offensiva. Quindi è intervenuto platealmente Demba Ba, che giustamente ha chiesto a Coltescu il motivo per cui quando parla di un uomo bianco non dice “quel ragazzo bianco”, e dice solo “quel ragazzo”, mentre quando si rivolge a un uomo nero utilizza l’espressione “quel ragazzo nero”, andando a rimarcare il colore della pelle, in modo vergognoso e inammissibile. I giocatori della squadra turca hanno mostrato fin da subito l’intenzione di abbandonare il campo in segno di protesta, la partita è stata sospesa e anche i giocatori del Paris Saint Germain sono tornati negli spogliatoi.

Le proteste di Demba Ba verso l’arbitro

Nonostante la volontà dell’UEFA e dell’arbitro fosse quella di riprendere la partita alle 22 con la sostituzione di Coltescu con uno degli arbitri al VAR (gli italiani Marco Di Bello e Maurizio Mariani). ed alcuni giocatori della squadra di Parigi fossero pronti alla ripresa del gioco nel tunnel che porta al rettangolo verde, non c’è stato niente da fare: il Basaksehir si è rifiutato di tornare in campo a meno dell’allontanamento dallo stadio di Coltescu.

Quindi l’UEFA ha deciso di rinviare definitivamente la partita, che riprenderà dal 13’ minuto, al giorno seguente – il 9 dicembre alle 18:55 – cambiando tutta la quaterna arbitrale (gli italiani al Var sono stati confermati) e l’olandese Makkelie è stato nominato direttore di gara. In tarda serata l’UEFA ha annunciato che sarà aperta un’inchiesta per chiarire la questione, perché il razzismo e la discriminazione in tutte le sue forme non devono trovar posto nel calcio.

Anche il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha preso posizione in merito a ciò (anche perché il Basaksehir è il club vicino al partito di Erdogan, l’Akp, e in Turchia sono per questo motivo chiamati “la squadra del governo”) ed è intervenuto molto duramente sul suo profilo twitter: “Condanniamo fermamente le frasi razziste rivolte a Pierre Webo e credo che l’Uefa debba necessariamente intervenire. Siamo incondizionatamente contro il razzismo e la discriminazione nello sport e in tutti i settori della vita.” Alcune indiscrezioni confermerebbero che sia stato proprio Erdogan a far pressione affinché il Basaksehir non tornasse sul terreno di gioco.

Il presidente turco Erdogan

Sono arrivate inoltre le scuse da parte del ministro dello sport rumeno, Ionut Stroe, mentre la ministra francese dello sport, nativa di Bucarest, Roxana Marcacineanu ha scritto: “Stasera degli sportivi, degli atleti hanno preso una decisione storica di fronte a un atteggiamento che hanno giudicato inaccettabile. Un’espressione di ordinario razzismo. Aspettiamo i risultati dell’inchiesta ma non posso che rendere omaggio al simbolo forte del loro gesto e della loro solidarietà”.

Così in una serata in cui tutti i riflettori erano puntati su Barcellona, dove si è disputata la sfida tra i due più grandi calciatori al mondo, Messi e Cristiano Ronaldo (vinta per 3 a 0 dal portoghese e dalla sua Juventus), la scena è stata presa con pieno merito dai giocatori di PSG e Basaksehir, che hanno fatto un grande gesto di protesta di fronte all’imbarazzante figura fatta dall’UEFA e dall’arbitro Coltescu. Le immagini di questa serata si ricollegano a quello che è successo nello scorso agosto in America, quando i giocatori di pallacanestro dell’NBA, nella “bolla” anti-coronavirus di Orlando -Florida- hanno boicottato varie partite minacciando l’interruzione definitiva della stagione in segno di protesta contro il razzismo e per supportare il movimento “Black lives matter”. Questo testimonia che lo sport si sta mobilitando nei confronti di delicati temi sociali e il razzismo si può e si deve combattere anche attraverso lo sport!

L’arbitro Coltescu, 43 anni, nato a Craiova, non ha rilasciato alcuna dichiarazione ufficiale, ma da quanto è emerso sarebbe scoppiato a piangere nel tentativo di dare una spiegazione: Chi mi conosce sa che non sono razzista”. Queste le parole trapelate che avrebbe detto l’arbitro romeno. Insomma, il suo intento non sembrerebbe essere stato quello di offendere, ma il quarto uomo ha comunque grandi colpe e non è giustificabile, perché non è ammissibile distinguere qualcuno per il colore della pelle.  

L’auspicio è che episodi come questo non avvengano mai e che un arbitro che commette un errore così grave non sia più chiamato ad arbitrare in nessuna competizione UEFA. Il razzismo e ogni forma di discriminazione non sono giustificabili.

 Fonti: https://www.ilfattoquotidiano.it

https://www.corrieredellosport.it

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